Esteri
Petroliera venezuelana sotto sequestro, nuove mosse dell’Ucraina e taglio dei tassi Fed
Di Giampiero Gramaglia
Il sequestro di una petroliera al largo delle coste del Venezuela ruba la scena, almeno nei titoli d’apertura dei maggiori media Usa, alla riduzione del costo del denaro decisa dalla Federal Reserve, la Fed, la banca centrale degli Stati Uniti. E, intanto, l’Ucraina ha fatto pervenire ai negoziatori Usa un suo piano di pace.
Il sequestro della petroliera è stato annunciato dal presidente Donald Trump Trump con i suoi soliti toni enfatici: “Abbiamo sequestrato una petroliera al largo del Venezuela, una grande petroliera, molto grande, la più grande mai sequestrata”.
Il sequestro – osserva la Ap – segna una escalation delle tensioni già molto elevate con il Venezuela del presidente Nicolas Maduro, che gli Stati Uniti accusano di narco-terrorismo, ed avviene mentre l’Amministrazione Trump e in particolare il segretario alla Guerra Pete Hegseth devono ancora chiarire la vicenda dell’uccisione a freddo di due superstiti di uno dei tanti attacchi nei Caraibi contro imbarcazioni di presunti narco-trafficanti – oltre 80 le vittime finora -.
Secondo il New York Times, la petroliera sequestrata aveva provato a dissimulare i suoi movimenti e la sua geo-localizzazione. Il giornale, che ricorda che Trump ha minacciato di condurre attacchi anche sul territorio venezuelano, intreccia la notizia con la vicenda un po’ misteriosa dell’arrivo ieri a Oslo del premio Nobel per la Pace Maria Corina Machado, leader dell’opposizione in Venezuela, poche ore dopo che il premio era stato ritirato da sua figlia.
Il Washington Post traccia un parallelo tra le minacce di Trump al Venezuela e i cambi di regime orchestrati dalla Cia in America Latina: un retaggio della Guerra Fredda che ebbe conseguenze durature e drammatiche sulla democrazia e sull’economia di Argentina, Brasile, Cile e vari altri Paesi sud-americani. Il giornale pubblica una foto di un incontro tra il dittatore golpista cileno Augusto Pinochet e il segretario di Stato Usa Henry Kissinger: la foto è del 1976, tre anni dopo che un sanguinoso colpo di Stato aveva rovesciato e ucciso il presidente cileno democraticamente eletto Salvator Allende.
La Cnn apre ha il video, diffuso dal Dipartimento della Giustizia del sequestro della petroliera: si vedono uomini delle forze speciali degli Stati Uniti scendere da elicotteri sul ponte della nave – nome in codice Skipper – e muoversi con le armi puntate.
L’operazione è avvenuta nel contesto del massiccio rafforzamento militare statunitense nell’area, che include una portaerei, aerei da combattimento e decine di migliaia di soldati. Il sequestro è stato condotto dalla Guardia Costiera con il supporto della Marina. Il nome della petroliera e il luogo dell’intercettazione – in acque internazionali – non sono stati precisati, mentre è stato detto che tutto s’è svolto senza incidenti né vittime.
Le esportazioni di petrolio rappresentano la fonte di reddito principale del Venezuela: a novembre, le esportazioni hanno superato i 900.000 barili al giorno, la terza media mensile più alta quest’anno. Washington non era finora intervenuta per ostacolare i flussi di petrolio in uscita dal Paese, che fatica a vendere il suo greggio a prezzo pieno alla Cina, principale destinatario del sui export, subendo la crescente concorrenza del petrolio ‘sanzionato’ proveniente da Russia e Iran.
Per la segretaria alla Giustizia Pam Bondi, l’operazione è avvenuta in esecuzione “di un mandato di sequestro di una petroliera utilizzata per trasportare petrolio sanzionato proveniente da Venezuela e Iran”. Bondi ha denunciato il coinvolgimento della nave “in una rete illecita di trasporto di petrolio a supporto di organizzazioni terroristiche straniere”. Al momento del sequestro, la nave trasportava greggio venezuelano, ma era stata precedentemente associata al petrolio iraniano.
Reagendo a quanto avvenuto, il Venezuela ha accusato gli Stati Uniti di “furto palese e sfrontato” e ha denunciato, in un comunicato del Ministero degli Esteri “un atto di pirateria internazionale”.
Ucraina: Kiev consegna piano, europei chiedono incontro
L’Ucraina ha consegnato agli Usa una versione aggiornata del piano di pace con la Russia, di cui si discute da settimane. I leader europei dei cosiddetti Volenterosi, nello specifico di Gran Bretagna, Francia e Germania, hanno ieri avuto una telefonata definita “tosta” con Trump e gli hanno chiesto un incontro.
Il magnate presidente ha manifestato una certa insofferenza per gli sforzi europei pro – Ucraina e per le riluttanze del presidente ucraino Volodymyr Zelensky ad accettare una pace che sarebbe, però, una resa. Oggi, si riuniscono i rappresentanti di una trentina di Paesi che appoggiano Kiev nella ricerca di una pace con Mosca a condizioni accettabili.
Usa: Fed taglia costo del denaro, ma è divisa
La Fed ha ieri tagliato i tassi di interesse di un quarto di punto: il costo del denaro negli Usa è sceso fra il 3,50% e il 3,75%. È il terzo taglio consecutivo e il sesto dall’inizio del ciclo di riduzione. La decisione è stata presa con nove voti a favore e tre contrari: era dal 2019 che la banca centrale Usa non era così divisa. La Fed ha anche rivisto al rialzo le stime di crescita nel 2026: il Pil dovrebbe crescere del 2,3% dall’1,7% del 2025. Nel 2026, la Fed prevede per ora un taglio dei tassi ulteriore. Ma è difficile anticipare ora le mosse della Banca centrale Usa.





