Innovazione

Google verserà 100 milioni al New York Times per usufruire dei suoi contenuti

11
Maggio 2023
Di Giampiero Cinelli

Il rapporto tra media e piattaforme Big Tech sta cambiando. Ne avevamo parlato per quanto riguarda l’Italia, ma negli Stati Uniti già si fa sul serio. Apprendiamo infatti di un accordo appena stipulato tra Alphabet e il New York Times da 100 milioni di dollari in tre anni, la cifra che Google pagherà al New York Times nel quadro di un agreement più ampio che consentirà all’unità di Alphabet di inserire contenuti del quotidiano su alcune delle sue piattaforme. Il contratto include la partecipazione del Times a Google News Showcase, un prodotto che paga gli editori per inserire i loro contenuti su Google News.

L’intesa era stata annunciata dal New York Times a febbraio ma il quotidiano più prestigioso al mondo ha rivelato ora la cifra versata dal colosso del web al giornale della famiglia Sulzberger. L’accordo comprende anche una vendita più mirata degli abbonamenti, anche grazie al Play Store, l’utilizzo degli strumenti di Google per il marketing e la sperimentazione congiunta di nuovi prodotti pubblicitari.

La cifra sembra massiccia, e sicuramente per un giornale italiano sarebbe vantaggiosissima, tuttavia rapportata al Times si tratta di un risultato normale, che non si discosta molto rispetto a quanto Alphabet versa già nelle casse della News Corp di Rupert Murdoch, l’azienda che controlla il Wall Street Journal (il quotidiano che ha diffuso i dettagli dell’accordo). Si pensi, appunto, che il Times nel 2022 ha avuto ricavi per 2,31 miliardi.

La notizia non stupisce, siccome l’ecosistema digitale è in evoluzione e forse, sinceramente, non ci aspettavamo che il ruolo dei Big Tech venisse rivisto in modo adesso sempre più incalzante. Del resto come abbiamo accennato nell’incipit, anche nel nostro Paese è recente l’approvazione di un regolamento Agcom sull’equo compenso agli editori per i ricavi digitali ottenuti dalle pubblicazioni online. Ancora è presto per capire quali somme i media italiani principali potranno raccogliere ma intanto questo ci dà un indizio: il modello di business editoriale basato solamente sul traffico degli utenti è morto e l’economia del web non sarà più la stessa.