Cultura

«A. cosa significa essere un uomo?»

02
Luglio 2023
Di Flavia Iannilli

«Significa avere coraggio, avere dignità. Significa credere nell’umanità. Significa amare senza permettere a un amore di diventare un’àncora. Significa lottare. E vincere. Guarda, più o meno quel che dice Kipling in quella poesia intitolata Se».

Il palleggio di botta e risposta riportato fa parte di un’intervista tra una donna, una giornalista, una scrittrice, un’italiana e un uomo, un politico, un poeta, uno considerato prima rivoluzionario e dopo, molto dopo, un eroe nazionale, un greco.

In una Grecia lontana dal “Whatever it takes” di Mario Draghi ma non altrettanto equidistante dalla democrazia ateniese. In una Grecia che non faceva ancora parte dei PIIGS (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna), che non conosceva l’Unione europea, tantomeno quella che trema per il default. 

La stessa Grecia che pochi anni prima dell’intervista presa in questione non avrebbe mai potuto prevedere i greci porre l’economia del paese all’apice delle proprie priorità, scegliendo la stabilità alle elezioni 2023. L’ultima menzionata è la Grecia che conosciamo oggi, quella che non cambia strada ed elegge Nuova Democrazia (ND) alla guida di una Grecia che è uscita dalla crisi nera del debito sovrano. Quella Grecia che si affida alle promesse del Primo Ministro Kyriakos Mitsotakis: far riguadagnare alla culla della democrazia lo status di Paese investment grade. 

Correva l’anno 1973 quando le loro strade si incrociarono de visu. Lei avrebbe dovuto intervistare il politico greco appena scarcerato, ma si narra che quel giorno non si conobbero bensì si riconobbero, a prima vista. 

Lei forte e carismatica, non amata ma rispettata. Lei amante della libertà, non quella che “s’inebria di sé stessa” ma quella “autodisciplinata”. Un amore, quello di Lei, che l’ha portata ad esplorare molte delle tirannie del proprio tempo, quasi come una forma di masochismo. Arrivando ad analizzare quelle dittature che si nutrono di un “tale clima di libertà tanto da non trovare più rispetto per nessuno”. Un autolesionismo che la spinse a approfondire il caso anomalo del regime dei colonnelli che rovesciò il governo greco nel 1967. Gli osservatori lo raccontavano da fuori le mura, prendendo spunto dai greci sulle spiagge di Ilio. Lei trovò un pertugio facendosi cavallo di Troia prima degli altri. Lei denunciò quel regime dalle parole di colui che prima disertò per non servire l’esercito di una dittatura e poi venne arrestato per il fallito attentato a Papadopulos. Da quel giorno Lei lo seguì, accostabile per non troppi versi a Evita Peròn ma senza condividerne lo stesso destino. Lui serrò “cuore, tendini e nervi nel servire” il proprio obiettivo, anche se erano “da tempo sfiniti”. 

Il rapporto epistolare donò compagnia all’uno e coraggio all’altra. Lui la definì «L’unica compagna possibile», Lei il coraggio infuso «con il solo fatto di esistere». Una storia fatta sì di amore ma di un reciproco tanto da estendersi alla libertà. 

Alexandros Panagulis, conosciuto in tutto il mondo come Alekos, è nato il 2 luglio del 1939. Lui oggi avrebbe compiuto 84 anni. Dopo la “galeotta” intervista si rimise in carreggiata e tornò a combattere per la democrazia in Grecia, il suo unico scopo di vita. Lui tratta la politica non come un mestiere ma come un ideale imprescindibile. Affronta l’esilio e, una volta caduto il regime dei colonnelli, ritorna in Grecia da uomo libero per continuare a battersi per risanare la degente democrazia in vigore. Alekos cerca di estirpare la corruzione in ogni modo, ma questa è come Medusa e nonostante la solerzia anche la culla della democrazia continuerà a soffrire di cronicità insanabili. Il 1° maggio 1976 muore vittima di un incidente stradale che ancora oggi rimane un mistero. 

Riduttivo confinare la figura di Alekos a parole come politico o eroe, la stessa Fallaci crea un collegamento nel cercare di raccontarlo: «era anzitutto e soprattutto un poeta, un artista, e il suo eroismo era la conseguenza della sua poesia e la sua politica era la conseguenza e la traduzione della sua arte». La volontà ha tenuto uniti quel cuore, quei tendini e quei nervi cercando di perseguire con tutti i mezzi a disposizione la famosa poesia “Se” di Kipling. 

«E per te cos’è un uomo?»

«Direi che un uomo è ciò che sei tu, Alekos». 

NB: Che Oriana Fallaci non me ne voglia mai per non averla definita scrittore e fiorentina nell’incipit, solo per motivi stilistici.