Da Bruxelles / Esteri

Consiglio e Parlamento Ue siglano accordo su 50 miliardi di euro a Kiev

06
Febbraio 2024
Di Ilaria Donatio

Il Consiglio e il Parlamento europeo hanno raggiunto, nella notte, un accordo provvisorio sull’istituzione di un nuovo strumento unico dedicato a sostenere la ripresa, la ricostruzione e la modernizzazione dell’Ucraina, sostenendo al contempo gli sforzi del Paese per realizzare le riforme nell’ambito del percorso di adesione all’Ue. Lo strumento per l’Ucraina avrà un budget totale di 50 miliardi di euro, come previsto nelle conclusioni del Consiglio Ue straordinario dello scorso primo febbraio. 

Tra due anni la Commissione europea presenterà, nell’ambito del prossimo bilancio comunitario 2028-2034, una eventuale revisione del pacchetto ucraino. Inoltre, l’applicazione del meccanismo che condiziona l’esborso dei fondi europei al rispetto dello stato di diritto, dovrà essere proporzionata e imparziale. Solo in questo modo, il Consiglio straordinario, alla fine, ha trovato un accordo sul pacchetto di aiuti finanziari da 50 miliardi di euro per l’Ucraina (17 miliardi in sovvenzioni e 33 miliardi in prestiti).

Di questo si è discusso oggi, a Strasburgo nel dibattito sui risultati dell’ultimo Consiglio europeo straordinario del 1º febbraio, il primo del nuovo anno, con i presidenti Charles Michel e Ursula von der Leyen.
L’ultimo vertice dei capi di Stato e di governo Ue si era tenuto lo scorso 14 e 15 dicembre, ma Charles Michel ha riconvocato i leader a Bruxelles per discutere di come rafforzare il bilancio a lungo termine dell’Ue, che è “venuto a trovarsi sotto pressione” di fronte “a sfide senza precedenti e impreviste, tra cui la guerra di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina, la pandemia globale di COVID-19 e l’aumento dei tassi di interesse”.

Nella sua lettera di invito ai leader europei, il presidente del Consiglio Ue Michel aveva sottolineato l’importanza di proseguire la discussione, ricordando che “nella nostra ultima riunione di dicembre, 26 leader hanno sostenuto con fermezza uno schema di negoziato equilibrato”. A causare lo stallo era stato il premier ungherese, Viktor Orban, mettendo il veto sui fondi all’Ucraina. 

L’opposizione dell’Ungheria è venuta meno grazie a due accorgimenti politico-giuridici: per settimane, il premier Orbán si è rifiutato di dare il suo accordo al programma pluriennale di aiuti all’Ucraina, chiedendo la possibilità di rinnovare anno per anno e all’unanimità dei paesi il sostegno a Kiev. La richiesta è sempre stata ritenuta inaccettabile.

L’assistenza finanziaria a Kiev
Lo strumento per l’Ucraina è strutturato in tre pilastri: sostegno diretto al bilancio statale; un quadro per attrarre investimenti pubblici e privati per la ripresa e la ricostruzione; assistenza tecnica e altre misure di sostegno alle riforme, nonché sovvenzioni a copertura degli oneri finanziari per i prestiti al governo ucraino.

«Gran parte dell’attenzione intorno al Consiglio europeo straordinario si è concentrata sul nostro Fondo per l’Ucraina da 50 miliardi di euro. E giustamente», ha detto la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen intervenendo alla Plenaria dell’Eurocamera. «Stiamo fornendo all’Ucraina non solo i finanziamenti necessari per far funzionare l’economia, ma anche una forte prevedibilità per i prossimi quattro anni. Questo Parlamento ha sostenuto la nostra proposta fin dall’inizio. Oggi vorrei ringraziarvi per il vostro incrollabile sostegno. Questo è ciò che significa essere al fianco dell’Ucraina per tutto il tempo necessario. Con la vostra approvazione, saremo in grado di effettuare importanti pagamenti all’Ucraina già a marzo». 

Ma «per la prima volta», ha sottolineato von der Leyen, «noi rivediamo il bilancio europeo perché sono sopravvenute priorità che richiedono risorse straordinarie». Oltre all’Ucraina, l’immigrazione irregolare e le calamità naturali su cui, dice, «la solidarietà europea è importante per mostrare ai cittadini quanto l’Europa sia presente». 

«Sono molto soddisfatta di aver ottenuto l’80% dei fondi che avevamo chiesto: abbiamo dovuto fare delle scelte difficili, ma il risultato è molto buono. Ora saremo in grado di intensificare la lotta all’immigrazione irregolare e di proteggere meglio le nostre frontiere esterne. Ora, abbiamo i mezzi per impegnarci ancora di più con i Paesi del vicinato meridionale. E sono molto lieta che il piano di crescita per i Balcani occidentali abbia ora una solida base finanziaria», ha sottolineato von der Leyen, aggiungendo: “Saremo inoltre in grado di migliorare la nostra risposta alle catastrofi naturali negli Stati membri e alle crisi crisi umanitarie, ad esempio a Gaza».

«I due ultimi Consigli europei hanno mostrato che non ci lasciamo intimidire dalla Russia e che sosterremo l’Ucraina finché necessario». Ha detto il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, lanciando «un appello solenne alla Camera dei Rappresentanti degli Usa affinché sblocchino i 60 miliardi di dollari necessari a garantire la stabilità finanziaria dell’Ucraina». 

«Vorrei approfittare di questo momento per lanciare con voi un appello solenne alla Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti affinché i 60 miliardi possano essere rapidamente sbloccati per garantire la stabilità finanziaria dell’Ucraina».

Von der Leyen agli agricoltori: ritiro proposta sui pesticidi
E soffermandosi sulle proteste dei trattori in tutto il continente, Michel ha aggiunto: «Gli agricoltori meritano di essere rispettati per il lavoro gigantesco che fanno a nostro servizio e per il ruolo che svolgono nella lotta al cambiamento climatico». Va affrontata però «la questione di redditi equi», occorre mettere in campo «sforzi per ridurre la burocrazia, per avere regole di gioco eque», ha spiegato.

Gli agricoltori europei meritano di essere «ascoltati», ma sanno anche che l’agricoltura deve «passare ad un modo di produzione più sostenibile» ha sostenuto a sua volta von der Leyen che ha annunciato: «Proporrò al Collegio di ritirare la proposta sull’uso sostenibile dei pesticidi: la Commissione ha proposto il regolamento Sur (sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, ndr) con il nobile obiettivo di ridurre i rischi dei prodotti fitosanitari chimici. Ma la proposta è diventata un simbolo di polarizzazione», ha lamentato la Commissaria ed è stata respinta dal Parlamento europeo: «per questo motivo proporrò al Collegio di ritirare la proposta».

Difesa e solidarietà europee
«Non abbiamo consentito a Orban di ricattare l’Ue, Viktor Orban è tornato a Budapest a mani vuote», ha detto il capogruppo del Ppe, Manfred Weber, durante il suo intervento sulle conclusioni dell’ultimo vertice europeo. «Il Consiglio Ue ha dato luce verde ad un piano per la ripresa dell’Ucraina e del popolo ucraino. Desidero ringraziare tutti voi per il contributo dato a questo risultato», ha aggiunto Weber. «Voglio anche ringraziare la forte leadersihp di Donald Tusk che ha svolto un ruolo importante: è stato importante che ci fosse e che abbia mostrato una direzione chiara», ha concluso il leader dei popolari.

«Chi pensa di ricattare l’Europa sull’Ucraina non va assecondato ma isolato e combattuto», ha detto nel suo intervento l’eurodeputato di Italia Viva, Nicola Danti, vicepresidente di Renew Europe, «fino ad utilizzare, se necessario, l’articolo 7 dei trattati per privare l’Ungheria del diritto di voto e sospenderla dai finanziamenti comunitari».

E nelle sue conclusioni, a fine dibattito,  il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha citato il sogno che aveva Jean Monnet, politico francese, tra i padri fondatori dell’Unione Europea e primo sostenitore, a metà del secolo scorso, di una politica di difesa comune: «Non ci sarà pace in Europa» – affermava – «se gli Stati verranno ricostituiti sulla base della sovranità nazionale (…) Gli Stati europei sono troppo piccoli per garantire ai loro popoli la necessaria prosperità e lo sviluppo sociale. Le nazioni europee dovranno riunirsi in una federazione».

«Finora abbiamo addestrato oltre 40.000 soldati ucraini, l’Unione e gli Stati membri hanno mobilitato attrezzature militari per 28 miliardi di euro e l’industria europea della difesa ha aumentato del 40% la sua capacità di produzione di munizioni. Entro il mese prossimo avremo consegnato oltre mezzo milione di proiettili d’artiglieria. Più di un milione entro la fine dell’anno. Guardando al futuro, dobbiamo pensare alle capacità di difesa dell’Ucraina come parte delle nostre capacità di difesa», ha concordato von der Leyen.

E ha concluso: «In ogni lotta è sempre la parte che lotta che ha più forza, perché è motivata a non perdere quello che ha. L’Ucraina ha dimostrato quanto è forte per se stessa ma anche per noi e i nostri valori, per la libertà e la democrazia: tutto quello che Putin avversa e contro cui combatte. Ecco perché io mi sono convinta che l’Ucraina avrà la meglio e l’Europa sarà sempre al suo fianco».