Cultura

Auditel, 70 anni di Tv tra schermi connessi e visione individuale

26
Marzo 2024
Di Ilaria Donatio

Televisori sempre più grandi. Contenuti più ricchi e visioni sempre più individuali, su una pluralità di schermi: dagli smartphone, ai tablet, ai Pc. Con l’on demand che attrae il maggior numero di contenuti. È il quadro del mercato televisivo che emerge dalla relazione annuale al Parlamento “70 anni di tv, 40 anni di Auditel: il ruolo dei Jic nel nuovo scenario mediale” che il presidente della società – nata per raccogliere e pubblicare dati sull’ascolto televisivo italiano – Andrea Imperiali, ha tenuto stamane alla Camera dei deputati. 

Partendo dal doppio compleanno della televisione e della società che ne rileva gli ascolti, Imperiali ha esaminato i radicali cambiamenti intervenuti (e in corso) sul mercato TV, individuando le prospettive – e anche i pericoli – di una sfida sempre più globalizzata fra i soggetti in campo. 

I numeri della ricerca
La Ricerca di base Auditel certifica che, una volta rottamati 40 milioni di apparecchi con tubo catodico, oggi l’Italia è popolata da ben 120 milioni di schermi digitali, di cui oltre 97 milioni connessi. Dalla Relazione emerge inoltre, in base ai dati del quinto Rapporto Auditel-Censis che sono costantemente aumentate le dimensioni dei televisori nelle case degli italiani, raggiungendo, per l’apparecchio principale, i 55 pollici. L’offerta dei canali è quindi passata, nei vari passaggi contrassegnati dalla liberalizzazione del 1976 e dal primo switchoff del 2012, dalle 7 storiche emittenti pubbliche e private a un totale di 380 canali Tv rilevati da Auditel.

Imperiali: visione on demand e individuale di contenuti frammentati
“Proprio la moltiplicazione degli schermi ha segnato, negli anni, il passaggio dalla visione prevalentemente lineare di contenuti integrali, ovvero nel loro formato originale, alla visione on demand di contenuti prevalentemente frammentati”, afferma Imperiali che aggiunge: “Contestualmente c’è stato anche il passaggio – graduale – da una fruizione tipicamente condivisa (con la famiglia riunita davanti al cosiddetto ”focolare domestico”) ad una visione, invece, marcatamente individuale, personalizzata, tipicamente fruita in mobilità”.

La Relazione offre anche uno sguardo d’insieme del quadro internazionale, che viene così sintetizzato: “Oggi sul mercato globale dello streaming, che vale 154 miliardi di dollari, operano 27 diverse piattaforme. Nel 2012 c’era solo Netflix”.

Jic, il modello di governance di Auditel
Nell’arco di 40 anni, afferma Imperiali, “anche per Auditel sono intervenuti molti cambiamenti, ma sempre a partire da un punto fermo: la società, infatti, ha da subito adottato, consolidandolo nel tempo, il modello di governance riconosciuto come il più evoluto a livello internazionale, ovvero il Joint industry committee (Jic), organismo a controllo incrociato che riunisce tutte le componenti del mercato televisivo (i broadcasters, gli investitori pubblicitari, le agenzie e i centri media)”. 

“La maggioranza del Consiglio di amministrazione – ha spiegato il presidente Auditel – è costituita dalla componente mercato, mentre i soggetti rilevati svolgono un ruolo prevalentemente di controllo e vigilanza. Una scelta che è divenuta lo ‘standard’ negli altri Paesi europei e che a breve potrebbe essere adottata anche negli Stati Uniti. Per anni e anni si è temuto che i sistemi di rilevazione potessero cristallizzare la competizione e blindare le posizioni dominanti. È accaduto esattamente il contrario”. 

Auditel e le sue “consorelle (italiane e europee) hanno contribuito al costante allargamento del mercato e alla crescita plurale dell’offerta di contenuti. E, infatti, nell’arco temporale che va dalla storica liberalizzazione delle trasmissioni via etere – sancita il 28 luglio 1976 dalla Corte Costituzionale e dal quadro normativo che ne conseguì – a oggi, passando per lo storico switch off del 2012, la concorrenza è cresciuta vertiginosamente: alle 7 storiche emittenti pubbliche e private se ne sono aggiunte ben 373, per un totale di 380 canali Tv oggi rilevati da Auditel“, ha concluso Imperiali.

Ascani: Usare IA anche in settore Auditel a beneficio dei cittadini 
“Nel momento in cui la televisione italiana compie 70 anni, nasce il regolamento sull’IA, che entra nel diritto pubblico digitale europeo”, ha detto Anna Ascani, vicepresidente della Camera dei deputati, intervenuto nel corso dell’evento: “è un passo importantissimo, che abbiamo accompagnato in Parlamento con la presentazione del nostro rapporto. Tuttavia, l’IA non va solo regolata, va anche usata. E deve essere usata anche dai soggetti pubblici, come abbiamo iniziato a fare alla Camera, o dai soggetti privati, come Auditel , che perseguono un interesse collettivo, per colmare l’asimmetria di informazioni e mezzi con i grandi giganti dei mercati digitali”. 

“Domani, come lo è stato ieri, sarà necessario informarsi e facilitare la formazione di coscienze e opinioni pubbliche. Ci sarà da rifuggire da facili e false informazioni e rivelare interessi nascosti. Ci sarà bisogno di programmi e contenuti di qualità, che apportino un valore. Le istituzioni devono garantire che il servizio pubblico e tutta l’industria televisiva possano essere in grado di accompagnare le persone e il Paese in questo sfidante percorso”, ha aggiunto Ascani.

Urso: riflessione su ecosistema smart tv e piattaforme 
“La presentazione della Relazione Annuale Auditel 2024 è un momento di importante riflessione”, ha detto Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, intervenendo con un messaggio. “In pochi anni siamo passati da una fruizione dei contenuti multimediali vincolata a una tipologia di sistema prevalente, e da un mercato audio-visivo articolato su operatori nazionali, a un ecosistema integrato di smart tv e piattaforme cui contribuiscono molteplici attori. Il Pacchetto Europeo sui Servizi Digitali compone il nostro perimetro di riferimento”. 

Un quadro regolamentare in cui “dobbiamo ricomprendere anche il processo di aggiornamento del Tusma (Testo Unico dei servizi di media audiovisivi, ndr) e del Codice delle comunicazioni elettroniche e la prossima riforma del Codice di autoregolamentazione media e minori”, ha aggiunto Urso. Il processo di aggiornamento interessa anche il “Contratto di Servizio Rai, in cui viene dato rilievo ad ambiti quali la promozione dell’alfabetizzazione digitale del pubblico, il processo di trasformazione in media company della Concessionaria grazie allo sviluppo di contenuti multipiattaforma, fino alla promozione del Made in Italy e il sostegno all’industria dell’audiovisivo nazionale, in termini di investimenti in produzioni e in tecnologia trasmissiva”. Come richiamato dalla relazione Auditel 2024, adesso “si affacciano ulteriori sfide come quella rappresentata dall’Intelligenza Artificiale”, ha concluso Urso: uno dei temi centrali del recente “G7 a Presidenza italiana, occasione per rimarcare principi guida che consentiranno al settore di continuare a innovare e crescere nel pieno rispetto degli utenti, dei minori e dell’inclusività”.