Esteri

Capitol Hill, la Camera vuole incriminare Trump, è un caso storico che infiamma le elezioni 2024

20
Dicembre 2022
Di Giampiero Cinelli

Trump contro l’America. O l’America contro Trump. Può sembrare un’immagine esagerata, se ignorassimo un fatto dalla portata storica: la richiesta, da parte della commissione d’inchiesta della Camera sui fatti di Capitol Hill, di incriminare l’ex presidente degli Stati Uniti per almeno tre capi d’accusa. Vero è che in America è previsto l’impeachment, una messa in stato d’accusa per atti illeciti durante l’esercizio delle proprie funzioni, che fu subito da Bill Clinton e da Richard Nixon, il quale si dimise prima della fine dell’inchiesta, ma in questo caso c’è un timbro del tutto diverso. Donald Trump non è solo chiamato in causa per degli abusi, bensì in ragione di azioni pericolose nei confronti della collettività, in grado di condizionare l’ordine democratico. In quanto la commissione ha votato all’unanimità il deferimento al dipartimento di Giustizia, siccome Donald Trump avrebbe “influenzato e cercato di bloccare un processo ufficiale del governo degli Stati Uniti; complottato per frodare gli Stati Uniti, rilasciando in modo illegale false dichiarazioni al governo federale, ma soprattutto assistito e partecipato ad un’insurrezione contro gli Stati Uniti“. In riferimento all’assalto del Campidoglio a Washington del 6 gennaio 2021.

La decisione arriva dopo 18 mesi di valutazioni, ma non vincola il dipartimento di Giustizia a condannare Trump, che però è già indagato. La Cnn ha interpellato i celebri autori dell’inchiesta Watergate, Bob Woodward e Carl Bernstein, i quali hanno dichiarato che in base alle loro fonti, il dipartimento di Giustizia sarebbe orientato all’incriminazione di Trump. Come abbiamo detto prima, si tratterebbe di una decisione senza precedenti. Per la prima volta, in sostanza, verrebbe stabilito che un presidente ha fomentato una rivolta e cercato di manipolare il risultato delle elezioni. Per tutte queste ragioni, anche rappresentanti del suo partito, quello repubblicano, ritengono che il Tycoon non possa più ricoprire il ruolo di presidente per ragioni morali e legali. Se Trump risultasse responsabile, è molto probabile che in virtù del 14simo emendamento non potrà più avere una carica federale. Ma nel frattempo si è ricandidato alla Casa Bianca.

In America è stato osservato che l’accusa di incitamento all’insurrezione è rara e difficile da perseguire. La Commissione ritiene non sia necessario accertare il supporto esplicito, ma dimostrare che abbia fornito «aiuto e conforto», ad esempio attraverso i messaggi su Twitter che esortavano a “lottare” e per aver aspettato più di tre ore prima di fare un appello alla calma.

Eppure, fin quando queste accuse non verranno provate, nulla vieta a parte dell’opinione pubblica di ritenere questo evento un processo politico. Sebbene l’ex leader degli Usa sia stato ed è, senza ombra di dubbio, capace come pochi altri di aizzare gli animi della popolazione, ritenerlo colpevole dell’insurrezione è un passaggio molto delicato, e sarebbe anche un modo per togliere di mezzo un personaggio il quale, al di là dei giudizi di merito, risulta scomodo sia a una parte che all’altra. Il Segretario alla Giustizia Merrick Garland aveva nominato procuratore speciale Jack Smith, figura stimata e d’esperienza, con l’incarico di indagare sul caso Trump. Tuttavia anche per l’attuale amministrazione democratica non è facile decidere di andare fino in fondo, con il rischio di venire additati di uso strumentale della magistratura. In ambito parlamentare presto si infiammerà la lotta a colpi di dossier.