Ambiente

La strategia italiana sull’energia, dalle rinnovabili al nucleare

01
Dicembre 2023
Di Luca Squeri

Quello approvato lunedì dal Governo è un provvedimento importante in tema di politica energetica nazionale e vale 27, 4 miliardi. Abbiamo sempre sostenuto la necessità di una transizione non ideologica e disancorata dalla realtà, sostenibile per famiglie e imprese, capace di contemperare l’esigenza di raggiungere gli ambiziosi obiettivi fissati a livello internazionale con quella di salvaguardare la competitività della nostra industria impegnata nel processo della decarbonizzazione.

L’attuale contesto del settore energetico si caratterizza, infatti, oltre che per l’urgenza di procedere al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione, anche per l’esigenza di assicurare la sicurezza e l’economicità delle nostre forniture, garantendo la capacità di far fronte con continuità alla domanda di energia all’interno di un quadro geopolitico fortemente instabile e con potenziali ulteriori impulsi inflazionistici.

A queste esigenze di decarbonizzazione, sicurezza ed economicità delle forniture risponde il decreto che il Parlamento dovrà ora esaminare: sono previste misure per la promozione delle rinnovabili e vengono sostenute le imprese energivore che potranno approvvigionarsi di energia a minor impatto ambientale e a prezzi più competitivi garantendo quindi il percorso di decarbonizzazione e riducendo la nostra dipendenza dai Paesi esteri e quindi aumentando la sicurezza energetica dell’Italia.

Mi riferisco, in particolare, all’electricity  e alla gas release con i nuovi titoli per la coltivazione di idrocarburi rilasciati a fronte dell’impegno di cedere quantitativi di gas al GSE che lo destinerà, in via prioritaria, alle imprese gasivore. Sono due misure razionali di politica industriale. All’ambientalismo che polemizza, occorre ricordare che attualmente importiamo il 96% del gas di cui abbiamo assoluto bisogno. Bene dunque ogni misura che ci consenta la progressiva emancipazione da questa dipendenza.

Lo sforzo che si sta attuando sulle rinnovabili è notevole: si interviene sui territori attraverso un incentivo per le regioni e le province autonome ad ospitare impianti da FER in aree idonee e, finalmente, anche sulle concessioni geotermiche. Si valorizza la produzione di energia elettrica da impianti alimentati a bioliquidi sostenibili, fondamentali per assicurare, specie nei mesi invernali, flessibilità al sistema elettrico. Vengono stanziate le risorse per 15 progetti di teleriscaldamento e si avvia lo sviluppo dell’eolico offshore galleggiante. Rilevantissime le disposizioni sullo stoccaggio geologico di CO2 nei siti ritenuti idonei, ovvero quelli di estrazione di idrocarburi esauriti.

Il Governo sta progressivamente attuando il principio della neutralità tecnologica che noi abbiamo sempre invocato: tutte le tecnologie devono concorrere pienamente al raggiungimento dell’obiettivo, senza preclusioni.

Spiace che queste misure così importanti, che, lo ripeto, valgono 27,4 miliardi di investimenti, non vengano adeguatamente valorizzate per dare invece spazio alla polemica sterile su quello che non c’è nel decreto. E mi riferisco alla mancata proroga per il passaggio dal mercato tutelato al servizio di tutele graduali.

Spiace vedere come diverse forze politiche che pure hanno votato le misure che ora ci apprestiamo ad attuare, montino un caso che non esiste essendo già oggi 22 milioni di famiglie nel mercato libero. Degli altri 10 milioni di utenti, circa la metà, ossia i più vulnerabili, continueranno a rimanere nel regime a prezzo amministrato, mentre per gli altri ci sarà un regime di graduale tutela per 3 anni, con una tariffa derivante dalla logica del maggior ribasso che le aste impongono. Per loro, dunque, ci sarà un beneficio. Forza Italia è un partito liberale ed è per la libera concorrenza che permetterà alle famiglie di scegliere le migliori offerte di prodotti e servizi. C’è tutto il nostro impegno a promuovere da subito un’azione intensa di comunicazione e informazione per una scelta consapevole.

Il vero tema che deve affrontare il Paese in ambito energetico non riguarda il mercato libero ma l’impegno per la decarbonizzazione al 2050. È un obiettivo che confermiamo pienamente e che comporta un’opera titanica, considerato che attualmente l’80% del nostro sistema energetico è basato sul fossile. Entro i prossimi 30 anni dobbiamo annullare le fonti fossili e sostituirle con le rinnovabili, che comunque non saranno sufficienti.

Ecco perché Forza Italia ha scelto di sostenere l’ingresso dell’energia nucleare tra le fonti di approvvigionamento nazionale. E siccome su un tema come questo è d’obbligo la serietà, dobbiamo ripartire con l’individuazione del deposito nazionale.

Risolvere la questione dei rifiuti radioattivi, oggi stoccati all’interno di decine di depositi temporanei presenti nel Paese, prodotti dall’esercizio e dallo smantellamento degli impianti nucleari, dalle quotidiane attività di medicina nucleare, industria e ricerca, nonché quelli derivanti dal riprocessamento all’estero del combustibile irraggiato che, sulla base degli accordi sottoscritti, ci siamo impegnati a ricevere entro termini ormai scaduti o in scadenza, è una questione prioritaria e di sicurezza nazionale. Per questo, tra le norme del decreto energia, ci sarà anche la possibilità per gli enti territoriali di candidarsi ad ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi.

Solo con il contributo dell’energia nucleare potremo rispettare gli impegni presi e costruire un sistema che potrà realizzare anche la nostra indipendenza energetica. Sarà un risultato epocale da lasciare in eredità ai nostri figli e nipoti.

*Deputato e Responsabile Dipartimento Energia di Forza Italia

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