Esteri

Kishida incontra Draghi, relazioni Giappone-Italia ancora più forti

04
Maggio 2022
Di Alessio Ambrosino

Si è tenuta in questi due giorni la visita istituzionale del primo ministro giapponese Fumio Kishida, a rinsaldare ancor di più le strette relazioni politiche e commerciali tra Giappone e Italia. Un rapporto di amicizia fortissimo, sancito fin dal Trattato di amicizia e commercio del 1866 siglato tra i due Paesi. Due nazioni che condividono anche la presenza nei fori multilaterali più importanti come il G7 ed il G20. L’Italia è insieme al Regno Unito l’unica tappa europea di questo viaggio del premier Kishida, volato a Roma per discutere con un partner affidabile che fa dell’atlantismo una delle prerogative del proprio indirizzo di politica estera. Nelle consuete dichiarazioni congiunti al termine dell’incontro bilaterale, il Presidente del Consiglio Draghi ed il suo omologo giapponese si sono soffermati sui punti chiave di questa visita istituzionale.

DALLA GUERRA IN UCRAINA AL TEMA DELLA SICUREZZA

Come era lecito attendersi, al centro delle discussioni a Palazzo Chigi vi è stata naturalmente la questione della guerra in Ucraina. Entrambi i Paesi hanno condannato l’invasione della Russia in Ucraina, riaffermando l’aiuto per Kiev affinché vengano cessate al più presto le ostilità. Ancora una volta sono state confermate con fermezza le sanzioni contro Mosca, sottolineando l’unità di intenti tra Roma e Tokyo. Questo nonostante alcune differenze nell’approccio al conflitto: l’Italia in quanto membro fondamentale della NATO si è subito adoperata per fornire supporto in termini di armamenti al governo di Zelensky, mentre il Giappone, vincolato dal pacifismo imposto dalla Costituzione del 1947, si è limitato ad inviare apparati di difesa come giubbotti anti proiettile o elmetti precauzionali. Sul tema delle sanzioni l’intesa con l’Occidente è però massima, ed è stata nuovamente posta in luce nell’incontro di oggi.

Ma ad agitare il premier Kishida è anche e soprattutto l’area dell’Indo-Pacifico, inevitabilmente coinvolta seppur distante nelle dinamiche internazionali scaturite dalla guerra ucraina. Questo viaggio europeo servirà al Giappone per tastare le intenzioni degli alleati occidentali nella regione: il premier giapponese ha espresso forte preoccupazione per i test missilistici messi in capo dalla Corea del Nord, che possono modificare gli equilibri in Estremo Oriente. Oltre a questo vi è il tema delle acque meridionali cinesi, con Pechino che sta aumentando la propria presenza militare nell’intero teatro geopolitico rivendicando la sovranità su porzioni di mare. In merito Draghi, citando anche l’Unione europea, ha promesso grande attenzione sull’evoluzione della situazione, affermando risolutezza in caso di repentini mutamenti dell’ordine internazionale esistente.

COMMERCIO, TURISMO, GIOVANI

L’incontro a Palazzo Chigi non si è limitato al tema della sicurezza. Italia e Giappone cooperano fortemente a livello economico e commerciale. Mario Draghi ha voluto rimarcare come Tokyo è il secondo mercato asiatico per le esportazioni, con un interscambio commerciale nel 2021 di circa 12 miliardi di euro. Innumerevoli sono inoltre i partenariati di tipo industriale, in moltissimi ambiti: dalle energie rinnovabili, alla robotica, fino ad arrivare all’industria farmaceutica. Una cooperazione che si estende anche ai campi dell’idrogeno e delle ferrovie, ha aggiunto Kishida, auspicando una sempre più stretta unione di intenti anche in settori come quello delle telecomunicazioni e della connettività. A completare il quadro, la citazione del “Nuovo capitalismo”, un concetto proposto dal primo ministro giapponese come manifesto politico in risposta alla deriva autoritaria di Russia e Cina, due player fondamentali nelle sorti dell’economia mondiale. Un’economia che secondo il Sol Levante non può prescindere dal contesto economico occidentale, ma anche da una certa sensibilità verso i nuovi temi del XXI secolo, dalla digitalizzazione al cambiamento climatico.

Unico punto non ancora delineato è stato quello relativo alla chiusura dei confini giapponesi al turismo a causa delle restrizioni imposte in contrasto al Covid. L’Italia, ha ricordato Draghi, ha già riaperto le porte ai turisti giapponesi, ma lo stesso non si può dire all’inverso per gli italiani che vogliono viaggiare in Giappone: l’auspicio è per un’esenzione del visto per turismo per i cittadini europei. Anche i visti di lavoro e studio sono stati bloccati, ma se non altro nel corso di questa visita è stato siglato un accordo di vacanza-lavoro per i giovani tra i 18 e i 30 anni che potranno ottenere visti annuali. Un primo passo verso una ripresa sotto qualsiasi punto di vista nei rapporti tra Roma e Tokyo.