Innovazione
La Tv non è morta, il futuro è nei fast channels e nella distribuzione multipiattaforma. Un mercato che vale miliardi
Di Alessandro Caruso
(Articolo pubblicato su L’Economista, inserto de Il Riformista)
Negli ultimi anni, l’industria televisiva ha vissuto una trasformazione radicale grazie all’avvento di nuove tecnologie e modelli distributivi. Le tradizionali piattaforme televisive hanno ceduto il passo a forme di distribuzione sempre più flessibili e accessibili, come i Fast Channels e le piattaforme OTT (Over-the-Top). Queste innovazioni stanno cambiando il modo in cui i contenuti vengono creati, distribuiti e monetizzati, aprendo nuove opportunità sia per i produttori di contenuti che per gli utenti.
I Fast Channels rappresentano una delle novità più contemporanee nel panorama televisivo. Sono i canali televisivi lineari che vengono distribuiti gratuitamente attraverso piattaforme streaming, supportati dalla pubblicità. A differenza delle altre piattaforme di streaming che si sono affermate negli ultimi anni, i Fast Channels offrono contenuti in modalità gratuita, rendendo la televisione ancora più accessibile e, quindi, democratica.
Una delle nuove realtà italiane protagonista di questa evoluzione è Persidera Media, da poco costituita da Perdisera, il principale operatore di rete nazionale sul digitale terrestre, proprio per cogliere le possibilità di questa nuova forma di distribuzione. Non a caso si sta facendo sempre più spazio nella creazione e gestione di canali lineari in streaming, dando vita a un nuovo modello di distribuzione televisiva che si adatta alle esigenze del nuovo pubblico, sempre più orientato verso l’on-demand e la fruizione mobile e che si sta affiancando alle modalità di distribuzione tradizionale. Del resto lo zapping è un’abitudine a cui il pubblico giovane è poco abituato. Un pubblico che sa cosa vuole guardare, lo cerca e lo trova in ogni momento, anche grazie ai fast channels. E Persidera Media si è inserita proprio in questo segmento, come spiega il Ceo Guido Fermetti: «Cerchiamo di accompagnare la trasformazione della distribuzione televisiva in chiave multipiattaforma. Con esempi concreti come Motoretró, Gambero Rosso, Golf Television o Urania News, appena lanciati su Samsung Tv plus e circuito Android e che saranno poi diffusi su nuove piattaforme analoghe».
Oggi, più che mai, i contenuti infatti devono essere accessibili su una molteplicità di piattaforme e dispositivi. Le audience moderne non si limitano a guardare la televisione attraverso il televisore tradizionale, ma consumano contenuti su una varietà di touchpoint: smartphone, tablet, smart TV, e dispositivi di streaming come Amazon Fire Stick, Roku e Chromecast. «Abbiamo compreso questo cambiamento, ecco perché i nostri servizi di distribuzione multipiattaforma rispondono a questa esigenza, massimizzando la visibilità e l’engagement del pubblico», racconta Fermetti.
E poi c’è la pubblicità, un elemento centrale nel modello dei Fast Channels, perché consente agli editori di generare entrate mentre continuano a offrire contenuti di valore in modo accessibile a un pubblico ampio e, allo stesso tempo, realizzando contenuti verticali per specifiche comunità di appassionati. Ma qui il potenziale c’è e vale miliardi. Del resto se si pensa che nel 2024 gli investimenti pubblicitari nel total digital hanno raggiunto i 4,2 mld di euro, superando la televisione tradizionale (3,9 mld di euro) e che nel frattempo le smart tv sono arrivate a più di 22mln in Italia, si comprende quanto questo mercato abbia un enorme potenziale di crescita. Per la cronaca, la stampa tradizionale è l’unica con trend decrescente: dal 2015 al 2014 gli investimenti adv sono passati da una raccolta di 1,2 mld di euro a 0,59 mld.
