Innovazione

Il Codice Appalti: tutti i nodi da sciogliere

08
Marzo 2021
Di Redazione

È uno di quei temi spinosi che la politica sa di dover affrontare ma spera sempre di poterlo fare il più tardi possibile. Forse è proprio questo che devono aver pensato i Ministri Toninelli prima e De Micheli poi, i quali pur essendosi messi a lavoro sul dossier non sono riusciti a concludere l’iter di approvazione del nuovo Regolamento Unico sugli Appalti. Ora il faldone è nelle mani del neo Ministro Giovannini il quale neanche ha fatto in tempo ad aprirlo che già si sono scatenate le polemiche dei partiti di maggioranza. Un fuoco incrociato che l’economista scelto da Draghi per guidare il Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile dovrà essere bravo a schivare.

Fra i partiti che sostengono il premier sembra non esserci piena sintonia su quali dovranno essere i prossimi passi. La Lega di Matteo Salvini ha le idee molto chiare e chiede di cancellare il Codice dando via libera al modello emergenziale che è stato adottato in occasione della ricostruzione del ponte Morandi di Genova. Dal Partito Democratico è Chiara Braga a mettere in chiaro quale sia la posizione del suo partito: “Impossibile cancellare il Codice considerando che per il 90% è frutto del recepimento di direttive europee, al contrario serve completarne la sua attuazione”.

Per approfondire il dibattito, The Watcher Post ha intervistato in esclusiva la Senatrice Antonella Faggi (Lega) e il Senatore Santillo (M5S) ma ha anche voluto sentire la voce delle imprese tramite la Presidente di Unionsoa, l’Associazione Nazionale delle Società Organismi di Attestazione.

“Ho depositato io stessa, più di un anno fa, un Disegno di Legge per la revisione del Codice con la finalità di snellimento normativo e di adeguamento alle Comunicazioni/ Raccomandazioni UE.  La proposta nasceva anche a seguito della pandemia, che esigeva e tutt’ora esige, procedure veloci per l’approvvigionamento di forniture medicali-sanitarie. Con le attuali criticità economiche-lavorative, i tempi per una seria e completa revisione della Legge 50/2016, sono comunque lunghi” ci ha sottolineato la Senatrice Antonella Faggi, Vicepresidente della Lega al Senato e già segretario della Commissione Lavori pubblici. “Un’ipotesi potrebbe essere quella delle cd. “due velocità legislative”: Da un lato un inquadramento normativo, cioè la possibilità di avvalersi di procedure più veloci e altre facoltà, in capo ad un soggetto là dove ne ricorrano le esigenze (cosìdetto “Modello Genova”). Questo permetterebbe di intervenire celermente sulle opere già cantierizzate ma bloccate, che oggi sono oltre 700 in tutta Italia. Contestualmente, dall’altro, si dovrebbe lavorare alla revisione della Legge 50/2016. Mi trova contraria l’idea di “pizzicare” qua e là gli articoli del Codice, sistemando solo alcune parti e articoli ed inserendoli in provvedimenti avulsi dal loro contesto. Semplificazione vuol dire chiarezza delle norme e delle loro applicazioni. Vuol dire evitare di passare tutto con la lente di ingrandimento. E la vera digitalizzazione non deve diventare la trasposizione virtuale delle complicazioni. L’obiettivo deve essere chiaro: avere poche regole e chiare e soprattutto la consapevolezza della certezza della pena per chi commette reati” conclude la Faggi.

“Siamo convinti che sia necessario semplificare l'intero iter dei contratti pubblici, dalla pianificazione fino all'esecuzione dei lavori, passando naturalmente per l'aggiudicazione della gara d'appalto, step cruciale del percorso burocratico. Con il decreto Sblocca-Cantieri del 2019 e il Dl Semplificazioni dell'estate 2020, abbiamo lavorato in tale direzione. I risultati si sono visti, visto che nel 2020 i bandi hanno fatto segnare un incoraggiante incremento del 10%” chiosa il Senatore Agostino Santillo, vicepresidente del M5S al Senato e membro della commissione Lavori Pubblici. “Tanto si può ancora fare: in fase aggiudicataria, ad esempio, c’è assoluto bisogno di puntare molto sulla qualificazione delle stazioni appaltanti e quindi sul potenziamento delle centrali uniche di committenza. Ovviamente, sburocratizzare non vuol dire che si debba in alcun modo rinunciare ai dovuti presidi di legalità: su questo il Movimento 5 Stelle è sempre stato chiaro” ha aggiunto Santillo.

Ma chi sono i diretti interessati su cui queste modifiche ricadrebbero? Sono ovviamente gli operatori economici, ovvero le aziende che partecipano alle gare di appalto per la realizzazione di opere pubbliche, per le quali la legge prevede obbligatoriamente il possesso della cd. attestazione SOA, ovvero una certificazione che attesta il possesso da parte dell’azienda di tutti i requisiti tecnici ed economici per eseguire l’appalto.

Proprio per avere il punto di vista delle aziende abbiamo intervistato Tiziana Carpinello, Presidente di Unionsoa. “Semplificare e sburocratizzare devono essere due parole d’ordine per il nuovo Governo e per il Ministro Giovannini. L’iter di aggiudicazione delle gare d’appalto potrebbe essere semplificato rivedendo le procedure, su questo abbiamo fatto una proposta chiara: potrebbe essere individuato un meccanismo di verifica con cadenza quadrimestrale rispetto alla data di rilascio della attestazione dei requisiti dinamici, ovvero le verifiche legate all’art. 80. Questa verifica potrebbe essere svolta dalle SOA mediante l’accesso alle Banche dati nazionali, togliendo alle imprese l’onere di fornire l’autodichiarazione in riferimento ai requisiti generali.  Questo potrebbe evitare, inoltre, eventuali costi relativi ad aperture di procedimenti e contenziosi” ci ha spiegato la Presidente Carpinello. “La digitalizzazione delle procedure di gara deve essere un impegno sul quale istituzioni e aziende devono lavorare in sinergia. Noi stiamo già facendo la nostra parte e, fra le altre cose, in collaborazione con IBM, abbiamo progettato un sistema blockchain che consentirà di passare dalla qualificazione analogica a quella digitale. Il progetto nasce con l’idea di dare un contributo per semplificare l’iter amministrativo, permettendo al tempo stesso maggior controllo e trasparenza anticipando la creazione del Fascicolo Virtuale degli operatori economici, e si caratterizza per la possibilità di essere esteso in modo sicuro ed economico a tutti” ha concluso la Presidente.

Non sappiamo quale sarà la sorte di questo Regolamento Unico. Quello che sappiamo per certo è che al Ministro Giovannini spetterà un compito tanto difficile, quello di fare sintesi tra le diverse anime che compongono la maggioranza di Governo, quanto ambizioso, quello di riuscire lì dove negli ultimi anni tutti i ministri non sono riusciti: semplificare e digitalizzare il Codice degli Appalti.

 

Nicolò Marcon

 

 

Photo Credits: TPI