Economia

Turismo: l’Italia vista da Cnel e Istat

29
Maggio 2019
Di Redazione

 

Nell’ambito delle audizioni relative al ddl di origine governativa di delega in materia turistica, oggi la Commissione Attività Produttive della Camera ha audito i rappresentanti del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro (Cnel) e dell’Istituto nazionale di statistica (Istat).

In rappresentanza del Cnel è intervenuto il Presidente Tiziano Treu che, nel corso della sua relazione, ha affrontato il tema del turismo e delle piattaforme di prenotazione. In particolare Treu ha affermato che “quello del turismo è un caso in cui il dinamismo del settore è mondiale. Si immagina una dinamica europea, nei prossimi anni, che prevede una crescita del 3,5%, che è assolutamente di più di quelle che sono le normali previsioni sull'economia. È un settore strategico e trainante, ed ha degli impatti e dei nessi su settori limitrofi. E le tecnologie qui hanno un valore potenzialmente positivo sulla quantità del lavoro e della crescita. Detto questo, le potenzialità vanno gestite. Ad esempio, le grandi piattaforme che fanno le prenotazioni tendono a diventare dei grandi oligopoli, e quindi pongono problemi di concorrenza. È un problema che la regolazione dovrà affrontare". In un’ottica di ordine e riorganizzazione del settore, il Cnel valuta positivamente l’istituzione di un codice identificativo nazionale per le strutture ricettive. Per lo più, il codice potrà restituire nei prossimi anni dei dati relativi al mercato turistico, mercato che – a detta del Segretario Generale del Cnel, Paolo Peluffo – avrà un’economia che deriverà “dalla priorità del valore del dato”. In audizione inoltre è stato anche affrontato il tema del lavoro: “nel settore del turismo” ha dichiarato il Presidente Treu “preoccupano i fenomeni di dumping contrattuale e di diffusione di lavoro irregolare. Proprio per la frammentazione e la complessità del sistema, questa è una delle aree in cui è maggiore l'esigenza di evitare effetti al ribasso sulle condizioni di lavoro e sulle regole”.

Passando all’audizione dell’Istat, per cui è intervenuto, Roberto Monducci, direttore del dipartimento per la produzione statistica, si segnalano in primis i dati forniti. Seconod l’Istituto, nel 2017 il nostro Paese è stato il quarto nella classifica mondiale per numero complessivo di turisti nelle strutture ricettive mentre si è collocato sulla parte più bassa del podio per la presenza di turisti stranieri. I dati risultano ancor più incoraggianti se si considera il 2018, anno storico per la crescita dei flussi turistici: oltre 428 milioni di presenze negli esercizi ricettivi, che testimoniano una crescita del 2% rispetto all’anno precedente. Positivo anche il dato degli stranieri presenti in Italia nel 2018: +3,3% in termini di arrivi e +2,6% per quel che concerne le presenze. Rispetto alle destinazioni, l’Istat ha confermato il dato per cui le regioni più visitate sono il Veneto, il Trentino, la Toscana e la Lombardia; non male anche la Basilicata, la Sicilia, la Sardegna, la Puglia e la Calabria, soprattutto sul versante dei turisti stranieri. In più, sempre secondo Monducci “secondo il Conto satellite del turismo – anche se i dati purtroppo sono del 2015, ma sono in aggiornamento – abbiamo che il valore aggiunto, quindi il Pil prodotto in Italia dall'attività connessa al turismo, è pari a 88 miliardi di euro, il 6% del valore aggiunto totale dell'economia. Dal punto di vista dei consumi, il consumo turistico interno ammonta a 146 miliardi di euro: il 9% è attribuito a turisti italiani, mentre il turismo straniero rappresenta una quota del 33%. Un dato inedito è quello sulle imprese: il settore è caratterizzato da una dimensione di impresa molto ridotta rispetto alla media, e le imprese con 20 addetti o oltre sono soltanto lo 0,9% del totale, mentre nel complesso dell'economia sono l'1.8%. Il contributo del capitale a controllo estero, ed è un dato inedito, al settore turistico in Italia è pari al 6,1% in termini di addetti, e prossimo al 14% del valore aggiunto del fatturato. E' un'indicazione sul grado di controllo estero del nostro sistema turistico, e abbiamo quasi 1/6 del nostro valore aggiunto che è controllato dall'estero".

 

Fabiana Nacci