Economia

L’ISTAT avrà un numero, rispondere sarà obbligatorio

15
Gennaio 2019
Di Redazione

1510, potrebbero essere numeri fortunati da giocare al lotto ma in realtà sono ben altro. Sono i numeri che appariranno sui cellulari quando a chiamare sarà l’ISTAT. Ebbene sì, il garante per la comunicazione (l’Agcom) ha assegnato il numero personalizzato all’istituto che sarà così riconoscibile quando dovrà fare rilevazioni ufficiali. Non solo. Per gli italiani sarà obbligatorio rispondere: sia per i privati che per le aziende.

L'Istat ha in piedi 101 diverse indagini statistiche che le permettono di fotografare la situazione dell'Italia in ogni suo aspetto. Queste indagini si reggono sulla collaborazione di migliaia tra famiglie e imprese che rispondono a dei questionari, anche via telefono. Queste telefonate sono fatte, nella maggior parte dei casi, da call center privati che agiscono su mandato dell'Istat. E adesso questi call center chiameranno, come l'Istat, dal 1510 una volta che il sistema sarà a regime. La missione del nuovo numero è molto chiara. Da un lato, il 1510 aumenta la trasparenza. Quando vedremo questo numero materializzarsi sul dispaly del cellulare, a colpo d'occhio sapremo che ci sta contattando l'Istat oppure un call center, su suo incarico.
Nello stesso tempo, la persona, la famiglia e l'impresa chiamate a collaborare con l'Istat difficilmente potranno sottrarsi a questo dovere. Difficilmente potranno dire: non abbiamo risposto perché non abbiamo capito che era l'Istat. Il numero personalizzato renderà subito chiaro che è l'Istat a cercarci.

Il meccanismo funziona così. L'Istat pesca – dagli elenchi ufficiali, dalle banche dati – i nomi degli italiani e delle aziende che vuole intervistare, creando dei campioni attendibili e rappresentativi. Questi italiani e queste aziende ricevono poi una lettera del presidente dell'Istat oppure del loro sindaco, che invitano a collaborare con i funzionari o con i call center dell'Istituto, ovviamente nel pieno rispetto del diritto alla riservatezza.  Questa procedura genera – in capo alle persone e alle aziende – un obbligo di risposta e collaborazione. Questo obbligo è previsto dal decreto legislativo 322 del 1989 (all'articolo 7). Le sanzioni amministrative (scritte all'articolo 11) – in caso di mancata collaborazione -possono arrivare fino a 2000 euro per le persone fisiche e fino a 5000 euro, per le aziende.

 

 

GP