Lavoro

Ddl contratti pubblici: associazioni di categoria in audizione

19
Ottobre 2021
Di Valentina Ricci

Contratti pubblici al centro del dibattito politico. The Watcher Post seguito le le audizioni della Commissione Lavori Pubblici del Senato durante la quale sono state audite le associazioni di categoria: ANCE, CNA, GeneralSoa e UnionSoa.

Il primo intervento è di Edoardo Bianchi, Vice Presidente ANCE: “Le considerazioni generali sulla proposta di legge delega sono assolutamente positive, ma dobbiamo necessariamente sottolineare che ci sono due aspetti molto importanti sui quali lavorare: eliminare la presunzione di colpevolezza e ridurre il divario che c’è tra la stazione appaltante e l’impresa esecutrice perché è importante che ci sia equilibrio. Inoltre speriamo di vedere un testo snello e poi regolarmente attuativo per lavori e uno per forniture e servizi con l’obiettivo di snellire il più possibile gli iter burocratici e amministrativi. Infine, riteniamo essenziale attenzione particolare a lotti d’appalto con articolato preciso e puntuale che preveda il rispetto effettivo delle tempistiche contrattuali.”

Se il Senatore Salvatore Margiotta (PD) si dice d’accordo con le posizioni di ANCE sottolinea anche che “La soluzione non è scegliere la strada dei piccoli lotti, ma la missione è trovare il giusto equilibrio. Quali sono i punti più importanti che dovremmo affrontare?” chiede il Senatore.

La Senatrice Simona Pergreffi (Lega) si interroga, invece, su un tema specifico: “Cosa si può fare per ridurre squilibrio tra stazione appaltante e impresa senza andare a togliere potere contrattuale alle stazioni appaltanti?”. “Chiediamo solo un rapporto più equilibrato pur essendo ben consapevoli che il 51% del potere deve rimanere in mano pubblica, altrimenti il rapporto non è sostenibile” risponde Bianchi.

Giudizio positivo complessivo sul testo proposto lo esprime anche Mario Pagani, rappresentante della Confederazione nazionale dell’artigianato. “la nuova disciplina per gli appalti pubblici dovrà prevedere un effettivo coinvolgimento delle micro e piccole imprese che oggi sono ai margini di un mercato rilevante. A oltre il 96% delle imprese italiane infatti è riservato soltanto il 17% del mercato degli appalti pubblici mentre l’83% viene affidato a meno del 4% delle imprese. Al momento non c’è alcun riferimento al principio comunitario di favorire l’accesso alle pmi, che è fondamentale per sostenere la grande maggioranza del nostro tessuto imprenditoriale. La legge delega deve individuare soluzioni normative per rendere obbligatoria la suddivisione in lotti. La nuova disciplina inoltre dovrebbe favorire e promuovere le aggregazioni tra gli operatori economici e favorire la partecipazione delle piccole imprese locali per tutelare le attività economiche diffuse sul territorio. E’ essenziale la qualificazione delle stazioni appaltanti e una semplificazione della disciplina per gli appalti sottosoglia per non penalizzare micro e piccole imprese. Sul tema del subappalto, noi riteniamo che sia opportuno mantenere delle limitazioni ai ‘sub’, almeno nel sottosoglia, per evitare il proliferare di soggetti che riescono a vincere le gare, ma non hanno poi la struttura organizzativa per poter realizzare l’intervento richiesto”

Chi registra la necessità di una nuova regolamentazione del settore condividendo l’impostazione del DDL è Francesco Lazzaroni, presidente di GENERALSOA. “Sui servizi, non chiediamo che questo ambito venga assimilato alla qualificazione Soa, ma riteniamo necessario che all’interno dei servizi ci siano una serie di situazioni che possano richiedere una qualificazione analoga a quella che stiamo facendo per i lavori pubblici”. Sull’accesso alle banche date, poi ricorda che “allo stato attuale alcune prefetture concedono alle SOA l’ingresso alla Banca Dati nazionale i dati dell’antimafia mentre altre non lo consentono. Questo chiaramente crea una situazione di squilibrio per quanto riguarda la trasparenza e la velocità dei processi. Pertanto, noi riteniamo opportuno l’accesso a tutte le SOA alla Banca Dati.”

Proprio sulle SOA, la Senatrice Pergreffi pone un quesito chiaro: “Si può diminuire il numero di specializzazioni SOA? Ci sono tante classe SOA che magari possono mettere in difficoltà le imprese, si può intervenire?”. “Per noi nessun problema a diminuire ma non dipende da noi, che saremmo anche favorevoli a rivedere quelle classificazioni dichiarate super specialistiche, sono le associazioni di categoria che sono divise su questo punto” risponde Lazzaroni.

Dalle banche dati, invece, riparte nel suo intervento la Presidente di UnionSoa Tiziana Carpinello, “Condividiamo l’obiettivo della legge delega di fare ricorso a banche dati a livello centrale, ma per rendere il sistema davvero funzionale sarebbe necessario prevedere espressamente la facoltà delle SOA di accesso e fruizione a tutte le banche dati della PA rilevanti ai fini dell’attestazione. Inoltre, l’ipotesi che le SOA abbiano accesso alle banche dati nazionali sarebbe in grado di ridurre i costi di funzionamento della macchina pubblica liberando risorse da impiegare in attività più produttive.” Non solo banche dati nell’intervento della Presidente ma anche la necessità di inserire la qualificazione SOA anche per il settore dei servizi. “Questo consentirebbe l’esame e la verifica da parte delle SOA del possesso dei requisiti di ordine generale e speciale delle imprese che partecipano alle relative procedure di gara, ma anche di ridurre notevolmente i tempi ed i costi delle stazioni appaltanti per la verifica dei requisiti degli operatori economici, oltre che rappresentare un ulteriore presidio di legalità.”

Photo Credits: Appalti e contratti

 

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