In Parlamento

Manovra, ok del Senato. Ultima tappa alla Camera il 29 dicembre

22
Dicembre 2023
Di Giampiero Cinelli

Il Senato ha approvato con la fiducia il maxi emendamento sulla Manovra. Alla Legge di bilancio quindi ora manca l’ok della Camera per essere approvata definitivamente, il voto a Montecitorio è in programma il 29 dicembre senza la fiducia, in base agli accordi presi dai gruppi parlamentari. Il testo, come da consuetudine, deve diventare legge entro il 31 dicembre dell’anno in corso, pena l’attivazione dell’esercizio provvisorio, ma questo certamente non avverrà.

112 voti a favore, 76 contrari e 3 astenuti oggi a Palazzo Madama riguardo un testo con 12,5 miliardi in deficit, fatto per ridurre il costo del lavoro e confermare le misure riguardanti pensioni, benefit per i dipendenti e sussidi.

Gli stipendi

Attraverso il taglio dell’Irpef e di parte della quota contributiva in busta paga i lavoratori, a seconda delle fasce di reddito lordo, possono incrementare la loro retribuzione fino a 120 euro partendo da un minimo di 50. Gli aumenti in busta paga saranno maggiori quanto più è alto il reddito imponibile e andrà considerata nel complesso la riduzione delle aliquote Irpef, che passano da quattro a tre, con il primo scaglione che viene tassato al 23%.

C’è poi la conferma della detassazione dei premi di produttività anche per il 2024. La misura permette di applicare ai bonus riconosciuti ai lavoratori e alle lavoratrici in linea con precise procedure una imposta sostitutiva del 5% anziché del 10%.

Novità per le madri lavoratrici, le quali possono beneficiare dell’esonero contributivo previsto per chi ha tre o più figli. Per loro, esclusivamente per il 2024, si applicherà anche in caso di due figli.

L’esonero sarà pari al 100% dei contributi previdenziali, riconosciuto in busta paga alle lavoratrici con contratto a tempo indeterminato fino ad un massimo di 3.000 euro di importo da riparametrare su base mensile. I limiti all’applicazione della misura sono i seguenti: il raggiungimento del decimo anno del secondo figlio; il raggiungimento del diciottesimo anno del terzo figlio.

Dipendenti pubblici

In Legge di Bilancio le risorse per il rinnovo dei contratti pubblici, con 3 miliardi per il 2024 e 5 miliardi dal 2025. Le risorse saranno utilizzate a decorrere dal 2024 anche ai fini del riconoscimento agli statali dell’indennità di vacanza incrementata di un importo pari a 6,7 volte il suo valore annuale. Ulteriori 2 miliardi di euro, poi, sono previsti dal Dl fiscale per il pagamento in anticipo dell’indennità di vacanza contrattuale. Lo stipendio di lavoratori e lavoratrici statali il prossimo anno dovrebbe aumentare del 5,78%, pari a circa 170 euro mensili.

Pensioni, chi perde e chi guadagna

Il capitolo che fa più discutere è quello sulle pensioni. Quota 103 (62 anni e 41 anni di contributi) resta per il 2024 ma con delle penalizzazioni. Nello specifico: l’intera pensione sarà calcolata con il sistema contributivo e non più con il sistema misto; la misura dell’assegno non potrà risultare superiore a 2.272€ euro lordi al mese (cioè quattro volte il trattamento minimo Inps) sino al compimento dell’età di 67 anni.

Viene poi accresciuta la durata delle finestre mobili, cioè il tempo di attesa che deve trascorrere tra la maturazione dei requisiti e la percezione del primo rateo pensionistico. Rispetto agli attuali tre mesi (sei mesi per i dipendenti pubblici) l’attesa sale a sette mesi e a nove mesi per i dipendenti pubblici.

Quello dei sanitari è un tasto dolente. Le ex casse di previdenza amministrate dal Tesoro (CPDEL, CPI, CPS e CPUG) in possesso di meno di 15 anni di contribuzione al 31 dicembre 1995 subiranno la prevista riduzione delle aliquote di rendimento della pensione, ma solo se maturano i requisiti per la pensione anticipata dal 1° gennaio 2024 (cioè 41 anni e 10 mesi di contributi le donne e 42 anni e 10 mesi di contributi gli uomini, 41 anni di contributi i cosiddetti lavoratori precoci).

Sono esclusi, comunque, i soggetti che: sono collocati in quiescenza d’ufficio dall’amministrazione pubblica (es. per raggiungimento dei limiti ordinamentali, 65 anni); accedono alla pensione con requisiti diversi dalla pensione anticipata (es. lavori usuranti e/o notturni; ape sociale); hanno maturato un diritto a pensione entro il 31 dicembre 2023 (es. Quota 103; pensione di vecchiaia, pensione anticipata); sono già in pensione al 31 dicembre 2023.

Per il solo personale infermieristico la riduzione viene inoltre temperata in misura pari a un trentaseiesimo per ogni mese di posticipo dell’accesso al pensionamento, rispetto alla prima data di decorrenza utile. In sostanza la riduzione può essere azzerata ritardando di tre anni l’accesso alla pensione anticipata.

Le rivalutazioni

Non solo austerità sulla previdenza. In alcuni casi è prevista una rivalutazione: piena per le pensioni fino a 2.000 euro al mese; all’85% per quelle tra 4 e 5 volte il minimo, Al 22% per quelle oltre 10 volte il minimo. Viene confermata al 53% per gli assegni pari a 5-6 volte il minimo, al 47% per quelli tra 6 e 8 volte e al 37% per quelli tra 8 e 10 volte.

Altri provvedimenti

Stop all’Iva al 5% per i prodotti per l’infanzia. Una norma della manovra riporta al 10% l’imposta su pannolini, latte in polvere e assorbenti. I seggiolini per auto tornano al 22%.

Sale il bonus asilo nido per i bebè nati il prossimo anno con fratelli under 10. Ai nati da gennaio 2024 per i nuclei familiari con Isee fino a 40.000 euro con almeno un figlio di età inferiore ai dieci anni, l’incremento del buono asili nido è elevato a 2.100 euro. Il bonus asilo nido è programmato fino al 2029.

Dall’Isee sono esclusi, fino al valore complessivo di 50.000 euro, i titoli di Stato nonché i prodotti finanziari di raccolta del risparmio con obbligo di rimborso assistito dalla garanzia dello Stato.

Stop al pignoramento lampo previsto dalla prime bozze. Al fine di assicurare la massima efficienza dell’attività di riscossione, semplificando e velocizzando la medesima attività, nonché impedendo il pericolo di condotte elusive da parte del debitore, l’agente della riscossione può avvalersi, prima di avviare l’azione di recupero coattivo, di modalità telematiche di cooperazione applicativa e degli strumenti informatici, per l’acquisizione di tutte le informazioni necessarie al predetto fine, da chiunque detenute.

Ponte sullo Stretto

Ci sono effettivamente i fondi per il Ponte sullo Stretto di Messina. Come indicato in manovra, per il 2024 è autorizzata una spesa di 780 milioni, di 1.035 milioni per il 2025, di 1.300 milioni per il 2026, di 1.780 milioni per il 2027, di 1885 milioni per il 2028, di 1.700 milioni per il 2029, di 1.430 milioni per il 2030, di 1.460 milioni per il 2031 e di 260 milioni per il 2032.