News

Smash

18
Novembre 2023
Di Redazione

Si è svolto oggi lo sciopero di CGIL e UIL contro la Legge di Bilancio e le politiche del governo Meloni.

I sindacati hanno manifestato in Piazza del Popolo esponendo i numeri della loro partecipazione, alcuni esponenti di governo hanno investito del tempo sottolineandone l’esiguità. Si rinnova l’annosa disputa tra i “numeri degli organizzatori” e quelli “della Prefettura”. 

I cittadini romani hanno vissuto bene qualche disagio e sicuramente, nelle ore passate in macchina, avranno riflettuto sull’importanza del diritto allo sciopero, sulla Costituzione messa a rischio dal governo e sul violentissimo “attacco alla democrazia” che stiamo subendo sulla nostra pelle. 

Lo stesso sicuramente avranno fatto i viaggiatori che non hanno preso treni, aerei, metro e altri mezzi di trasporto, felici di poter usare mezzi alternativi che gli consentissero di combattere le iniquità nel mentre che facevano tardi a lavoro. 

Un pensiero va anche a quei militanti che hanno dovuto affrontare una duplice trasferta a Roma nell’arco di una settimana, consapevoli dell’importanza di dover riempire Piazza del Popolo sia oggi sia sabato scorso per la manifestazione del PD. Speriamo che viaggio e beni di conforto siano stati di loro gradimento. 

Da domani tutto riprenderà il suo corso naturale delle cose. 

Landini continuerà la sua scalata al centrosinistra con il benestare di alcuni dei principali quotidiani di opposizione al Governo, nel mentre che il loro editore potrà continuare nella silenziosa riduzione del perimetro occupazionale di una delle principali aziende manifatturiere italiane. Da leggere su questo le interviste di nicchia di Carlo Calenda. 

Il Governo andrà avanti sulla Legge di Bilancio più conservativa degli ultimi anni, stretto tra chi lo accuserà di fare troppo poco (il suo elettorato) e chi lo criticherà di “turbo-liberismo” all’interno di una Nazione che ha visto crescere a dismisura il “capitalismo di Stato” negli ultimi anni. 

La Segretaria del PD potrà esporre la bandiera della sua purezza dopo aver rifiutato l’invito ad Atreju, la storica manifestazione dei giovani della destra che ha accompagnato la crescita di Giorgia Meloni, così da evitare di uscire dal perimetro delle interviste “safe” e dei comizi. 

Tutto sommato è stata una bella settimana, il cui unico brivido è stata la definizione di “dittatore” affibbiata da Joe Biden al Presidente Cinese Xi Jinping, subito dopo la fine del vertice del “disgelo”. E meno male.