Economia

Confagricoltura chiede un Piano Nazionale Agricolo

23
Febbraio 2021
Di Luca Grieco

“Durante il Covid siamo stati sempre attivi, abbiamo prodotto e fornito un servizio al Paese. Crediamo che sia assolutamente importante avere un Piano nazionale agricolo”, questo l’incipit di Giordano Emo Capodilista, Vicepresidente di Confragricoltura, audito dalle Commissioni Bilancio e Politiche UE di Camera e Senato in seduta congiunta, in relazione al Piano nazionale di Ripresa e Resilienza.

La confederazione rappresenta circa il 58% delle giornate lavoro, che in agricoltura sono circa un milione: da qui l’esigenza di spendere in modo efficiente le risorse del Next Generation Eu. Confagricoltura è presente in modo capillare su tutto il territorio nazionale grazie alle Federazioni regionali, alle Unioni provinciali, agli Uffici di zona e alle Delegazioni comunali: una rete estesa che rende l’organizzazione un vero e proprio ente di controllo del territorio, per parafrasare Capodilista. “Alla luce della transizione ecologica, sia a livello nazionale che europeo, vi è l’importanza del fattore ambientale. L’agricoltura in questo senso può essere considerata custode del territorio. Siamo convinti che la transizione debba andare avanti in maniera forte”.

Il settore agricolo vanta una sua importanza strategica nel processo di transizione, anche dei modelli energetici “perché con il sottoprodotto agricolo a fine energetico si può riuscire a fornire una soluzione meno impattante anche dal punto di vista energetico”. Poi Capodilista aggiunge che il settore agricolo, se ben incentivato, può liberare ulteriore potenziale: “La Transizione 4.0 dimostra come il settore primario – se ben aiutato – anche con un credito di imposta sull’innovazione tecnologica dei mezzi di produzioni può fare dei grandi passi in avanti”. La transizione, secondo Confragricoltura, è necessaria ma va fatta in modo progressivo: “Bisogna seguire le aziende con un progetto. È necessaria una stretta collaborazione con le aziende. Per quanto riguarda la selezione dei progetti, è importante il confronto con le parti sociali, nonché una valutazione ex-ante e un monitoraggio continuo delle risorse messe a disposizione”.

Particolare riferimento alle aree interne, rispetto alle quali Confragricoltura è particolarmente legata. Le aziende agricole sono spesso nei piccoli centri, sempre più gettonati in tempo di pandemia. Tra le priorità di Confragricoltura anche la digitalizzazione e le infrastrutture strategiche, che agevolano lo sviluppo delle imprese e dell’imprenditoria non solo agricola. Capodilista ha inoltro sottolineato che “c’è stato un taglio, in relazione alla nuova PAC del 10%. Vi è quindi una perdita di risorse importanti, ma vi è, allo stesso tempo, l’esigenza di cambiare i modelli e per fare questo c’è bisogno di supporto”.

All’intervento del Vicepresidente di Confagricoltura è seguita la domanda del Senatore Stefano Candiani (Lega), il quale ha tenuto a ribadire che “l’agricoltura non riguarda solo l’aspetto bucolico, ma è anche tutto ciò che sta a monte, sia in termini di quanto fatto fuori dal campo, ma anche in termini di post (trasferimento delle merci, ad esempio)”. Il Senatore ha chiesto infatti se vi fossero delle comparazioni in relazione agli altri Paesi sul quanto sta avvenendo nel settore agricolo.

A questo quesito è seguito l’intervento del Senatore Luca De Carlo (FdI), il quale ha ricordato che tra circa 30 anni “il 70% delle persone vivrà nelle grandi città, mentre il 30% nelle aree rurali”. Quindi, secondo De Carlo, i sostegni all’agricoltura devono mirare anche al recupero delle aree rurali. La possibilità di riconvertire anche le aree incolte ad aree agricole. Quindi il Senatore ha chiesto se il Vicepresidente di Confagricoltura non ritenga “che le politiche debbano orientarsi al riequilibrio delle aree rurali e se il sostegno al prodotto italiano nel recovery debba essere sancito in modo chiaro; se mezzi come il nutri-score e le etichettature a semaforo siano dannosi per l’Italia e magari favoriscano altri Paesi”.

Il Vicepresidente ha ribadito che la Confederazione ha delle proposte alternative ai sistemi di controllo attuali e che le aree rurali vanno effettivamente tutelate. “L’economia agricola, nel momento in cui finisce, produce effetti estremamente negativi, come la desertificazione”.

 

Photo credits: Winenews.it