Cultura

L’Etica post-borbonica di Napoli. Matrimonio sfarzoso e fiori al popolo

10
Gennaio 2018
Di Redazione

Piazza del Plebiscito per la cerimonia e Reggia di Caserta per il ricevimento. Andrea Bocelli che canta l’Ave Maria, la sposa che arriva in Rolls-Royce. Centinaia di azalee bianche a decorare navata e sagrato e scontornare un lungo tappeto candido, per abbellire la scalinata della Chiesa di San Francesco di Paola. Tante azalee quanti i curiosi, attirati da un insolito bianco accecante in un 5 gennaio uggioso di passeggio. Si uniscono Angela Ammaturo, AD del marchio d’abbigliamento “Frankie Morello” e l’avvocato Francesco Rossi Guarnera. In due luoghi simbolo dei Borboni, come la Piazza che ospita anche il Palazzo Reale e la Reggia di Caserta, meravigliosa residenza di caccia. Non è un matrimonio qualunque. E non solo per gli sposi, gli ospiti illustri e lo sfarzo. L’occasione è in realtà un’autentica rievocazione dello stile dei fasti di una Napoli lontana nel tempo ma ancora respirata a pieni polmoni dall’alta borghesia e dalla mai spenta nobiltà. Poi il coupe de theatre che non ti aspetti. E’ l’imbrunire, la Rolls è già a Caserta, ma le azalee sono rimaste al loro posto. E sono a disposizione di chiunque le voglia portare con sé. Un uomo ne arraffa una decina di vasi e si mette a venderle all’angolo della Piazza, mentre Via Toledo si riempie di donne con buste fiorite in mano, dirette a casa con un souvenir d’eccezione. I fiori lasciati al popolo sono un simbolo inequivocabile: l’Etica solidaristica di Napoli non è morta. E rivive ogni volta che la città riesce a pulire lo specchio in cui si riflette da secoli.    

 
 
P.B.
 
Photo Credits: Napoli Fanpage