Innovazione

Expo Roma 2030, la parte moderna della Capitale

29
Agosto 2022
Di Jacopo Bernardini

Una Roma inaspettatamente moderna, dinamica e innovativa, dove le startup sono arrivate a essere oltre 1.400. Ma anche una Roma multietnica, in cui 1 cittadino su 4 è straniero o figlio di stranieri.

È questa la fotografia scattata al tavolo “Sviluppo, Università e Innovazione”, ospitato nella Casa delle Tecnologie Emergenti (Stazione Tiburtina) in occasione degli Stati Generali di Expo 2030, evento che ha coinvolto la Città Eterna con 6 tavoli di lavoro distribuiti sul territorio e al quale hanno preso parte accademici, politici, imprenditori e media.

L’iniziativa ha rappresentato un fondamentale momento di stimolo e ascolto della città, del territorio e dell’intero Sistema Paese, in vista della definizione del dossier di candidatura che il Comitato promotore sta elaborando e consegnerà il 7 settembre.

Il dibattito alla Stazione Tiburtina ha visto l’illustrazione dei temi di Expo da parte della Vicepresidente del Comitato Roma Expo 2030, Lavinia Biagiotti Cigna, ed è stato presieduto dall’Assessora comunale alle Attività produttive e pari opportunità, Monica Lucarelli. Presenti anche esponenti del mondo imprenditoriale, commerciale, sindacale e accademico.

I relatori hanno raccontato una città in cui l’innovazione si fa quotidianamente, sia a livello universitario sia attraverso realtà in costante evoluzione, confermando i dati contenuti nel recente Policy Brief dal titolo “Oltre la ripresa. Il Lazio tra innovazione e opportunità” realizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com), che ha messo in luce come la maggior parte delle start-up innovative del Lazio è attiva nel campo dei servizi alle imprese (84,4%). Il resto, invece, lavora nella manifattura (7,7%), nel commercio (2,9%) e nell’agricoltura (0,6%).

A Roma, inoltre, le aziende con almeno il 60% di donne socie o le società di capitali con quote e componenti degli organi di amministrazione di sesso femminile per almeno i due terzi rappresentano quasi il 14% del totale, una quota superiore a quelle presenti in altre grandi città come Milano (12%), Bologna e Torino.

Lo stesso può dirsi delle start-up ”giovani,” detenute da imprenditori di età inferiore ai 35 anni: nel quarto trimestre del 2021 erano quasi il 20%. Anche in questo caso, la Capitale fa registrare un dato migliore rispetto Milano, posizionandosi al settimo posto nella classifica dei capoluoghi di regione con più start-up innovative giovanili.

«Un evento come Expo, che verrebbe 5 anni dopo il Giubileo del 2025 – ha sottolineato Lucarelli – deve metterci nelle condizioni mentali di creare quell’ambiente che aiuti il tessuto imprenditoriale e produttivo del territorio a crescere».

Ospitare l’Esposizione Universale si rivelerebbe un’occasione unica anche per lo sviluppo economico della città, in grado di attrarre giovani talenti e nuove realtà ad alto potenziale tecnologico.

Un evento che avrebbe diversi risvolti positivi, tra cui una maggiore esportazione di ricerca e innovazione e un incremento delle opportunità tese a migliorare il posizionamento a livello mondiale della Città Eterna, nonché dell’intero territorio. Un’occasione quindi fondamentale anche per creare pari opportunità, offrendo a tutti i cittadini le stesse possibilità di crescita.

Il percorso verso Expo è ormai tracciato, e andrà avanti indipendentemente dall’andamento delle stagioni politiche. Per inizio settembre è prevista infatti la consegna del dossier, mentre l’aggiudicazione – le altre candidate in gara sono Riyadh in Arabia Saudita, Busan, in Corea del Sud e Odessa, in Ucraina – è in programma a novembre 2023.

Roma vuole vincere. E, nonostante le criticità ben note, ha tutte le carte in regola per riuscirci.

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