Cultura

Il 2019, l’anno dei musei

09
Gennaio 2019
Di Redazione

 

Qualcuno sta un pò più avanti, qualcun altro un pò più indietro ma quest’anno dovrebbero aprire i battenti dieci nuovi musei.

Apriamo con le novità degli States. Entro la fine dell’anno aprirà a Los Angeles l’attesissimo Academy Museum of Motion Pictures progettato da Renzo Piano. Un museo di sei piano dedicati al cinema e alla storia dell’Oscar. Spostandoci sull’altra costa americana arriviamo a New York dove in primavera ci sarà l’apertura dello Shed, un nuovo polo museale costruito di fianco alla celebre High Line in cui si incroceranno discipline come musica, danza, teatro e arti visive, in una sorta di galleria-museo per la quale gli artisti realizzeranno lavori specifici. Due gallerie, un teatro da 500 posti e una sala da concerto da 1.500 metri quadrati che verranno inaugurate da una serie di concerti battezzata “Soundtrack of America, diretti dal regista britannico Steve McQueen e dal mitologico produttore Quincy Jones. A firmare il progetto lo studio newyorkese Diller Scofidio + Renfro: c’è anche una copertura telescopica rettrattile che permette l’espansione della superficie coperta a disposizione. Sempre nella Grande Mela, forse, una delle aperture più significative: quella del nuovo Museo della Statua della Libertà, che lascia il piedistallo di “Lady Liberty”. Tre gallerie in un edificio a parte pensate per ispirare i visitatori, spiegare loro la storia dell’icona newyorkese e allargare il tiro, approfondendo il tema della “libertà” nelle sue dinamiche internazionali. Apertura prevista per maggio con ingresso gratuito per chi presenti un biglietto del traghetto. Dal tetto si potrà osservare lo skyline della Grande Mela e la vicina Ellis Island. Ancora negli Stati Uniti, è prevista per la fine dell’anno l’apertura del National Museum of African American Music di Nashville, in Tennessee, dedicato a “preservare l’eredità e celebrare le conquiste di molti generi musicali creati, influenzati o ispirati dagli afroamericani”. Ultima apertura continentale, prevista per settembre quella del Dallas Holocaust and Human Rights Museum, struttura altrettanto significativa in tempi muri e xenofobia dilagante. Nascerà a settembre nel West End e raccoglierà testimonianze video da sopravvissuti all’Olocausto dell’area di Dallas con mostre che amplieranno lo spettro dei temi e, forti di un arricchimento tecnologico, dal genocidio degli ebrei durante la Seconda guerra mondiale spazieranno verso i temi caldi dei diritti umani e sugli ideali statunitensi.

Unica nota europea a Girona, in Spagna. È quasi tutto pronto, infatti, per accogliere lo spazio fortemente voluto dallo chef Ferran Adrià, una via di mezzo fra un museo del cibo e un laboratorio di ricerca proprio dove sorgeva il suo primo ristorante El Bulli, chiuso nel 2011. Il nuovo Bulli, ribattezzato elBulli 1846, aprirà fra giugno e ottobre e ospiterà anche performance artistiche, master e mostre.

Dall’Europa scendiamo in Egitto. Si stanno, infatti, per concludere i lavori al Grand Egyptian Museum di Giza, vicino al Cairo. Progetto da un miliardo di dollari che darà vita alla più grande struttura archeologica del mondo che, fra le altre cose, esporrà in modo permanente il contenuto della tomba di Tutankhamon. Una parte aprirà già quest’anno, nonostante l’inaugurazione ufficiale sia stata spostata al 2020 (le date slittano in realtà da molto tempo): si tratta della lobby con la colossale statua di Ramses II di 3.200 anni fa e di altre parti del museo.

Incamminandoci verso Oriente arriviamo a Doha, in Qatar. Qui, riaprirà i battenti il National Museum (NMoQ), anche in questo caso ricco del suo carico archeologico. L’appuntamento per la struttura, rinnovata dall’architetto Jean Nouvel con un progetto ispirato alla stratificazione della rosa del deserto, è per il 28 marzo.

Meta finale, la Cina. Ad Hong Kong continuerà ad espandersi il padiglione M+ inaugurato nel 2016 e sarà solo il primo tassello della nuova struttura progettata dallo studio svizzero Herzog & De Meuron che nascerà nel reinventto distretto culturale di West Kowloon. Quella strana struttura con due volumi perpendicolari diventerà uno dei più grandi poli per la cultura visuale contemporanea nel mondo: 65mila metri quadrati dedicati ad arte, design, architettura e cinema del XX e XXI secolo. Fuori dai soliti itinerari – cioè a Qinhuangdao, città costiera del Nord-Est cinese a quattro ore da Pechino – inaugurerà il Dune Art Museum, sede dell’Ullens Center for Contemporary Art. A firmare il progetto – molto in stile Guggenheim – Li Hu e Huang Wenjing di Open Architecture. Ucca Dune, quasi del tutto invisibile, si estende su una superficie totale di 930 metri quadrati con sette gallerie interne e tre esterne che sembrano grotte, una caffetteria e una sala lettura. Si apre a dicembre. In attesa di una struttura gemella, il Sea Art Museum.

 

Nicolò Marcon

 

Photo Credits: Mapio.net