Esteri

Trovato l’accordo sul tetto al prezzo del gas. Germania in linea con l’Italia. L’Olanda si astiene

19
Dicembre 2022
Di Giuliana Mastri

Trovato l’accordo sul tetto al prezzo del gas. Sarà 180 euro al megawattora, come concordato nella riunione dei ministri Ue dell’energia. Alla fine anche la Germania si è allineata, avallando la richiesta di 16 Paesi decisi a raggiungere una soglia molto sotto i 200 euro. L’Italia puntava ai 160 MWh. L’Ungheria ha espresso parere contrario mentre Paesi Bassi e Austria si sono astenuti. L’intesa è lo specchio di una maggioranza qualificata, di nazioni che assieme rappresentano più del 65% della popolazione europea.

La proposta iniziale della Commissione era di 275 euro, ma viste tutte le condizioni per far scattare il meccanismo europeo sul prezzo del gas, non avrebbe potuto essere utilizzato neppure lo scorso agosto, quando ci fu il picco. Attualmente il prezzo a un mese al Ttf (mercato olandese) è attorno a 110 euro/MWh.

Infatti è stato deciso che il differenziale del prezzo al Ttf con gli indici di riferimento globali deve trovarsi a 35 euro. I giorni necessari in cui il prezzo deve superare i 180 euro a megawattora, perché scatti il meccanismo di correzione, saranno tre. L’accordo entra in vigore dal 15 febbraio.

“Il Consiglio Energia ha approvato il tetto al prezzo del gas. La vittoria dei cittadini italiani ed europei che chiedono sicurezza energetica. La vittoria dell’Italia che ha creduto e lavorato per raggiungere questo accordo”, scrive in un tweet il ministro per l’Ambiente e la sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin.

Oltre i contenuti politici, che devono essere ora formalizzati, si dovrà capire dal punto di vista tecnico quali saranno le specifiche. Cioè in che modo le contrattazioni saranno limitate all’interno di un certo range di prezzo, dal momento che sono agganciate ad un asta borsistica che è quella olandese (Ttf). Probabilmente, proprio riformando quella borsa, che avrà delle regole precise, o anche, come si era discusso, creando delle aste alternative disponibili per fornitori e compratori, i quali saranno in grado di scegliere come muoversi quando il mercato si surriscalda. Ad ogni modo, se gli investitori sanno che il Ttf verrà modificato, già questo potrebbe bastare a frenare movimenti che poco hanno a che vedere con i costi reali della materia prima. Un altro punto interrogativo importante sarà quello relativo all’asta marginale. Ovvero la prassi per cui il prezzo finale della contrattazione giornaliera è sempre quello dell’offerta più alta. Nelle prossime ore le autorità saranno certamente impegnate rispondere a domande del genere.

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