Ambiente

Comunità energetiche rinnovabili, come l’Italia può cambiare passo

24
Novembre 2023
Di Redazione

Con il via libera dalla Commissione Ue al decreto del ministro dell’Ambiente, le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), ovvero quelle associazioni di cittadini, attività commerciali, piccole o medie imprese e amministrazioni locali, possono unirsi per produrre e consumare energia da fonti rinnovabili su scala locale. Vengono così sbloccati finanziamenti per 5,7 miliardi, 2,2 dei quali finanziati dal Pnrr, destinati interamente ai territori per incentivare la produzione e la condivisione di energia rinnovabile.

Ora si attendono i decreti attuativi e la definizione delle tempistiche per l’applicazione del decreto. «Le Comunità Energetiche Rinnovabili potranno diventare una realtà diffusa nel Paese, sviluppando le fonti rinnovabili e rendendo finalmente il territorio protagonista del futuro energetico nazionale. Grazie alle Comunità energetiche, infatti, ciascun cittadino potrà contribuire alla produzione di energia rinnovabile, e averne i benefici economici derivanti dall’autoconsumo», ha dichiarato il ministro Gilberto Pichetto Fratin.

Tutto ciò è importante anche in chiave prospettica, coinvolgendo il nucleare, siccome la volontà è quella un giorno di arrivare ad una rete di piccoli reattori nucleari nella diretta disponibilità di aziende e attività specifiche, razionalizzando costi e impatto degli approvvigionamenti energetici. Per il momento la maggiore autonomia di gruppi di privati è ben accolta dalle istituzioni.

Chi è interessato potrà richiedere l’approvazione di progetti di capacità fino a 1 MW, nell’ambito del programma che partirà. Il regime prevede una tariffa incentivante sulla quantità di elettricità consumata dai clienti finali e dalle comunità di energia rinnovabili. Questa misura, con una dotazione complessiva di 3,5 miliardi di euro, sarà finanziata attraverso un prelievo sulla bolletta elettrica di tutti i consumatori.

C’è poi un contributo a fondo perduto nei comuni sotto i 5.000 abitanti fino al 40% dei costi ammissibili in relazione all’investimento effettuato per realizzare un nuovo impianto o per potenziarne uno esistente. Questa misura è finanziata con 2,2 miliardi dal Pnrr, per arrivare a una potenza complessiva di almeno 2 GW. Il contributo a fondo perduto potrà di essere cumulato con la tariffa incentivante entro limiti definiti.

Il limite finanziabile è di 5 GW complessivi, da installare sul territorio italiano, con un limite temporale a fine 2027, contemplando anche l’espansione degli impianti esistenti. I benefici previsti riguardano tutte le tecnologie rinnovabili, come il fotovoltaico, l’eolico, l’idroelettrico e le biomasse. L’ente che si occuperà della valutazione in via preliminare dei progetti impiantistici, inclusa la cabina primaria, della valutazione sugli incentivi e della loro erogazione sarà il GSE.


Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sovranità Energetica ospite ad A view from Italy.

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