Innovazione

Digital life: tutti gli italiani (o quasi) pensano che internet sia un diritto, mentre l’IA divide l’opinione pubblica

08
Giugno 2023
Di Simone Zivillica

Il nuovo rapporto sulla Digital Life in Italia, il terzo, condotto dal Censis in collaborazione con Wind Tre, ha evidenziato dati interessanti sul mondo del digitale nello stivale. I risultati sono stati presentati alla suggestiva terrazza dell’Associazione Civita, affacciata su piazza Venezia a Roma. La ricerca si è sviluppata lungo quattro principali direttive: il diritto alla connessione, il suo costo, i rischi connessi e le novità apportate dall’Intelligenza Artificiale. A parlare di questi temi, una tavola rotonda composta da Giorgio De Rita, Segretario Generale del Censis, Roberto Basso, Direttore Relazioni Esterne e Sostenibilità di Wind Tre, Laura Di Raimondo, Direttore Generale di Asstel, Ludovica Carla Ferrari, Assessore alla Città smart del Comune di Modena, Giuseppe F. Italiano, professore di Computer Science alla Luiss Guido Carli, Mario Morcellini, professore emerito di Sociologia dei Processi culturali e comunicativi.

Per l’88,7% degli italiani la connettività a internet è un diritto sociale, come la sanità o la previdenza, perciò la quasi totalità degli intervistati evidenzia come a oggi la connessione sia un diritto praticamente inalienabile. Per quanto riguarda i costi, la questione non è divisiva ma appare comunque più frazionata. Infatti, per l’80,8% dei cittadini l’accesso alla rete dovrebbe essere gratuito ma per il 46,2% la copertura dei costi dovrebbe avvenire per mezzo di un contributo dei grandi generatori di traffico, come Google e Meta mentre il 34,6% è convinto che questa dovrebbe essere posta a carico della fiscalità generale. In Italia, tuttavia, il costo associato alla connettività è tra i più bassi al mondo. Confrontando il costo medio di un gigabyte di traffico dati su rete mobile nei Paesi del mondo nel 2022, l’Italia presenta, insieme a Israele, il valore più basso. Tutti i Paesi comparabili al nostro presentano, infatti, prezzi più elevati. Un gigabyte di traffico dati su rete mobile in Italia ha un costo inferiore del 47,3% rispetto alla Francia, dell’80,0% rispetto alla Spagna, del 95,5% rispetto alla Germania, del 97,9% rispetto agli Stati Uniti.

Altro tema focale per la piena comprensione della rete nel mondo, è quella dei rischi che porta inevitabilmente con sé. Il 94,7% degli italiani, infatti, associa a internet alcuni rischi da cui difendersi come quello di cadere vittima di crimini informatici durante le proprie attività quotidiane online, dall’utilizzo del conto corrente bancario alle transazioni nell’e-commerce. Un pericolo, questo, indicato come tale dal 46,2%. Il 22,2%, invece, è preoccupato dal libero accesso al web dei minori, il 14,2% teme l’azione degli haters, mentre il 12,1% avverte un rischio per la salute mentale associato a un abuso o a un non corretto e coscienzioso uso di internet e social network.

Infine, il tema dell’Intelligenza Artificiale, com’era opportuno aspettarsi, è quello più divisivo tra quelli toccati dallo studio Censis-Wind Tre. Oggi il giudizio degli italiani sull’IA resta molto cauto: se il 46,3% dei cittadini la considera una opportunità, per il 37,6% rappresenta decisamente una minaccia, mentre il 16,1% non sa che cosa pensare, evidenziando ancora una poca conoscenza dell’argomento. Su questo va sottolineata una naturale tendenza a giudizi positivi sugli impatti dell’IA tra i giovani (tra cui il 55,3% la considera una opportunità) e tra i laureati (59,2%), mentre per i più anziani (83,1%) e per le persone in possesso di bassi titoli di studio (71,4%) l’Intelligenza Artificiale è piuttosto un rischio da cui proteggersi.