Politica

Brexit: l’Italia si prepara alla possibile uscita del Regno Unito

25
Marzo 2019
Di Redazione

 

Il tema Brexit è arrivato sul tavolo del Consiglio dei Ministri della settimana scorsa. Infatti, nel corso della riunione di mercoledì 20 marzo, il Governo ha approvato un decreto-legge che “introduce misure urgenti per garantire la stabilità finanziaria e l’integrità dei mercati, con l’obiettivo di rafforzare la tutela dei depositanti, degli investitori e degli assicurati, alla luce della rapida evoluzione del contesto internazionale.”

Il provvedimento infatti prevede misure dirette a “disciplinare le conseguenze del possibile recesso del Regno Unito dall’Unione europea”. Vedremo il Parlamento se e come vorrà modificare il provvedimento nel corso della conversione in legge. Ad ogni modo anche a Montecitorio si è affrontato il tema, con l’audizione del Ministro degli Affari Esteri, Enzo Moavero Milanesi, il quale, oltre ad anticipare l’intenzione del Governo di affrontare la questione attraverso una decretazione d’urgenza volta a tutelare i cittadini italiani (circa 700.000 quelli residenti nel Regno Unito) e le aziende europee, ha confermato il totale e pieno impegno dell’Italia a mantenere nel limite del possibile lo status quo. Nel corso dei negoziati, il nostro Paese ha dimostrato infatti coerenza e compattezza nell’affrontare tutti gli ambiti, soprattutto quelli di rilevanza nazionale, come la tutela delle indicazioni geografiche dei prodotti agro-alimentari, il mantenimento di un rapporto con gli inglesi nei settori della difesa e della sicurezza, sia interna, sia internazionale (contrasto al terrorismo), oltre che la massima salvaguardia dei cittadini e dei lavoratori italiani nel Regno Unito, delle aziende e dei rapporti commerciali. Intanto, nella giornata di giovedì 21 marzo, il Consiglio europeo ha adottato delle conclusioni, con le quali ha dato il via libera ad una proroga fino al 22 maggio 2019, a condizione che l’accordo di recesso sia approvato dalla Camera dei Comuni la prossima settimana. Qualora la Camera inglese non dovesse approvare nei tempi indicati, il Consiglio europeo acconsentirà ad una proroga fino al 12 aprile 2019. Inoltre, nella stessa riunione, il Consiglio ha ribadito che non è possibile riaprire l’accordo di recesso concordato nel novembre dello scorso anno e che è necessario continuare a lavorare sulle misure per far fronte alle conseguenze del recesso.

La totale incertezza della situazione determina quindi la necessità di prendere in considerazione tutti gli scenari e gli esiti possibili, che vanno dall’approvazione dell’accordo alla revoca unilaterale da parte del Regno Unito di recedere dall’Unione. Nel caso in cui nel corso di questa settimana la Camera dei Comuni dovesse approvare l’accordo, il recesso del Regno Unito avverrà entro il 22 maggio 2019. In caso di mancata approvazione dell’accordo, il Regno Unito potrebbe comunque uscire dall’Ue senza accordo a partire dal 12 aprile 2019, con un altissimo rischio di default. Questa ipotesi sembra ad oggi quella da scartare; si potrebbe andare quindi verso una richiesta di proroga del termine per l’approvazione dell’accordo, che comunque dovrebbe arrivare in tempo utile per le elezioni europee del 26 maggio. Da non escludere anche le eventualità della convocazione di un secondo referendum riguardante l’approvazione o meno dell’approvazione dell’accordo e quella per cui ci potrebbe essere la decisione, unilaterale, del Regno Unito di revocare la sua decisione di recedere dall’Unione prima dell’entrata in vigore dell’accordo o prima della scadenza dei due anni prevista dall’art. 50 del Trattato sull’Unione europea.

Dunque, la questione potrebbe prendere pieghe inaspettate. Intanto attenderemo tutti la fine della prossima settimana per comprendere meglio la direzione.

 

Fabiana Nacci

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