Cultura

Intervista a Veronica Gentili: “Il virus non ci ha cambiati. In tv l’opinione è tornata a farla da padrone sul fatto”

01
Febbraio 2021
Di Andrea Maccagno

Le ultime, concitate, stagioni politiche tra governi colorati e maggioranze ballerine ci hanno regalato alcune chicche tra i commentatori politici. Tra questi, sicuramente un posto di rilievo lo riveste Veronica Gentili, volto di Stasera Italia Weekend su Rete 4, la quale vanta un record di tutto rispetto: 99 giorni consecutivi in onda nell’estate del Coronavirus. E proprio dall’esperienza del Coronavirus e del lockdown parte il suo libro “Gli immutabili”.

Un diario intimo che diventa collettivo, partendo dalla novità, dalla riscoperta della cucina e di attrezzi dimenticati come la cyclette, recuperata dalla cantina fino alla santificazione delle videochiamate, per lavoro o per vedere gli amici. Tutti chiusi in una caverna per poi scoprire, alla fine del lockdown, che non siamo cambiati. Perché non possiamo, non è nella nostra natura, come dice il titolo del libro.

Davvero non siamo cambiati in nulla? Hai notato differenze tra la prima e l’ultima ondata pandemica?

Noi, come specie umana, non siamo affatto cambiati. Nella fase iniziale avevamo avuto la sensazione di poter cambiare. Avevamo creduto che questo fosse un momento storico senza precedenti, che potesse metterci in condizione di dismettere le nostre abitudini, il nostro appuntamento con la Storia, con la S maiuscola. Da lì la fase di grande condivisione e solidarietà, con i balconi e con l’illusione che improvvisamente i bruchi dovessero risvegliarsi farfalle. Ma con l’avanzare delle settimane ci rendevamo conto di non vivere una fase circoscritta e ci siamo abituati alla convivenza con il virus, una convivenza viziosa e non virtuosa. Un po’ come quando convivi con qualcuno, come dico nel libro, ci sono gli aspetti positivi ma anche quelli negativi, manca quel fascino, quel mistero che ti affascinava di lui. Quel timore reverenziale iniziale è gradualmente scomparso, siamo retrocessi dalla Storia alla cronaca, abituandoci ad uno stato ordinario di straordinarietà.

Eppure a sentire in giro sembra che stiamo peggio di prima.

Magari siamo più poveri, più depressi, più arrabbiati, ma non siamo diversi. La specie umana alla fine non cambia. Siamo la stessa specie irriverente, tracotante, che è rimasta la stessa anche grazie a quell’arroganza che ha generato degli spunti creativi e delle possibilità di crescita che altrimenti non avrebbe mai avuto. Ma restiamo ontologicamente cazzoni.

“Ontologicamente cazzoni” si attaglia molto bene anche all’attuale fase politica, cosa ne pensi?

Assolutamente sì, ma non dobbiamo dimenticarci che i politici sono uomini. Questa è la base di ogni lettura. E in questa crisi il tasso di umanità è altissimo: quelli che sono i difetti e le caratteristiche dell’uomo lesive dell’altrui li vediamo tutti. Vediamo l’egocentrismo, il narcisismo, il terrore di essere messi da parte, l’invidia, la gelosia: c’è tutto quello che caratterizza l’umanità. Mai come in questo caso c’è da dire “ontologicamente cazzoni”. L’uomo agisce in base a quello che lui è.

Una piena sconfessione dello slogan “Andrà tutto bene”.

L’hashtag #andràtuttobene è stato sostituito da #siamoglistessi, da qui nasce il titolo “Gli Immutabili”.

La TV che ruolo ha avuto nella gestione dell’emergenza?

Ha avuto un ruolo molto importante, non a caso l’informazione era tra le attività essenziali da perseguire nonostante il lockdown. Ma anche nella televisione si è osservata un’evoluzione. In una prima fase la tv è dovuta essere seria, parlando a tutti per informare ed aiutare un popolo confuso a comprendere ciò che gli accadeva intorno. C’è quindi stata una chiamata alla responsabilità, che poi è andata diminuendo mano a mano che la straordinarietà diventava ordinaria amministrazione. Come scrivo nel libro, non c’è stato un elemento “boom”, come sono state le Torri Gemelle, ma un momento prolungato e trascinato, così l’opinione è tornata a farla da padrone sul fatto, ed è stato di nuovo possibile dividersi in guelfi e ghibellini, tornando all’ “ontologicamente cazzoni” di prima. Tutto cambia affinché nulla cambi, si può sostenere.

Veronica Gentili, Gli Immutabili, La Nave di Teseo, 230 pp, 16 euro

Photo Credits: Piergiorgio Pirrone

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