Ambiente

Le proposte delle Associazioni per gli impianti a biomasse legnose

27
Luglio 2020
Di Alessandro Cozza

Dopo l’approvazione del Decreto Fer1 il comparto delle bioenergie vuole far sentire la propria voce. Le Associazioni delle biomasse siglano per la prima volta un documento unitario per chiedere al Governo di rimettere l’argomento al centro dell’agenda politica. L’ambito racchiude un ramo che produce energia rinnovabile e soprattutto promuove sviluppo locale e presidio del territorio nelle aree cosiddette “interne e marginali”.

Le Associazioni esprimono forte preoccupazione per il futuro del settore. Secondo AIEL, Associazione Italiana Energie Agroforestali, EBS, Associazione italiana dei produttori di Energia da Biomasse Solide, Elettricità Futura, la principale Associazione del mondo elettrico italiano e FIPER, Federazione Italiana dei Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili, risulta prioritario un intervento per il mantenimento dell’attuale capacità di generazione e per lo sviluppo di nuova capacità delle biomasse. Intervento cruciale per la programmazione delle rinnovabili al 2030 e il raggiungimento dei target delineati dal Governo nel Piano Nazionale Energia e Clima (PNIEC) inviato a Bruxelles.

A partire dall’emanazione dell’atteso “DM FER2”, ma più in generale di provvedimenti, correlati all’attuazione del PNIEC e del Green Deal europeo, le Associazioni auspicano azioni concrete che siano in grado di riconoscere il necessario sostegno ad un settore in grande sofferenza. Infatti “Proposte per la continuità e lo sviluppo degli impianti a biomasse legnose” sono incluse nel Manifesto. Ma le difficoltà attuali nel realizzare nuove iniziative, nonché la progressiva dismissione di un parco impianti ancora performante, in mancanza di disposizioni, renderanno ancora più difficile raggiungere realmente gli obiettivi prefissati.

Per il nostro Paese, soprattutto in questa delicata fase di ripartenza, la produzione di energia da biomasse (termica, elettrica, climatizzazione) assicura lo sviluppo delle filiere locali, con benefici ambientali, sociali ed economici: dalla gestione e manutenzione del patrimonio forestale, alla valorizzazione dei terreni marginali e all’impiego dei sottoprodotti fino alla redistribuzione del reddito sul territorio.

Inoltre, nella produzione di tecnologie e servizi per il settore delle biomasse, l’industria nazionale esprime realtà dinamiche e innovative da non sottovalutare. Infine, la programmabilità caratteristica di questa fonte e la possibilità di impiegarla per tutti gli usi energetici, sia in applicazioni utility scale che residenziali, la rendono particolarmente utile nella transizione verso un modello caratterizzato dalla diffusione di fonti intermittenti e di soluzioni di generazione distribuita basate sull’interazione tra produttori-distributori-consumatori (comunità energetiche).

È quindi necessario, ora più che mai, puntare su questa filiera attraverso un contributo più ambizioso di quello proposto dal PNIEC, in modo da poter impiegare al meglio le nostre possibilità.

Photo Credits: www.nonsoloambiente.it

Articoli Correlati