Cultura

Il caso dei falsi di Banksy arriva in Italia. Coinvolte anche le case d’asta

04
Maggio 2024
Di Alessandro Caruso

Si allarga sempre di più il perimetro dell’indagine sui falsi di Banksy. La notizia è uscita pochi giorni fa: un laboratorio di “nerd creativi” di Saragozza avrebbe diffuso una serie di opere false attribuite al celebre street artist di Bristol e vendute a collezionisti, gallerie e case d’asta in Svizzera, Germania e Spagna. Le opere erano pubblicizzate come provenienti dall’evento Dismaland, il parco di attrazioni creato da Bansky a Somerset, in Inghilterra, fra l’agosto e il settembre del 2015, dove si dice che l’anonimo graffitaro, il più celebre al mondo, abbia nascosto alcune opere perché i visitatori possano trovarle.

Da quanto risulta il caso si sarebbe allargato anche in Italia. Più precisamente alcuni collezionisti sarebbero inconsapevolmente stati coinvolti nel raggiro a causa della negligenza di alcune case d’asta italiane, che avrebbero acquistato i falsi, ritenendoli autentici, per poi venderli. I Carabinieri del Nucleo per la tutela del patrimonio artistico e culturale, in collaborazione con la Guardia Civil spagnola, hanno già iniziato a tracciare tutti i falsi di Banksy per sequestrarli e analizzarli, allo scopo di capire se la rete dei contraffattori sia più estesa di quello che si riteneva inizialmente.

Per scongiurare il rischio di contenziosi alcune case d’asta starebbero già provvedendo a rintracciare tutte le opere vendute per ritirarle e sottrarle così al mercato e bloccare un effetto domino della truffa. Resta da chiarire, tuttavia, come sia stato possibile raggirare proprio le case d’asta, che normalmente effettuano una serie di perizie, tecniche e autoriali, su tutte le opere che acquistano, prima di rivenderle ai collezionisti, proprio per il ruolo “istituzionale” che rivestono nel mercato dell’arte. Se tale imperizia dovesse essere accertata dagli inquirenti, non è da escludere che le case d’asta coinvolte possano essere investite da una lunga serie di contenziosi…. o di risarcimenti da pagare.