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Consiglio europeo, le posizioni di Meloni che si scontra in Parlamento

28
Giugno 2023
Di Giampiero Cinelli

Domani e dopodomani si terrà il Consiglio Ue, un vertice dove sono ancora sul tavolo i principali nodi attuali, da discutere di nuovo per fare meglio. Quindi Ucraina, immigrazione, bilancio comunitario, riforma della governance europea, Mes.

La politica estera

Giorgia Meloni, la quale oggi ha informato le Camere sulla posizione del governo, che andrà a rappresentare, ha innanzi tutto chiarito che il sostegno a Kiev non cessa e non è negoziabile, spiegando che in merito ci sarà anche «il vertice Nato dell’11 e del 12 luglio a Vilnius in Lituania. giovedì 29 giugno è previsto, prima dell’avvio dei lavori a 27 del Consiglio europeo, un incontro di lavoro con il Segretario generale della Nato, Stoltenberg. In quell’occasione, il Consiglio ribadirà l’impegno dell’Unione come partner e fornitore di sicurezza globale, in complementarietà con l’Alleanza atlantica, per attuare la Bussola strategica e avanzare sui regolamenti per il rafforzamento dell’industria europea della difesa, anche mediante acquisti comuni. Si aprirà quindi un Consiglio europeo che dovrà esprimere segnali ambiziosi di un’Europa capace di proteggere imprese e cittadini. Tema centrale, soprattutto grazie all’impegno italiano, sarà quello delle migrazioni», ha sottolineato il Premier.

Flussi migratori

Circa il tema migratorio, appunto, Giorgia Meloni ha espresso cordoglio per quanto accaduto sulle coste greche e poi ha detto che tragedie come queste avvengono perché spesso non si ha l’approccio giusto alle questioni del “Sud del mondo”, ricollegandosi ad esempio al fatto che la Tunisia in grave crisi vada aiutata, e di questo si discuterà, ma rimarcando anche il sistema poco efficace di gestioni dei flussi, dove troppo spesso vengono sovrapposti migranti economici e legittimi titolari di protezione internazionale. Secondo il presidente «Il rapporto con i Paesi di origine e di transito deve essere considerato prioritario e deve concretizzarsi attraverso partenariati equilibrati, finanziati con risorse adeguate, tema che intendiamo porre nel quadro della revisione del bilancio settennale dell’Unione».

Inflazione e Bce

Da notare anche il passaggio di Giorgia Meloni sull’inflazione, che gli europei avevano «quasi dimenticato» e che mette a dura prova le famiglie, colpendo i «meno abbienti» e chi ha «redditi fissi». Dunque il premier ha reputato le politiche sui tassi della Bce «semplicistiche», in quanto non aiutano le fasce deboli e non affrontano il problema da una prospettiva più ampia.

La Cina

Domani sarà anche un Consiglio in cui si terrà una discussione strategica sulla Cina. Il Premier ha osservato come sia stato troppo frettoloso far entrare Pechino nell’Organizzazione Mondiale del Commercio senza analizzare bene le conseguenze, tuttavia ha dichiarato che Cina ed Europa sono ormai economie interdipendenti e che il commercio cinese sia di estremo interesse per l’Italia. Non si evince comunque un messaggio chiaro su cosa farà l’Italia rispetto al rinnovo del partenariato strategico con Pechino (la via della Seta).

Il Mes

«Voglio dire con serenità, ma anche con chiarezza, che non reputo utile all’Italia alimentare in questa fase una polemica interna su alcuni strumenti finanziari, come ad esempio il Mes. L’interesse dell’Italia oggi è affrontare il negoziato sulla nuova governance europea con un approccio a pacchetto, nel quale le regole del Patto di Stabilità, il completamento dell’unione bancaria e i meccanismi di salvaguardia finanziaria si discutano nel loro complesso, nel rispetto del nostro interesse nazionale. Prima ancora di una questione di merito, c’è una questione di metodo su come si faccia a difendere l’interesse nazionale italiano». L’idea della Meloni sulla faccenda del Fondo Salva Stati è molto chiara in queste dichiarazioni e ricalca l’analisi che The Watcher Post ha svolto sul tema. Insomma Giorgia Meloni ritiene che lo strumento Mes sia obsoleto e che convenga di più puntare su una revisione organica del modello finanziario europeo, il quale se andasse in porto renderebbe il Mes poco utile, considerando che, a suo dire, già così com’è risulta poco funzionale all’Italia.

Le risposte delle opposizioni

«Tenere bloccati venti Paesi per ragioni ideologiche e per non dire la verità alle italiane e agli italiani, e cioè che ratificare il Mes non vuol dire chiedere l’attivazione, vuol dire essere un governo irresponsabile. E Meloni ci sta mettendo in imbarazzo anche rispetto agli altri interlocutori internazionali». Così Elly Schlein in un punto stampa a Bruxelles.

Giuseppe Conte ha parlato sul caro vita: «Diciamo a Meloni che la favola dell’underdog non funziona più. Gli italiani vogliono risposte, non ce la fanno più a reggere il caro vita e non possono essere accondiscendenti con questo governo. Oggi per la prima volta ha riconosciuto che l’inflazione sia una tassa occulta, noi lo diciamo da mesi. Non può venire in Aula a recitare il ruolo di analista finanziario, cercando nella Bce il nemico di turno. È lei che governa il Paese e che dovrebbe trovare soluzioni. Siete a corto di idee? Prendete gli extra profitti». E poi giudicando i rapporti bilaterali: «In Europa si va con le idee chiare. Meloni cerca di compiacere tutti, ma finirà con non compiacere gli italiani. In Europa addirittura ha suscitato gli applausi dei falchi dell’austerità. Domani al Consiglio Ue si terrà una discussione strategica sulla Cina, Meloni ne ha parlato per vari minuti ma non ci dice cosa farà sul rinnovo dell’accordo per la via della Seta».

La mozione di maggioranza è stata approvata tra aspre polemiche e sequele di botta e risposta, a cui anche Giorgia Meloni non si è sottratta. Dalla sua ha i partiti alleati, che sulle questioni internazionali non tentennano.

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