Innovazione

In Danimarca un’IA proverà a vincere le elezioni, nasce il Partito Sintetico

19
Ottobre 2022
Di Daniele Bernardi

Per chi non se ne fosse già accorto, quest’autunno si sta dimostrando un periodo molto caldo per la politica, non solo quella italiana ma di tutto il mondo: la netta vittoria della destra in Italia, il sorpasso di Lula su Bolsonaro al primo turno delle presidenziali in Brasile, l’8,4% dei consensi del Partito della Birra (Bier Partei) conquistato circa una settimana fa durante le elezioni politiche in Austria. Ma non è finita qui, in attesa delle elezioni di Midterm negli Stati Uniti, il prossimo primo Novembre si voterà anticipatamente anche in Danimarca per rinnovare il Parlamento. Fin qui tutto normale, se non fosse che sulla scheda elettorale i cittadini danesi potrebbero trovare il simbolo del Partito Sintetico (Dei Syntetiske Parti), un partito guidato da un’Intelligenza Artificiale.

Il partito nasce a maggio del 2022, frutto della collaborazione tra il collettivo di artisti Computer Lars e la no-profit MindFuture Foundation. Alla guida del partito c’è, come precedentemente annunciato, una IA: Leader Lars. Questa “macchina” è stata programmata con oltre 50 anni di storia politica danese, ma non di tutti i partiti, bensì la storia, i programmi e le idee di quei piccoli partiti che, come in Italia, generalmente vivono il tempo di un’elezione o di una legislatura, spesso mantenendo un ruolo marginale e restando focalizzati su singole issue (i cosiddetti “fringe parties”). L’idea è di rappresentare quel circa 20% di elettori che attualmente si astengono dall’esercizio del voto. “Rappresentiamo i dati di tutti i partiti marginali, cioè di tutti i partiti che stanno cercando di essere eletti in parlamento ma non hanno un seggio” ha affermato Asker Staunæs, artista presso MindFuture.ai. Un leader sintetico sì, ma non meno umano di molti leader reali. Sarà infatti possibile comunicare con lui: Leader Lars è di fatto un chatbot, con cui è possibile interagire tramite il social media, diffuso tra i gamer, Discord.

C’è chi ha provato e gli ha domandato quali proposte componessero il suo programma. Ecco alcune risposte: un reddito base di 100.000 corone al mese (circa 13.700 euro) e la creazione di un settore Internet e IT all’interno del governo. Riguardo la prima bandierina, l’IA spiega: “Credo che aiuterebbe a ridurre la povertà e la disuguaglianza e darebbe a tutti una rete di sicurezza su cui fare affidamento”. Per via della diversa provenienza delle informazioni e delle ideologie cui Lars si ispira per il proprio programma, l’intelligenza finisce spesso per contraddirsi e c’è chi lo definisce populista, a queste persone Staunæs risponde che, in fondo, “tutte le IA sono populiste”.

Il Partito Sintetico non ha ancora un vero e proprio logo, ma sui suoi profili social è possibile trovare diverse immagini prodotte dall’IA stessa, tra cui alcune bozze di un possibile logo.

Gli obiettivi nel breve termine sono: comparire sulle schede elettorali il prossimo primo novembre 2022 (e per farlo servono 20 mila firme, il primo vero scoglio stando alle poche adesioni registrate finora) e successivamente guadagnarsi un seggio in parlamento. Ma se otterrà un seggio, chi deciderà poi? Sempre l’IA, legalmente ovviamente sarà qualcun altro a sedersi in parlamento, ma le decisioni verranno prese di volta in volta da Leader Lars.

Quello danese è solo il primo ma realtà simili al Partito Sintetico si stanno sviluppando in diversi paesi del mondo. “Siamo in contatto con persone da ogni parte del mondo, Colombia, Francia e Moldavia, per creare altre versioni locali del Partito Sintetico, così da avere una qualche forma di Internazionale Sintetica” ha affermato ancora Staunæs.

Al di là di come andrà a finire, il partito vuole innanzitutto sensibilizzare e far riflette l’opinione pubblica e i policy makers sul tema delle IA. Tanto che tra le proposte compare anche l’aggiunta di un diciottesimo punto ai Sustainable Development Goals (SDGs) delle Nazioni Unite: “Life with artificials”, imparare a vivere con le IA, educarle e lavoraci assieme. Non un tema nuovo: recentemente infatti un’altra Intelligenza artificiale, Ai-Da, ha debuttato in politica, questa volta non per candidarsi ma per esporre davanti al Parlamento britannico la propria opinione sulle potenzialità delle IA nel settore creativo, recentemente messe in discussione per la violazione del diritto di copyright. 

Dietro queste iniziative c’è più o meno sempre la stessa motivazione: fare da contraltare a tutte quelle voci che negli ultimi tempi hanno ostacolato il settore delle macchine intelligenti, esaltandone i rischi ed i pericoli. Rischi e pericoli che certamente esistono ma che non devono per questo arrestare l’innovazione e il progresso.  

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