Cultura

Sport di squadra, in arrivo il nuovo Protocollo anti Covid

12
Gennaio 2022
Di Flaminia Oriani

“Mens sana in corpore sano” non è solo una locuzione tratta dalle Satire di Giovenale, ma una realtà con cui facciamo i conti da inizio pandemia. Un problema che evade dalla polemica della “falsa” corsetta sotto casa, in tempi di lockdown, solo per prendere una boccata d’aria.

Non si tratta solo di sport. È importante considerare le attività sportive alla pari delle attività produttive. La sospensione di tali attività ha avuto pesanti conseguenze gestionali ed economiche. Motivo per cui è necessario avere delle regole che siano condivise dalle amministrazioni, centrali e territoriali, affinchè venga assicurata sicurezza e parità di trattamento nel proseguimento delle attività sportive, con particolare attenzione per gli sport di squadra.

Da queste considerazioni deriva la mobilitazione di Regioni e Governo che, in attesa del parere del Comitato tecnico scientifico, hanno proposto un nuovo Protocollo Anti-Covid.

PROCEDURE ATTUALI

Nel caso in cui risulti un caso di positività all’interno di una squadra le procedure in vigore sono due. La prima è la quarantena dell’intero Gruppo Squadra. In quest’ultimo rientrano non solo gli atleti, ma anche il personale tecnico e operativo (allenatori, assistenti, fisioterapisti, medici) che effettua l’ingresso nell’impianto sportivo e sono a contatto con l’attività.  In realtà si tratta di una quarantena “atipica”; i componenti del Gruppo Squadra risultati negativi al test molecolare entro le 4 ore antecedenti la gara sono autorizzati ad accedere all’impianto sportivo, disputare la partita (nel ruolo che ricoprono) e, una volta terminata, riprendere il periodo di quarantena fino al giorno in cui ne è previsto il termine.

Altra procedura è l’”Auto-sorveglianza” che si divide in due tipologie. L’obbligo di indossare la mascherina FFP2 fino al decimo giorno successivo da cui è avvenuto il contatto con un positivo e successivo tampone, o rapido o molecolare, nel caso in cui sopraggiungano sintomi riconducibili al Covid-19; è la prassi dedicata ai soggetti che hanno completato il ciclo vaccinale o con contrazione del virus o con la dose booster.

Differente è per coloro che hanno superato i 120 giorni di protezione dal vaccino. Per tali soggetti è obbligatoria la quarantena di 5 giorni con conseguente tampone, rapido o molecolare, con esito negativo.

PROPOSTE

L’obiettivo non è più portare a casa il risultato della partita, ma ridurre il rischio di esposizione al Covid-19. Per garantire il regolare svolgimento delle competizioni è necessario adeguare le procedure all’evoluzione del processo epidemiologico seguendo i criteri definiti dal Ministero della Salute.

Ai soggetti positivi verrebbe imposto l’isolamento ed il monitoraggio secondo le modalità delle normative vigenti.

Per coloro che sono definiti contatti ad alto rischio, senza divisione per protocollo vaccinale, si propone l’obbligo di mascherina, nei contesti che non comprendono l’attività fisica, ed il vincolo di un tampone rapido al giorno fino al quinto giorno successivo all’esposizione. Inoltre sarebbe necessario un tampone rapido negativo 4 ore prima di partecipare ad una competizione.

Diverso sarebbe per i contatti a basso rischio che, seguendo lo stato vaccinale, dovranno seguire le regole ministeriali, ma con raccomandazione di indossare la FFP2 nei luoghi di lavoro.

In cantiere c’è anche la previsione del blocco di un Gruppo Squadra. Una proposta che necessita della definizione di una soglia massima di positivi per Gruppo, a seconda dei soggetti che ne fanno parte.

Misure che pesano tanto quanto quelle da seguire nella nuova quotidianità regolata dalla pandemia. Provvedimenti che diventano difficoltà se accostate parallelamente agli obiettivi sportivi di una squadra. Ma necessarie per cercare di spezzare la catena di contagi e mantenere una parvenza di normalità.