Innovazione

Arber Dymishi: un talento firmato AIV

01
Giugno 2018
Di Redazione

“Ragazzi credeteci fino in fondo, perché ne vale la pena!“ Trasformare una passione del proprio lavoro è davvero possibile!

Arber Dymishi, appassionato di videogiochi fin da bambino, ci ha raccontato il percorso che ha tramutato la sua passione in lavoro.

Come ti sei avvicinato al mondo dei videogiochi e quando hai capito che avresti fatto della tua passione un lavoro?
I videogiochi sono stati da sempre una mia passione, fin da bambino quando passavo ore a cercar di finire di giocare alla massima difficoltà, ma ci sono voluti 23 anni – e svariate porte in faccia – per trovare il coraggio di iniziare questo impervio percorso.


Qual è il miglior gioco mai creato secondo te e perché?
Metal Gear Solid, senza ombra di dubbio. Un capolavoro sotto ogni aspetto, soprattutto grazie alla memorabile storia che fa da spina dorsale a uno dei migliori stealth game di sempre, e mi riferisco a tutti i giochi del franchise. Il merito va ad Hideo Kojima e al suo fedelissimo team, che sono riusciti a creare un mix perfetto tra arte, storia (reale e non) e gameplay, con un prodotto maturo che riesce a commuovere.


A che cosa ti ispiri quando crei un videogioco o un personaggio?
La creazione di un personaggio è un processo magico nel quale si crea dal nulla un avatar nel quale il giocatore deve riconoscersi e del quale innamorarsi allo stesso tempo, capace di imprese memorabili e di suscitare emozioni forti nell’audience. A contrasto con questa sfera fantastica, troviamo il realismo e la ricerca nel mondo reale delle reference. Da uno studio dell’anatomia umana fino ai vari accessori che raccontano la vita quotidiana del personaggio. Bisogna quindi studiare a fondo la realtà che ci circonda, divorando allo stesso tempo film, libri e videogiochi, con i quali arricchire il nostro database visuale.


Quale ritieni sia l'aspetto più "challenging" del tuo lavoro?
La sfida sta nella complessità del processo di per se, a livello tecnico e artistico, dato che bisogna padroneggiare diversi software complessi, e allo stesso tempo competere con degli altissimi standard artistici. In più ogni anno i software necessari vengono aggiornati e il processo di per se cambia, evolvendo e rendendo necessario un costante aggiornamento della pipeline. Ma vi assicuro che una volta abituatisi a queste difficoltà la concentrazione si sposta quasi interamente sulla sfida artistica, rendendo il processo di creazione incredibilmente gratificante.


Quali sono secondo te, le caratteristiche che un character artist/ programmer deve avere?
L'ambizione e l'umiltà giocano un fattore molto importante. La costante sfida con se stessi, il superarsi a ogni artwork senza mai fare passi indietro, l'essere severi con se stessi e il paragonare il proprio lavoro con i migliori artisti nell'ndustria. Tutto ciò combinato con determinazione e il duro lavoro giornaliero.


Guardiamo per un attimo al futuro: come pensi sarà il mondo dei videogiochi tra dieci anni?
I developers stanno sfornando giochi sempre più vasti, lunghi e immersivi. Parliamo di giochi open-world con una durata che va dalle 40 ore minimo fino alle 400+, senza tener conto dei costanti aggiornamenti di nuovi contenuti. Credo perciò che tra dieci anni non si parlerà più di un’esperienza finita, invece bisognerà pagare l'accesso a un mondo virtuale in costante mutazione, nel quale sarà facile perdersi per giorni, immersi sempre più grazie a tecnologie come il VR.


Cosa diresti ai ragazzi che vogliono avvicinarsi a questo mondo?
Ragazzi credeteci fino in fondo, perché ne vale la pena! Amo il mio lavoro, e penso che non ci sia una migliore industria nel quale lavorare. Negli anni passati ho conosciuto tantissime persone e ho lavorato affianco a talenti incredibili che ora sono miei amici. Mi ha permesso di viaggiare il mondo e allargare i miei orizzonti. Quindi non preoccupatevi se l'inizio è duro e frustrante, perché verrete ripagati in grande stile! Continuate a inseguire il vostro sogno, e tenetevi aperti a ogni opportunità!

RDA

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