Cultura

Le nuove sfide televisive di Piersilvio Berlusconi

18
Marzo 2024
Di Ilaria Donatio

Sempre più connessi alla rete, attivi su differenti schermi, ma ancora fedeli alla televisione. È questa la fotografia degli italiani secondo le più recenti ricerche sociali. Ma le sfide che il piccolo schermo dovrà affrontare nel prossimo futuro sono molteplici. Ne ha parlato Pier Silvio Berlusconi al Corriere della Sera di oggi. 

L’amministratore delegato di MediaForEurope – holding con sede ad Amsterdam che riunisce le filiali europee di Mediaset – nell’intervista al quotidiano di via Solferino spiega come “la televisione generalista, se fatta bene, mantenuta viva e moderna, si difende alla grande”. E nel caso di Mediaset, “continui a dare soddisfazioni” anche se “è tostissima”. Ma con il giusto “mix di esperienza e investimenti si può addirittura crescere”. 

Certo, il mondo dell’offerta dei contenuti è diventato competitivo, forse anche “sovraffollato”. E se l’ambito dei contenuti televisivi vede soffrire giganti come Disney e Netflix, che licenziano migliaia di persone, il gruppo fondato nel 1979 da Silvio Berlusconi, “in controtendenza”, assume: “per metà under 30 e per il 50% donne”, ha sottolineato il manager del Biscione, lo scorso anno “con 250 ingressi” e per altri tre “con mille nuove assunzioni”.

Ma è sulla qualità dei programmi, sulla creatività, sulla capacità di far fronte a contenuti innovativi per il web, che la televisione si gioca la sua credibilità e il suo futuro: perché il pubblico chiede “un prodotto più moderno, familiare e a 360 gradi, che parli a tutta la popolazione”, dice Berlusconi. Che parla dei suoi piani sul futuro della televisione in Italia e in Europa, con un nuovo progetto europeo molto apprezzato dal quotidiano finanziario francese Les Echos: “Quando Steve Jobs è morto, si prevedeva il declino di Apple in seguito alla morte del suo leader carismatico. È accaduto il contrario. Il caso di Mediaset è identico”, si legge. 

L’idea si basa sulla convinzione che i media europei debbano realizzare economie di scala per sopravvivere: l’obiettivo di MFE è quello di unire le principali emittenti televisive europee free-to-air (cioè trasmesse liberamente via etere) per fronteggiare le piattaforme digitali statunitensi. A questo scopo, MFE ha completato la fusione con Mediaset Spagna nel 2023, acquisendo al contempo una partecipazione nel gruppo mediatico tedesco ProSiebenSat.1 con una quota vicino al 30%.

Dunque, creare un grande broadcaster europeo che però non significa, spiega Berlusconi, “fare una tv italiana in Germania con prodotti congelati tipo quelli delle piattaforme, senz’anima”. 

Ogni Paese deve farsi una tv adatta al proprio pubblico e perciò l’offerta dovrebbe essere “calda, locale, in diretta, prodotta al momento e consumata nell’immediato e in questo caso assolutamente tedesca”. E chiosa: “Lo stiamo facendo in Spagna ed è quello che vorremmo si facesse e sarebbe giusto fare in Germania. Anche investendo di più e creando nuova occupazione”. E l’Italia, secondo l’imprenditore, può essere motore del progetto europeo. 

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