Economia

Agricoltura, Nomisma: 36% dell’export agroalimentare made in Italy verso Paesi extra Ue

10
Ottobre 2017
Di Redazione
I Paesi extra Ue sono importanti per l'agroalimentare italiano: su un totale di 30,9 miliardi di prodotti food & beverage esportati nel 2016, l'incidenza di questi mercati è stata pari al 36%. In generale, le esportazioni verso l'interno e l'esterno della Ue sono cresciute complessivamente del 150% dal 2000 al 2016. Olio d'oliva e vino sono i prodotti made in Italy per i quali i Paesi terzi detengono un peso superiore alla media (rispettivamente 65% e 48% dell'export). Per alcune denominazioni di particolare prestigio, come i rossi Dop della Toscana e i bianchi Dop di Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia, l'incidenza dei mercati non-Ue supera il 60% dei valori esportati. E' quanto emerso da uno studio condotto da Nomisma e presentato oggi a Roma nel corso del primo appuntamento della piattaforma Grow! di Agrinsieme.
Più in generale, evidenzia lo studio, l'Ue ha concluso al momento 30 accordi con altri Paesi, mentre 43 sono provvisoriamente in vigore (tra cui quello recente con il Canada) e 20 risultano in fase di negoziazione. In termini di rilevanza, il settore agricolo si conferma tra i più incisivi: nel 2016, l'Ue ha esportato prodotti agroalimentari verso Paesi terzi per un valore complessivo di 125 miliardi di euro, diventando il secondo esportatore mondiale dopo gli Stati Uniti.
Vini e bevande, pasta e prodotti da forno, carni, formaggi rappresentano i principali prodotti esportati, con una prevalenza di quelli trasformati (81%) rispetto ai beni primari (19%)Lo studio di Nomisma mette in luce "anche le opportunità di tutelare le indicazioni geografiche nel quadro degli accordi di libero scambio: grazie al recente accordo UE-Canada (Ceta), il prosciutto di Parma DOP può ora accedere al mercato canadese con la propria denominazione, mentre quelli già in commercio non prodotti in Italia non potranno riportare sull'etichetta elementi evocativi del nostro Paese", ha commentato Denis Pantini, direttore Area Agricoltura e Industria Alimentare di Nomisma.
Come spiegato invece da John Clarke, direttore Politiche Internazionali della Dg Agri della Commissione europea, "ci aspettiamo di portare a termine entro il 2020 tutti gli accordi di libero scambio ora in discussione e che le misure ivi previste entrino a pieno regime entro il 2030. La Commissione sta inoltre puntando molto sulla promozione dell'agroalimentare europeo attraverso missioni di alto livello finalizzate ad aprire diversi mercati emergenti", ha concluso.