Politica

Arriva in Aula in Senato il ddl voto di scambio politico-mafioso

13
Maggio 2019
Di Redazione

 

È calendarizzato per domani, martedì 14 maggio, l’inizio in Aula in Senato, in terza lettura del ddl a firma del Sen. Giarrusso del Movimento 5 Stelle recante modifica dell'articolo 416-ter del codice penale in materia di voto di scambio politico-mafioso. Il disegno di legge, che ha già passato due letture parlamentari (approvato dal Senato il 24 ottobre scorso e, poi dalla Camera, il 7 marzo 2019) è stato esaminato dalla Commissione Giustizia, si compone di un unico articolo che prevede una pena di reclusione dal 10 a 15 anni (ad oggi va dai 6 ai 12 anni) per l’accettazione diretta o per mezzo di intermediari di denaro in cambio di sostegno elettorale.

La pena prevista, la stessa per il reato di associazione mafiosa, si applica nei casi in cui i voti siano procurati o da soggetti appartenenti ad associazioni mafiose o mediante modalità mafiose. Rispetto a quanto previsto fino ad oggi dall’ordinamento, il ddl introduce la previsione secondo cui le operazioni siano effettuate per mezzo di intermediari. Inoltre, la disposizione include non solo lo scambio di denaro ma anche la disponibilità a soddisfare interessi o esigenze dell’associazione mafiosa.

Il testo, che dovrebbe essere approvato in via definitiva dall’Aula del Senato questa settimana, si inserisce in un quadro normativo relativo alla fattispecie dello scambio elettorale politico-mafioso che nasce all’inizio degli anni ’90, precisamente nel 1992, quando è stato approvato il decreto-legge cd. Scotti-Martelli. Poi la normativa è cambiata nella scorsa legislatura con vari interventi (legge n. 62/2014, legge n. 103/2017, legge n. 19/2015), tra i quali si ricorda l’ultimo, quello del 2015, per cui non sono concessi ai condannati per il delitto di scambio elettorale politico-mafioso, i benefici carcerari e sono attribuite alla Direzione distrettuale antimafia le funzioni di PM nei relativi procedimenti penali.

Il provvedimento attualmente in discussione quindi mira a completare il quadro giuridico che si è andato via via formando negli ultimi 27 anni, aggiornandolo e rendendolo ancora più incisivo.

 

Fabiana Nacci

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