Economia

Riforma fiscale, recupero record dell’evasione, ma si arena la Global Tax

13
Marzo 2024
Di Giuliana Mastri

L’attuale governo vuole distinguersi per una riforma fiscale che sta portando avanti a passi graduali con una serie di decreti delegati, dieci già approvati. Oggi alla Camera si è parlato del percorso intrapreso nel convegno intitolato “La riforma fiscale – Attuazione e prospettive”, in cui sono intervenuti Giorgia Meloni, Lorenzo Fontana, il ministro Giancarlo Giorgetti e il suo vice Maurizio Leo.

Recupero da record
«Ci hanno accusato di voler aiutare gli evasori – ha sottolineato Meloni – ma i numeri non sono opinabili: nel 2023 la lotta all’evasione ha portato nelle casse dello Stato 24 miliardi di euro: una cifra mai raggiunta prima (con 4,5 miliardi in più recuperati rispetto al 2022). E sommando la somma recuperata a quella recuperata dall’Ade per altri enti come ad esempio l’Inps e Comuni, si arriva a 31 miliardi di euro nel 2023. Ringrazio l’ottimo lavoro della Guardia di finanza e del direttore Ernesto Maria Ruffini, ma queste risorse sono state recuperate grazie anche a norme specifiche introdotte dal governo. Quali sono queste norme? La stretta sulle partite Iva “apri e chiudi”, nata per contrastare soprattutto i mini market, attività che spesso vengono avviate e subito chiuse prima di essere tracciate dal fisco».

Scopo finale ridurre la pressione
«Non penso e non dirò mai che le tasse sono una cosa bellissima – ha proseguito Meloni –, il messaggio che vogliamo dare è molto semplice: non abbiamo amici cui fare favori se non gli italiani onesti che pagano le tasse e contribuiscono al bilancio pubblico. La finalità è arrivare ad un abbassamento generale della pressione fiscale».

Tra i provvedimenti che hanno permesso questi risultati fiscali vanno comunque annoverati atti varati dal governo Draghi, come la fatturazione elettronica. L’attuale governo pensa ora a recuperare ulteriori risorse con le rottamazioni, ad esempio la rottamazione quater presentemente adottata, e consentendo di spalmare i debiti su più anni.

Non abbiamo tassato il sale
Secondo Giancarlo Giorgetti «La riforma fiscale sarà valutata non solo per quello che è scritto ma per gli effetti che avrà nel corso del tempo. Quello che possiamo dire sin da subito è che i primi passi sono andati esattamente nella direzione del nostro obiettivo: andare incontro alle famiglie, restituire il potere d’acquisto con il primo modulo della riforma dell’Irpef e premiare le imprese, e più in generale un sistema fiscale che deve andare a premiare chi investe, chi rischia, chi lavora. Non abbiamo tassato il sale, come si è fatto per millenni perché oggi la base imponibile si fa con i “dati”. Né con il sale né con il fumo creiamo nessun tipo di rivoluzione sociale né politica, perché le basi imponibili di oggi non sono quelle di dieci, cento o mille anni fa. Oggi le basi imponibili fanno riferimento per lo più al mondo dei dati e dunque su questo servirebbe una riflessione nazionale e sovranazionale. L’economia oggi ha la necessità di porre attenzione a nuove forme ricchezza che si vanno a determinare».

Ma si arena la tassa sulle multinazionali
Tuttavia in merito alla leva che può dare una norma globale sulla tassazione delle multinazionali, Giorgetti è prudente: «Temo che la tassazione globale delle multinazionali vada a naufragare, questo ho percepito partecipando agli incontri del G20 o del G7».

Fontana incoraggia
Così il presidente della Camera Lorenzo Fontana sulla riforma: «La sua concreta attuazione rappresenta una sfida complessa e al tempo stesso un’opportunità per rafforzare il nostro tessuto produttivo e quindi la nostra economia, condizione essenziale per il futuro delle prossime generazioni. Realizzare un sistema fiscale efficiente è un obiettivo ambizioso, ma indispensabile per garantire all’Italia la capacità di competere sulla scena internazionale e per attrarre investimenti. Altrettanto cruciale per la coesione sociale è la costruzione di un fisco giusto, che consenta un’equa distribuzione del carico tributario con cui poi garantire i servizi essenziali alla collettività. Occorre dunque potenziare gli strumenti a disposizione dell’amministrazione finanziaria per assicurare che l’equità non sia soltanto un principio astratto, ma una realtà tangibile per tutti i cittadini. È quindi fondamentale far comprendere a tutti i cittadini l’importanza della contribuzione tributaria, che rappresenta una componente essenziale per il mantenimento e lo sviluppo della comunità»

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