Economia

UE: Recovery Fund sia un Piano Marshall II

23
Aprile 2020
Di Redazione

 

Un Consiglio europeo che farà la storia. Oppure una nuova puntata de "L'insostenibile leggerezza dell'essere" dell'Unione europea. Stasera (o al massimo domattina) l'ardua sentenza. "Gli aiuti da Bruxelles arriveranno, ma l'Italia li sappia spendere", ammonisce il presidente dell'Europarlamento. La partita decisiva per combattere seriamente la crisi provocata dal Covid-19 è aperta. Bisogna dare una spinta decisiva alla fase di ricostruzione che si sta aprendo. L'intero sistema economico globale ha mostrato la sua debolezza, i castelli della finanza si stanno dimostrando piuttosto instabili, e i segnali che arrivano dai mercati con la domanda di petrolio a picco e l'inizio di una battaglia commerciale protezionsita sul cibo (ha iniziato il riso, ma seguiranno altre commodities).

Scrivo di mercati perché il Recovery Fund dovrà finanziarsi sul mercato, con l'emissione di obbligazioni, cioè titoli comuni a più Paesi europei. E' proprio qui (forse) che qui si fa l'Europa o si muore. Un'Europa equa e solidale, in grado di far fronte comune (davvero) ad un'emergenza globale, imprevista e dalla consistenza e durata al momento ancora molto incerte.

Sul piatto dell'UE ballano 1500 miliardi di euro, garantiti con l'emissione di bond. No, non James Bond. Ma i cari vecchi bond che saranno garantiti dal bilancio europeo, quello strumento che obbliga gli Stati membri a versare una quota annuale in base alla propria consistenza socio-economica.

E l'Italia? "Deve attrezzarsi per poter spendere quanto riceverà", ammonisce Sassoli. E il monito ha una sua ragion d'essere, in quanto tradizionalmente l'Italia non riesce a spendere quanto riceve dai Fondi europei. Torna di gran modo il punto nodale della nostra Repubblica: la Burocrazia monstre. E' qui che l'asino, stavolta, non deve assoltamente cascare. Perciò il Parlamento e il Governo italiano dovrebbero correre all'impazzata per snellire, semplificare, digitalizzare. Non si tratta più di seguire una moda. Bisogna arginare il tracollo che significherebbe fame e povertà assoluta per una buona fetta della popolazione.

Buon lavoro

 

Paolo Bozzacchi