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Papà e lobbisti, come conciliare i due “lavori”? E cosa fanno le aziende?

19
Marzo 2024
Di Fabiana Nacci

Oggi è la festa del papà. Ma cosa vuol dire oggi essere papà? Anzi, come è possibile fare i papà, compatibilmente con il lavoro? Nel lavoro di lobbista, come in altri, la sfida è complicata. Orari frenetici, periodi dell’anno di grande fermento, relazioni, convegni, incontri. Ma niente è impossibile e spesso l’unione, come sempre, fa la forza. Dopo le mamme, abbiamo sentito anche i papà. Ce ne hanno parlato Michelangelo Suigo, External relations, communication & sustainability director di INWIT Spa, Massimiliano Cardullo, Head of government and local authorities relations di Aeroporti di Roma, ed Enrico Stefano, Senior public policy manager di Lime Italy.

Quali sono le best practice e le policy in materia di welfare e di sostegno alla condivisione dei carichi di cura messe in pratica dalla sua azienda?
Michelangelo Suigo: «Il “work life balance” è per le aziende la sfida del futuro: non è un caso che molti imprenditori illuminati e aziende innovative abbiano fatto tesoro di questo concetto per permettere ai dipendenti di coniugare i carichi di lavoro con quelli familiari. INWIT è una realtà giovane e ha “ascoltato” questa esigenza molto sentita dalle giovani generazioni, ad esempio confermando lo smart working diffuso per tutte le colleghe e i colleghi. L’assicurazione sanitaria integrativa è un benefit significativo per dipendenti e familiari a carico, oltre a check up aziendali che garantiscono controlli di prevenzione. È possibile il rimborso parziale delle spese per asilo nido e materna e tutti possono beneficiare di convenzioni su tempo libero, viaggi e istruzione. Lo scorso anno, infine, è stato riconosciuto a tutto il personale non dirigente un bonus contro il carovita di € 1.000 netti».
Massimiliano Cardullo: «In ADR consideriamo il capitale umano il pilastro del nostro successo. Il nostro motto è “Together, Beyond Fliyng”. Insieme oltre il volo non è un semplice slogan ma un vero impegno. Dal mio ingresso in ADR mi sono reso subito conto dell’attenzione che viene riservata al welfare aziendale con un importante focus sul supporto alla genitorialità. ADR Family fornisce delle soluzioni per la famiglia e per la cura-assistenza dei propri cari: seminari sulla genitorialità, una “cassetta degli attrezzi” per affrontare le fasi della crescita e del cambiamento dei propri figli; asilo aziendale per i figli dei dipendenti di tutte le società del gruppo ADR; ADR Camp, un contributo destinato ai genitori che potranno scegliere in autonomia le location dei centri estivi per i propri figlie e tanto altro».
Enrico Stefano: «Ho la fortuna di lavorare in un’azienda che pone il benessere dei propri dipendenti al primo posto. La possibilità di lavorare da remoto in primis è un indubbio vantaggio, che consente facilmente di portare i bambini a scuola la mattina o seguirli in alcune attività extra del pomeriggio. Inoltre, è consuetudine mettere a disposizione dei dipendenti giorni aggiuntivi di ferie durante le festività natalizie, così da passare serenamente in famiglia i giorni più belli dell’anno. Infine, il rapporto di totale fiducia con il mio Responsabile mi consente di gestire ed organizzare i carichi di lavoro in totale armonia con gli impegni familiari».

Come riesce a bilanciare la sua vita privata di papà con quella lavorativa?
M.S: «La natura del nostro lavoro richiede un impegno costante per costruire e mantenere rapporti con una vasta gamma di stakeholders, che spesso si estende oltre i canonici luoghi e orari d’ufficio. Questo ci porta ad essere costantemente “always on”, sempre pronti a rispondere alle esigenze delle nostre reti professionali. Quindi cerco di capitalizzare al meglio gli spazi di relax trascorrendoli con i miei figli, ormai grandi e meravigliosi. Con Andrea e Valentina condivido non appena posso vacanze e week end, coltivando le nostre passioni comuni per lo sci, la montagna e il mare. Coniugare l’essere genitori con il lavoro aggiunge un altro livello di complessità al nostro equilibrio tra vita professionale e personale. A mio avviso abbiamo la responsabilità non solo di perseguire il successo professionale, ma anche di essere presenti e sostenere i nostri figli nel loro sviluppo e crescita. Pertanto, per me è essenziale dedicare del tempo di qualità alla famiglia».
M.C: «Un ruolo fondamentale riveste mia moglie, che ha ben compreso le peculiarità del mio ruolo aziendale. Così facendo mi supporta nel rapporto con i miei figli e mi consente di affrontare serenamente la quotidianità ma anche le emergenze del mio lavoro. Da parte mia cerco di condividere con i miei figli ogni momento a disposizione e dedicare alla mia famiglia quasi interamente il mio tempo libero. Parte del quale è dedicato a fargli capire che lavoro faccio, ma con scarsi risultati. Temo infatti che oggi, data la ricorrenza, venga loro chiesta la professione del papà e loro risponderanno semplicemente che lavora in aeroporto».
E.S: «Il nostro è un lavoro sicuramente complesso e di grandi responsabilità, che ci porta talvolta ed essere fuori per alcuni giorni o in orari non “canonici” come la mattina presto o la sera tardi. Ma allo stesso tempo consente di ritagliarsi qualche momento in famiglia quando magari meno te lo aspetti».

Un consiglio che, sulla base della sua esperienza, si sente di voler dare ai giovani lobbisti per individuare un giusto equilibrio tra vita privata e vita lavorativa.
M.S: «La nostra, in una logica di comunicazione integrata, è una professione multidisciplinare e come tale richiede una preparazione ad ampio spettro di conoscenze: diritto, economia, comunicazione, advocacy, unitamente ad una solida dimestichezza con i processi e le dinamiche politico-istituzionali. Tuttavia, è fondamentale mantenere sempre un corretto equilibrio tra lavoro e vita privata. Ovviamente è una sfida che richiede una pianificazione attenta e una consapevolezza dei nostri limiti. Integrare con successo questi due ambiti può portare a una vita più ricca e appagante, sia sul piano personale che professionale».
M.C: «Mi riaggancio a quanto detto prima e cioè trovare una persona accanto che comprenda le caratteristiche del nostro lavoro. Anche l’importanza che per la nostra professione riveste una attività di relazioni e networking. In presenza di figli è necessario sapersi organizzare, tentando quanto più possibile di partecipare alla loro vita».
E.S: «Ho il piacere di lavorare in una realtà dinamica e impegnata a risolvere le sfide dei prossimi decenni. Ho trovato così molto utile e stimolante per tutti condividere in famiglia gli aspetti più stimolanti del mio lavoro, rendendoli partecipi del mio impegno e coinvolgendoli nelle scelte o progressi intrapresi».