Esteri

Aspettando il vertice di Versailles, l’Europa geopolitica guarda a est

09
Marzo 2022
Di Federico Trenta

Il tema dell’allargamento dell’Unione europea è tornato prepotentemente al centro del dibattito politico negli ultimi giorni, quando Ucraina (28 febbraio), Moldavia e Georgia (3 marzo) hanno presentato la loro domanda di adesione. Sono dunque ora 10, tra candidati e potenziali tali, i Paesi che hanno fatto richiesta di ingresso nell’Unione europea, aumentando la pressione su Bruxelles in un momento quanto mai delicato.

La richiesta di Ucraina, Moldavia e Georgia non arriva come un fulmine a ciel sereno. I tre Paesi sono infatti già membri del Partenariato orientale, un programma di associazione nel quadro della politica di vicinato dell’Unione europea che comprende anche Armenia, Azerbaigian e Bielorussia. Forti dei loro accordi di associazione in essere con l’UE, nel 2021 Ucraina, Moldavia e Georgia hanno firmato un memorandum per una maggiore integrazione europea e avviato una serie di confronti con Bruxelles; l’ultimo, a novembre 2021 con il Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel.

Sebbene il percorso di integrazione dell’Associated Trio (così si fanno chiamare Ucraina, Moldavia e Georgia) sia iniziato tempo fa, il timing delle richieste di ingresso nell’Unione Europea non è certamente casuale. L’escalation che ha portato al conflitto in corso sul territorio ucraino ha accelerato le volontà di questi Paesi di legarsi all’UE e affrancarsi dall’influenza russa, compiendo una scelta di campo politicamente chiara. In particolare, l’Ucraina ha chiesto una procedura speciale e più rapida in virtù della situazione eccezionale in cui si trova.

Con una risoluzione approvata quasi all’unanimità, il Parlamento Europeo ha già chiesto alle Istituzioni rilevanti di “adoperarsi per concedere all’Ucraina lo status di paese candidato all’adesione all’UE”, ma le dichiarazioni di alcuni Commissari e le conclusioni dell’ultimo Consiglio Europeo, sembrano frenare le ambizioni del Presidente Zelens’kyj, così come quelle dell’Associated Trio. Tralasciando gli ostacoli tecnici del processo di adesione, uno dei timori di Bruxelles è quello di incrinare i rapporti con quei Paesi candidati i cui negoziati sono in stallo da troppo tempo proprio per le opposizioni di alcuni Stati Membri.

L’Unione Europea è chiamata dunque a dare una risposta politica al tema dell’allargamento, nel momento più critico del continente dal dopoguerra. Una dichiarazione forte da parte dei leader europei che si riuniranno a Versailles giovedì e venerdì sotto l’egida della Presidenza francese del Consiglio dell’UE costituirebbe un passo in avanti decisivo per l’Europa geopolitica che vorrebbe la Presidente della Commissione von der Leyen e che lo scenario internazionale richiede. Il rilancio del processo di allargamento europeo e forse dell’Unione stessa passa da Versailles.

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