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Pnrr, Fitto: «I lavori vanno avanti regolarmente». Il perché delle modifiche

01
Agosto 2023
Di Giampiero Cinelli

Nessuna rinuncia ai progetti, «i lavori vanno avanti regolarmente», ma solo uno spostamento di scadenze e obiettivi, abbandonando quelli che la Commissione europea ritiene non idonei. In sostanza è questo l’approccio che Raffaele Fitto, ministro per gli Affari Europei, ha spiegato oggi nell’informativa alla Camera sulle modifiche al Pnrr, dopo che in questi giorni si sono susseguite polemiche e indiscrezioni in merito alla cancellazione di alcuni investimenti e finanziamenti importanti, riferiti ad esempio agli alloggi per gli studenti e al dissesto idrogeologico. Raffaele Fitto ha detto che i soldi per il settore scolastico non vengono lasciati sul tavolo, ma differiti alla quarta rata, che incorporerà altri 500 milioni.

La terza rata è appena stata sbloccata dall’Ue, mentre si lavora alla quarta. Nel complesso, l’operazione che ha rivisto il Piano, coinvolgendo le due tranche di risorse, ha avuto bisogno di 47 interventi normativi, di concerto con la Commissione di Bruxelles, tramite varie riunioni. I cambiamenti sono stati approvati, ma manca ancora la convalida formale. Intanto il testo di modifica è stato presentato e oggi Raffaele Fitto ne ha discusso in Parlamento.

Gli asili nido

«Abbiamo ascoltato per giorni, e di questo sono dispiaciuto e deluso, della responsabilità di questo governo sul fronte degli asili nido. Questo è surreale – ha detto il ministro –. Noi nell’ambito degli asili nido abbiamo lavorato per individuare soluzioni e modificare gli obiettivi intermedi e abbiamo individuato 900 milioni aggiuntivi per un nuovo bando che dà una risposta su questa direzione. Altro che tagli. Si sta avviando una fase che completerà il suo iter entro il 2023 e ci consentirà di ricevere 35 miliardi che è l’intera somma prevista», ha sottolineato Fitto riferendosi alle risorse complessive della terza e quarta rata.

Il chiarimento sugli alloggi universitari

Rivolgendosi ai colleghi, l’esponente di Forza Italia ha sottolineato: «All’atto di insediamento del governo abbiamo verificato 25 obiettivi raggiunti e gli altri da raggiungere, è stato un lavoro molto complesso che ha visto 47 modifiche con interventi normativi e amministrativi. Sono stati raggiunti 54 obiettivi, spostandone uno sulla quarta rata, quello sulle residenze per studenti universitari. Questo ha comportato un accordo serio e costruttivo con la Commissione Ue, apprezzato reciprocamente».

Tutte le modifiche

A fronte di 63 riforme e 235 tra investimenti e subinvestimenti, per un totale di 298 misure, sono state proposte delle modifiche che riguardano 144 misure. «Ci sono diverse tipologie di modifiche che vengono proposte, le prime sono di carattere tecnico per correggere errori formali e dubbi formali e dubbi interpretativi che se non corretti ora rischiano di creare problemi nella parte finale. Una seconda parte, anche alla luce di dati oggettivi come l’aumento dei prezzi delle materie prime, propone uno degli spostamenti di risorse indicati dai singoli ministeri. Infine c’è una valutazione su 9 misure per le quali noi non stiamo dicendo quello che spesso ascolto, che revochiamo in finanziamento. Se così fosse non solo saremmo degli irresponsabili ma non avremmo capito nulla: abbiamo sviluppato una valutazione di merito sulle singole misure che è oggetto di un lavoro dettagliato e frutto dell’esperienza della terza e quarta rata», ha aggiunto Raffaele Fitto.

Su cosa c’è più incertezza

Il ministro però non ha negato che su alcuni punti ci potrebbero essere intoppi, senza per questo andare a diminuire le risorse chieste, ma se necessario rifinanziando in altri modi, soprattutto per quanto riguarda le risorse utili ai Comuni per la rigenerazione urbana. Sul caso della riqualificazione degli stadi di Firenze e Venezia, esclusi dal Pnrr per decisione dell’Ue, sembra proprio che il ricorso fatto dalle amministrazioni non potrà avere risvolti. C’è poi il capitolo dei piani urbani integrati, di cui alcuni progetti inseriti nel Piano, Fitto ha scoperto essere stati già avviati prima dell’accordo con l’Europa e con scadenza a breve. In merito il ministro ha detto di ritenere opportuno posticipare le scadenze, tuttavia facendo rientrare parte dei lavori nella sfera dei Fondi di Coesione, complementari ma diversi dal Pnrr, i quali non hanno scadenze precise. Stesso ragionamento potrebbe coinvolgere il RepowerEU, il programma di investimenti Ue sull’efficientamento energetico. Ad ogni modo, la strategia esposta serve a non far sì che delle potenziali mancanze vengano attribuite al governo in carica, che si trova a gestire una mole di progetti comunque non suoi. Il Piano deve essere completato entro il 2026, tutti gli sforzi e le scelte amministrative della Cabina di Regia, ha assicurato Fitto, vanno in quel senso.

Le reazioni dell’opposizione

Al responsabile del Pnrr ha risposto in Aula il capogruppo Pd in Commissione Bilancio di Montecitorio, Ubaldo Pagano: «Anche oggi il Ministro Fitto ha fatto il suo sermone in Parlamento senza aggiungere assolutamente nulla rispetto a quel poco che era già noto. Continua a ripetere che i progetti ‘espulsi’ dal Piano saranno finanziati con altri fondi eppure continua a non dire come e con quali fondi ciascun progetto troverà finanziamento. D’altronde, si guarda bene dal dare al Parlamento un elenco puntuale di questi interventi, forse perché ha paura della reazione di tutti quei territori che perderanno risorse e progetti». Mentre su Twitter Riccardo Magi, segretario di Più Europa, ha scritto: «Il ministro Fitto punta il dito contro le  opposizioni, contro le critiche, contro ‘la narrativa’. Fitto fa domande e non dà risposte. Sembra arrivato ieri. Cosa ha fatto il  governo fino a oggi? Perché non ha affiancato i Comuni nell’attuazione dei progetti? La verità è che la volontà di stravolgere la governance del Pnrr ha paralizzato la realizzazione del Piano per almeno 6 mesi e Fitto oggi assume questo atteggiamento vittimistico per nascondere le evidenti difficoltà del governo sul Pnrr».