Ambiente

Milano la più inquinata. Dipende dall’approccio ai dati

20
Febbraio 2024
Di Giampiero Cinelli

Continua a far discutere il dato per cui Milano sarebbe arrivata a essere la terza città più inquinata al mondo, dopo Dacca in Bangladesh e Lahore in Pakistan, secondo una statistica elaborata da IQAir, società privata svizzera. Quel dato registra comunque la situazione in un determinato periodo di tempo e le grandezze cambiano di volta in volta. Milano infatti è poi scesa alla tredicesima posizione nella giornata di ieri.

Va sottolineato che IQAir rileva solo la media del particolato 2,5 (PM 2,5), ossia le più piccole molecole solide o liquide di sostanze inquinanti, che per le loro dimensioni sono assai pericolose ma che non sono le uniche sostanze su cui è bene concentrarsi. A Milano stanno circa 24 volte sopra il valore guida della qualità indicato dall’Oms.

Prevedibili le reazioni dell’amministrazione meneghina, contrariata e diffidente nei confronti di IQAir, il cui operato però non è stato esaltato neppure da giornalisti specializzati sul tema ambiente, i quali sono notoriamente favorevoli alla transizione ecologica. Questo, sia chiaro, non perché l’alto inquinamento di Milano sia stato negato, ma perché la società che ha diffuso le cifre utilizza metodi poco chiari, aggregando dati da fonti differenti realizzati con diversi metodi, stilando classifiche mondiali che non hanno un numero esaustivo di città prese in esame e senza esplicitare con quale procedura arriva al risultato che pubblica. Inoltre, IQAir è in primis un’azienda commerciale che vende purificatori d’aria e altri dispositivi inerenti alla sicurezza.

Come detto, tuttavia le criticità ambientali di Milano restano, e sono in alcune fasi acuite dalla scarsità di piogge, dal maggior utilizzo dei sistemi di riscaldamento (unito però a delle temperature medie più alte), dall’alta densità della popolazione, delle vetture, dalla presenza di allevamenti intensivi e in ultima analisi dalla conformazione del territorio. Infatti, se si vanno a confrontare i dati Arpa con quelli di IQAir, sui livelli di PM 2,5 dal 21 gennaio al 18 febbraio, le due linee sono in salita e sostanzialmente si equivalgono. Questo perché IQAir prende i dati anche dalla stessa Arpa Lombardia, facendo una media probabilmente su un maggior numero di stazioni di rilevazione.

Nonostante i fattori che abbiamo menzionato, e la situazione che pure Arpa inquadra, sempre l’agenzia regionale ha rilevato che negli ultimi dieci anni, in Lombardia, c’è stato un miglioramento nelle medie annue di PM 2,5, che sono arrivate a stare sotto i limiti massimi imposti dall’Ue, cioè 25 milligrammi per metro cubo. Nel 2023, gli sforamenti dei limiti sul particolato PM 10 a Milano sono stati 49, nel 2006 erano 149.

Ragionare sugli elementi che abbiamo in modo organico, non deve far desistere dal migliorare sempre di più la qualità dell’aria, ma di sicuro smorza l’allarmismo e il pessimismo sempre pronto a montare.