Food

Carovita, pochi spiragli. Pesa il carrello con la pasta alle stelle

10
Maggio 2023
Di Redazione

Lo si capisce sia a occhio nudo sia con la teoria. I prezzi dei beni e dei servizi in Italia si mantengono ancora a un livello medio troppo alto. Il carovita resta e dunque la lotta all’inflazione dovrà continuare, il problema è che per contrastarla i sacrifici toccano innanzitutto le fasce sociali meno abbienti.

I profitti veleggiano
Come ha rilevato in questi giorni l’Istat nell’ultimo rapporto riferito a marzo, le vendite al dettaglio flettono dello 0,3% ma restano a valore invariato. Significa che i prezzi non stanno calando nonostante i consumatori abbiano ridotto i loro acquisti e i costi di produzione per i fornitori siano in diminuzione. Si tratta della cosiddetta “inflazione da profitti”, fenomeno meno ricorrente di cui si parla poco, trattato in un recente studio di Mediobanca. Come effetto, la spesa alimentare degli italiani è calata complessivamente di 7,1 miliardi di euro su base annua, con una riduzione media di 377 euro se si considera un nucleo con due figli, fa sapere Assoutenti.

Dieta forzata
La dieta forzata è sempre un pessimo segno e necessita l’intervento delle istituzioni, in un contesto dove il listino persiste nel non adeguarsi a valori di mercato effettivi. Il segnale d’allarme si vede senza dubbio al supermercato. Tra i prodotti più proibitivi ci sono quelli latto-caseari: il latte fresco intero è aumentato del 18,8%, quello parzialmente scremato del 22,6%. Lo yogurt costa il 20% in più mentre i formaggi freschi il salgono del 26,9%. Anche le uova sono più care, ma in questo ha inciso l’influenza aviaria di inizio anno e bisognerà aspettare che nascano nuove galline non infette.

Pasta alle stelle
Il tasto dolente però è senza dubbio la pasta, su cui il Codacons ha rilevato una speculazione evidentissima decidendo di presentare un esposto all’Autorità per la concorrenza. Pochi giorni fa il Ministero del Made in Italy ha convocato la Commissione d’allerta, sulla base del dato Istat secondo cui i rincari medi della pasta sono stati del 18,2% rispetto allo scorso anno, con ricadute pari in media a +25,5 euro annui a famiglia. La città dove un piatto di spaghetti costa di più è Ancona, 2,44 euro al Kg. A Siena il rincaro più elevato: in un anno +58,4%, 2,17 euro al Kg. Nella capitale un chilo di pasta costa 2,30 euro, a Milano 2,15 euro, Genova 2,38, a Napoli si scende a 1,88 euro. La più conveniente Cosenza, dove si mangia un chilo di pasta per 1,48 euro. La media nazionale è 2,13 euro (dati Mimit).

Ma il costo del grano duro, sottolinea Coldiretti, in un anno è sceso di oltre il 30% (il doppio dell’inflazione), toccando i 36 centesimi al kg, che non consentono di coprire nemmeno i costi di produzione. I prezzi rilevati dall’Osservatorio del ministero, pressoché uniformi in tutta Italia, salgono (di poco) a 38 centesimi. Si capisce appunto che esiste una sproporzione tra costi e prezzi finali, non più giustificati da carenze rilevate lo scorso anno che sono in via di risoluzione.

Energia
Resta poi il tasto dolente dei servizi. La bolletta del gas torna a crescere ad aprile. Dopo 3 mesi di riduzioni i prezzi salgono al +22,4% rispetto a marzo. Ciò può essere dovuto alla riduzione dello sconto UG2 e al ritorno degli oneri di sistema.

Per quanto riguarda la benzina il prezzo medio in modalità self è 1,829 euro al litro. Il diesel self è 1,677 euro al litro (contro 1,682). Sul servito per la benzina il prezzo medio praticato è 1,971 euro al litro. La media del diesel servito è 1,823 euro al litro. I prezzi praticati del Gpl si trovano tra 0,762 e 0,785 euro al litro. Infine il metano mostra prezzi medi tra 1,581 e 1,659 euro al kg. Anche qui la situazione è in via di miglioramento ma non ancora agevole.