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Dl omnibus, tutte le misure approvate che vanno al voto al Senato

30
Settembre 2024
Di Ilaria Donatio

Una nuova spinta per incentivare le adesioni al concordato preventivo biennale; nuove norme che si propongono di combattere la pirateria streaming di calcio, film e serie, e un’accelerazione delle amministrazioni che dovranno pagare entro 30 giorni i fornitori per le opere del Pnrr, sperando in questo modo di accelerare anche i cantieri.
Sono queste le ultime modifiche approvate nel decreto Omnibus: le commissioni Bilancio e Finanze del Senato hanno, dunque, votato il mandato ai relatori Giorgio Salvitti (FdI) e Claudio Lotito (FI) a riferire in aula a Palazzo Madama, dove il provvedimento è atteso oggi, 30 settembre, nel pomeriggio. Quasi certo il ricorso alla fiducia. Il provvedimento, che scade l’8 ottobre, deve passare in seconda lettura alla Camera. Ecco i punti principali.

Concordato per 4,5 milioni di autonomi e partite Iva
Tra gli emendamenti più importanti approvati – firmato da Fausto Orsomarso di Fratelli d’Italia, Massimo Garavaglia della Lega e Dario Damiani di Forza Italia – c’è la possibilità di accedere ad un ravvedimento speciale per gli anni 2018-2022 per i contribuenti che aderiscono al concordato preventivo biennale.
Con questo “ravvedimento operoso”, come lo chiama la maggioranza, i contribuenti che entro il 31 ottobre aderiranno al “concordato preventivo biennale” (sistema per pagare aliquote ridottissime, dal 3 al 15%, sui maggiori redditi dichiarati nel 2024 e nel 2025) potranno sanare le somme evase nel 2018-2022 a condizioni particolarmente vantaggiose. Innanzitutto, non sono previsti interessi e sanzioni. Inoltre, bisognerà dichiarare solo una minima parte dell’imponibile evaso: dal 5% per i contribuenti più affidabili, quelli cioè con un indice Isa – strumenti che forniscono al contribuente una valutazione complessiva sulla propria affidabilità fiscale, graduata su una scala di valori da 1 a 10 – pari a 10, al 50% per quelli con l’indice inferiore a 3. E su questo imponibile si pagherà un’imposta sostitutiva del 10% se l’Isa è di almeno 8, del 12% con Isa tra 6 e 8 e del 15% per chi ha un “livello di affidabilità fiscale inferiore a 6”. L’impatto complessivo è stimato in 986 milioni nel periodo 2025-2029.

Luce verde a erogazioni più veloci per il Pnrr
Le commissioni Bilancio e Finanze del Senato hanno dato l’ok all’emendamento del governo al decreto omnibus che semplifica il processo di erogazione delle risorse destinate al finanziamento degli interventi del Pnrr. La disposizione, che mira a assicurare a tutti gli attori della filiera attuativa la liquidità necessaria per realizzare gli interventi, prevede che i trasferimenti successivi all’anticipazione, “fino al limite cumulativo del 90%” della dotazione finanziaria di ciascun intervento, siano erogati dalle Amministrazioni centrali titolari delle misure entro 30 giorni dall’acquisizione delle relative richieste di erogazione. Nel momento della presentazione delle richieste di erogazione, i soggetti attuatori provvedono ad attestare l’ammontare delle spese risultati dagli stati di avanzamento degli interventi, nonché l’avvenuto espletamento dei controlli di competenza, compresi quelli specifici del Pnrr. Le amministrazioni centrali provvederanno poi, entro l’erogazione del saldo finale, ai controlli sulla documentazione giustificativa presentata. Modalità e criteri saranno stabiliti in un successivo decreto del Mef.

Stretta su pirateria: extracosti e carcere per i manager delle tlc
Tra gli emendamenti approvati, ce ne sono 2 in particolare che rischiano di avere un impatto notevole sul settore delle telco, tra i più strategici per le prospettive di sviluppo della trasformazione digitale del nostro Paese. Con un primo emendamento, che modifica il “DdL Anti-Pirateria” (Legge 93/2023), si prevede la rimozione dei limiti al blocco permanente degli indirizzi irregolari. Con un altro, i cosiddetti prestatori di servizi di accesso alla rete devono segnalare all’autorità giudiziaria i casi di frode. In caso contrario rischiano fino a un anno di carcere, oltre a vedersi applicate tutte le sanzioni pecuniarie previste per i delitti informatici e il trattamento illecito di dati. 

Il Ddl Anti-Pirateria è stato frutto di un lungo lavoro di concertazione e di sintesi tra la Filiera delle Telecomunicazioni, il Governo, il Parlamento, AgCom e diversi stakeholder, per contrastare il mercato illegale online.

Tuttavia, questi emendamenti – presentati da Forza Italia su input del Sen. Claudio Lotito, Presidente della Lazio – mettono in discussione l’intero impianto normativo, in particolare per quanto riguarda il ruolo di “mere conduit” degli Operatori tlc: come sancito anche dal Digital Service Act, infatti, gli Operatori, non accedendo a quanto trasportano sulla propria rete, non possono essere ritenuti responsabili per l’eventuale fruizione di contenuti illeciti. La messa in discussione di questo principio genererebbe un aumento esponenziale dei costi a carico delle telco, già fortemente provate sul piano della sostenibilità economica e occupazionale, pregiudicando la realizzazione dei piani di investimenti finalizzati a completare la transizione digitale del Paese.

Secondo Asstel  – l’Associazione di categoria aderente a Confindustria che rappresenta la Filiera delle telecomunicazioni – la responsabilità degli operatori tlc non è utile contro la pirateria: in particolare, ha dichiarato Asstel, non lo è “l’attribuzione agli operatori di responsabilità di natura penale che non sono coerenti con la natura di fornitori di servizi di accesso alla rete e con i principi generali dell’ordinamento delle comunicazioni stabiliti a livello Comunitario”.

Contro la pirateria audiovisiva – scrive in una nota l’Associazione di categoria – è stata “costruita da tempo un’alleanza con il fine di arginare il fenomeno. L’avvio ed il buon funzionamento del ‘piracy shield’ – la piattaforma prodotta della ‘Legge antipirateria’ votata dal Parlamento a luglio 2023 – sono stati possibili nei tempi strettissimi previsti dalla Legge n. 93 grazie all’incessante impegno degli Operatori di Telecomunicazioni nazionali”.

Ma il successo del ‘piracy shield’, esperienza di riferimento anche a livello internazionale, prosegue Asstel, “non sarebbe stato possibile senza la fattiva collaborazione tra autorità ed operatori, la comunanza di interessi e l’importante capacità di ascolto delle esigenze di tutti gli attori da parte dell’Autorità”. 

Al fine di garantire nel tempo il prosieguo di questa attività, dunque, “è essenziale che le caratteristiche di ascolto delle esigenze delle parti e di rispetto dei vincoli tecnici continuino ad essere al centro degli interventi di modifica e miglioramento della Piattaforma antipirateria ‘piracy shield’. Riteniamo, dunque, che l’approccio di ‘sistema’ e collaborativo attuato fino ad oggi, che ha consentito di dotare l’Italia di un importante strumento di legalità nell’ambiente online, non debba essere ostacolato dall’attribuzione agli Operatori di responsabilità di natura penale che non sono coerenti con la natura di fornitori di servizi di accesso alla rete e con i principi generali dell’ordinamento delle comunicazioni stabiliti a livello Comunitario”, conclude Asstel.

Emendamento Sensi: bonus psicologo aumenta di due mln e arriva a 12
Via libera all’unanimità all’emendamento presentato dal senatore del Pd Filippo Sensi, e riformulato dal Governo, per il cosiddetto bonus psicologo, inserito nel decreto Omnibus. La misura prevede un aumento di due milioni dello stanziamento per il 2014, che sale così a 12 milioni complessivi. “Ogni volta una fatica ed è sempre tutto in pericolo. Ma oggi abbiamo altre risorse, sempre troppo poche, per la salute mentale delle persone”, commenta su X Sensi.

Altre misure approvate
Via libera, infine, al salvataggio della Fondazione Santa Lucia di Roma e dieci milioni destinati agli allevatori della filiera suinicola danneggiati dal blocco della vendita degli animali per la diffusione della peste suina africana. Altri 13 milioni, ma da erogare nel 2025, sono previsti “per la messa in opera delle recinzioni e delle strutture temporanee per il contenimento dei cinghiali selvatici”. Sul fronte immobiliare è stato dato al Mef il potere di poter fare interagire le sue banche dati con quelle degli altri enti coinvolti per la gestione del patrimonio pubblico. Invece, dal 1° gennaio, vengono considerate irrilevanti a livello catastale le cosiddette “case mobili”.

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