Lavoro

Nasce il progetto Wanter, come i giovani immaginano futuro e lavoro

06
Aprile 2022
Di Alessio Ambrosino

Diversity is a fact, inclusion is an act. La diversità è potenza, ed è questo quanto promosso da Valore D nella presentazione del progetto Wanter, iniziativa di innovazione digitale sociale per indirizzare i giovani ai lavori di domani. Valore D è la prima associazione di imprese in Italia che dal 2009 si occupa di parità di genere per una cultura inclusiva nelle organizzazioni e nel nostro Paese. Alla presenza del Ministro per le Politiche Giovanili Fabiana Dadone, è stata presentata in conferenza stampa anche la ricerca condotta da IPSOS (per conto proprio di Valore D) tra i ragazzi nella fascia dai 16 ai 21 anni sulle prospettive lavorative e la scelta del percorso professionale da seguire una volta entrati nel mercato del lavoro.

I DATI DELLA RICERCA

Un’indagine su 800 ragazzi, equamente divisi tra uomini e donne. La ricercatrice IPSOS Livia Ridolfi ha presentato i key findings più rilevanti, a cominciare dall’immaginario sul futuro dei giovani: quasi l’80% del campione immagina di poter fare il lavoro desiderato, ma il 59% sa che avrà difficoltà a trovarlo. Sulle aspettative rispetto a cosa si spera di trovare una volta iniziato un nuovo impiego, a sorprendere è che il 54% degli intervistati vorrebbe trovare un buon rapporto tra lavoro e vita privata, seguito ovviamente dalla prospettiva di avere uno stipendio alto.

L’università tra i titoli di studio a cui aspirare è naturalmente in testa, con una percentuale nettamente maggiore per le ragazze rispetto ai ragazzi che manifestano più indecisione. Tra i futuri studenti che vorrebbero conseguire una laurea, è forte la differenziazione negli indirizzi di studio preferiti tra sesso femminile e maschile: le ragazze prediligono maggiormente le materie umanistiche, mentre i ragazzi le materie scientifiche e conseguentemente anche le discipline STEM. A sorprendere è la mancanza di conoscenza di questo termine, acronimo dall’inglese di science, technology, engineering and mathematics. Solo 1 giovane su 3 ha sentito parlare di questa terminologia: le aspettative sulle professioni STEM riguardano principalmente la retribuzione, considerata elevata per l’85%, ma che riscuote poco interesse: è urgente quindi espanderne la conoscenza tra i più giovani.

Proprio queste motivazioni devono indurre a prevedere nuove metodologie di orientamento, per scegliere al meglio il percorso professionale: la famiglia è ancora un punto cardine per i giovani italiani, ma trovare nuovi veicoli pratici ed emotivi per ispirare le nuove generazioni: ecco che arriva la piattaforma Wanter, per ridurre il gap esistente tra i sogni dei ragazzi e le richieste di un mercato lavorativo in costante evoluzione.

WANTER, COME SCEGLIERE IL LAVORO DEL FUTURO

La Direttrice Generale di Valore D Barbara Falcomer ha illustrato il progetto di innovazione sociale digitale Wanter, dando come prima motivazione la costante richiesta di nuove professionalità e competenze nel lavoro. I ruoli connessi alla digitalizzazione saranno sempre più emergenti nei prossimi anni, e da qui viene la necessità di espandere il potenziale inespresso nelle materie STEM, dove solo il 27% in Italia ha conseguito una laurea in questo campo, e dove è ancora presente un gender gap cospicuo.

La creazione di Wanter ha l’obiettivo di orientare i giovani nel mondo del lavoro attraverso una piattaforma digitale facile e intuitiva fruibile da computer e smartphone, per promuovere l’occupazione e l’empowerment femminile anche in quei settori dove finora non c’è stata la adeguata inclusività. Navigando su Wanter è possibile scoprire le 100 professioni che verranno più richieste nei prossimi anni, conoscere i percorsi ideali per svolgerle, acquisire informazioni dettagliate sulle singole carriere e soprattutto ascoltare le testimonianze di chi già svolge con successo quella determinata professione. Questo nella logica del veicolo emotivo e ispiratore di cui i giovani hanno tanto bisogno.

IL RUOLO DELLE ISTITUZIONI

In conclusione alla conferenza di lancio di Wanter è intervenuto anche il Ministro per le Politiche Giovanili Fabiana Dadone, che ha sottolineato come l’importanza di utilizzare canali tradizionalmente meno istituzionali come i social media e il web può aiutare in maniera fondamentale i lavoratori di domani. Ascoltare l’esperienza di chi ce l’ha fatta e quindi il basarsi su modelli reali, alimenta una prospettiva di successo ideale per le nuove leve. Anche considerando che la scuola, ha proseguito il Ministro, ha perso un po’ quel ruolo centrale nell’orientamento universitario.

L’avvio del progetto della Carta Giovani Nazionale, che è possibile attivare anche sull’app IO, rappresenta un esempio di progetto user-friendly che parte direttamente dalle istituzioni: valorizzare le competenze trasversali mettendo a disposizione strumenti stimolanti e che i giovani comprendono ancor di più degli adulti, rappresenta uno dei punti cardine delle politiche giovanili del futuro. Ecco perché, ha concluso il Ministro, si rivela necessaria una “restituzione intergenerazionale”, attraverso lo sviluppi di progetti come questo che saranno straordinariamente utili nei prossimi anni.

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