Economia

La Bce compie 25 anni. La lettera di Lagarde, col pensiero all’inflazione

24
Maggio 2023
Di Giampiero Cinelli

Il 10 giugno del 1998 nasceva la Banca Centrale Europea, dal 1° gennaio 1999 veniva fissato il tasso di conversione delle valute nazionali europee aderenti alla moneta unica. Di fatto, era nato l’euro, anche se per i primi tre anni esistette in modo solo scritturale, per poi entrare in circolazione l’1 gennaio 2002. A governarlo, appunto, la Bce che tra pochi giorni compirà 25 anni. In occasione della ricorrenza imminente la governatrice Christine Lagarde ha scritto una lettera, che in Italia è stata pubblicata dal Corriere. Lagarde ha ripercorso la storia dell’istituto e ha rimarcato gli obiettivi futuri.

Il percorso

Prima di lei Wim Duisenberg, Jean-Claude Trichet e Mario Draghi hanno traghettato l’euro verso ciò che è adesso, ovvero la seconda moneta al mondo per importanza dopo il dollaro, annoverando oggi 20 Paesi, con la recente adozione da parte della Croazia. Non è stato sempre un terreno spianato, anzi c’è stato spesso bisogno di adattare le politiche e lo statuto alle esigenze delle fasi storiche, come ad esempio durante la pandemia o la guerra ora, e tra il 2010 e il 2011 si è dovuto proprio salvarlo l’euro, come non ha nascosto Mario Draghi, nel suo celebre discorso del Whatever it takes. Negli anni poi è emersa la necessità di assicurarsi una maggiore solidità del sistema bancario europeo, che ha subito riforme e tende a una sempre maggiore integrazione, tramite la concezione di un meccanismo di salvataggi in cui è più facile anche per attori non nazionali intervenire. Contestualmente la Bce ha assunto la funzione di vigilanza bancaria dal 2014, tale attività oggi è diretta dall’italiano Andrea Enria.

Fautori e detrattori

Eppure questa istituzione non manca di detrattori e non vive un periodo di grande fama. In primis perché, oggettivamente, indirizza la politica monetaria di 20 Paesi assieme, ognuno con caratteristiche diverse, e non può soddisfarli tutti. Inoltre, nelle crisi bancarie italiane degli anni scorsi ha sì salvaguardato il sistema dal collasso ma non ha evitato le perdite di alcuni risparmiatori. Oggi al contrario, nel contesto delle ultime tensioni, sembra che questi pericoli vogliano essere scongiurati sul nascere. Le maggiori critiche però sono quelle attuali, siccome la Bce si fa interprete di una politica dei tassi restrittiva, poco funzionale per delle categorie di imprenditori e di privati cittadini, ma che a Francoforte reputano necessaria per combattere l’inflazione. Christine Lagarde lo ribadisce nella lettera: «Riporteremo l’inflazione al nostro obiettivo del 2% a medio termine. Per questa ragione abbiamo innalzato i tassi di interesse a un ritmo senza precedenti e li fisseremo su livelli sufficientemente restrittivi – mantenendoli su questi livelli per tutto il tempo necessario – al fine di ricondurre rapidamente l’inflazione al nostro obiettivo».

Cosa c’è da fare

Per Christine Lagarde il futuro è innanzi tutto consolidamento e completamento dell’unione monetaria. «Proseguiranno i nostri sforzi per assicurare che le banche siano ben capitalizzate e resilienti al mutare delle condizioni, così potranno continuare a erogare prestiti – scrive –. Integrando i suoi mercati dei capitali, l’Europa può promuovere meglio gli investimenti nei settori verde e digitale, così cruciali per dare impulso alla sua crescita futura. Completando l’unione bancaria, possiamo assicurare che il settore bancario contribuisca a contenere i rischi durante le crisi future anziché amplificarli».

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