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Made in Italy, la Ue esclude salumi e vino dalla lista dei cibi dannosi. Semaforo verde ai finanziamenti

09
Dicembre 2022
Di Giampiero Cinelli

Sul Made in Italy arriva la prima vittoria del governo italiano in Ue. La Commissione europea ha escluso dalla lista dei cibi per i quali è vietata la promozione i salumi, la carne, il vino e la birra. Ciò significa che riguardo a questi prodotti si potranno ricevere finanziamenti per l’anno 2023 e tra i marchi papabili ci sono sicuramente il prosciutto San Daniele, il Chianti Classico, la Chianina. Il regolamento europeo che norma i finanziamenti alla promozione è il 1144/2014, muovendo nell’anno venturo una somma di 185 milioni di euro.

Secondo Coldiretti sarebbe stata «una scelta del tutto ideologica che avrebbe chiaramente danneggiato l’agroalimentare italiano, che fa di queste specialità uno dei suoi assi portanti». Ma l’azione di convincimento è stata multilaterale, vedendo schierate anche Francia, Spagna, Paesi Bassi, Polonia e altri. Così la Commissione ha presentato un programma diverso rispetto a quello approntato fino a novembre. L’interlocuzione delle associazioni di categoria con i Commissari Timmermans, Wojciechowski e Gentiloni è stata ovviamente sollecitata dal nuovo governo a cui spetta adesso restare vigile e mantenere una strategia di lungo termine.

L’agroalimentare per Roma è un ambito economicamente più che rilevante. Il settore bovino rappresenta il 4% di tutto il fatturato per 6 miliardi di euro, con 230.000 addetti e 135.000 aziende. Nel vino siamo i primi produttori mondiali, realizzando 50 milioni di ettolitri l’anno. L’export è in crescita, sebbene non abbia superato quello francese si piazza ancora al secondo posto in assoluto, e siccome con la guerra i costi di produzione sono aumentati del 35%, sarebbe stato assolutamente negativo non disporre dei finanziamenti europei. Tutti i dati citati sono di Coldiretti, Assocarni e Ismea.

«La politica di promozione Ue deve continuare a sostenere tutti i prodotti agricoli dell’Unione respingendo gli atteggiamenti discriminatori che rischiano di favorire la propaganda del passaggio a una dieta unica mondiale, dove il cibo sintetico si candida a sostituire quello naturale – ha commentato il Consigliere delegato di Filiera Italia, Luigi Scordamaglia –. Il giusto impegno della Commissione Europea per tutelare la salute dei cittadini non può tradursi in decisioni semplicistiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate. L’equilibrio nutrizionale va infatti ricercato tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera e non certo condannando lo specifico prodotto». «Necessario mantenere alta la guardia perché nel prossimo regolamento non si torni a demonizzare alcuni prodotti invece che lavorare a una corretta informazione sulla quantità di alimenti che devono essere consumati nell’arco della giornata», ha affermato Ettore Prandini, presidente di Coldiretti.

Il Ministro dell’Agricolutura e della Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida ha dichiarato: «È una notizia importantissima per tutta la nazione, una vittoria che abbiamo ottenuto lottando con determinazione a difesa delle eccellenze italiane. Non solo, adesso ci sono anche più risorse economiche per le Indicazioni Geografiche, con altri 2 milioni di euro, proprio come avevamo chiesto noi, tutto questo dimostra che il nostro nuovo approccio paga. Il cambio di passo del Governo Meloni, il lavoro di squadra, l’attenzione al mondo agroalimentare sono gli strumenti con cui difendiamo il prodotto italiano e diamo risposte precise a esigenze che erano rimaste insoddisfatte ormai da troppo tempo».

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