Politica

Forza Italia ha una corrente, quella di Occhiuto, e da oggi è ufficiale

17
Dicembre 2025
Di Giampiero Cinelli

Chiamatelo pure “correntone liberal”, Il punto è un altro: da oggi, presentata la corrente in Forza Italia di Roberto Occhiuto, rieletto presidente della Calabria, quel gruppo ha volti, numeri e un perimetro politico riconoscibile. Un soggetto che, volente o nolente, traghetterà un’ala di Forza Italia verso il congresso nazionale fissato per gennaio 2027, alla vigilia delle Politiche di primavera.

La scena non è casuale. Palazzo Grazioli, luogo simbolo del berlusconismo militante, torna a fare da sfondo mentre Antonio Tajani è a Milano per inaugurare la Conferenza nazionale sull’export e l’internazionalizzazione delle imprese. Un’assenza che pesa quanto una presenza, anche perché i forzisti rimasti a Roma potranno sempre appellarsi alla contemporaneità delle comunicazioni della premier in Aula. Altro conto sarà capire chi avrà l’ardire di farsi vedere “in libertà”.

Il parterre racconta più di mille smentite. Ci sono i vicepresidenti di Camera e Senato, Giorgio Mulè e Licia Ronzulli. Dalla Calabria arrivano il deputato Giuseppe Mangialavori e l’assessore regionale recordman di preferenze Gianluca Gallo. Poi i noti critici di Tajani, da Craxi a Cattaneo fino a Bergamini, oltre a Rita Dalla Chiesa. Abbastanza per far riaffiorare quella classica “galassia” di nomi e satelliti che un tempo animava i retroscena sui partiti attraversati da correnti in stile Prima Repubblica.

Secondo gli analisti ci potrebbero essere venti big schierati con Roberto Occhiuto, quindici deputati e cinque senatori. Tra questi Siracusano, Rossello, Marrocco e il sottosegretario Francesco Paolo Sisto. Su Cannizzaro qualcuno ironizza già sul ruolo di pendolare politico, costretto a oscillare tra Milano e Roma, un po’ con il segretario-ministro e un po’ con il governatore conterraneo.

A Palazzo Grazioli l’atmosfera è da grande occasione, rafforzata dalla presenza di sponsor e manager di primo piano. Dal vicepresidente di Uber Tony West al ceo di Tim e delegato Confindustria per la transizione digitale Pietro Labriola, dalla ceo di Ab Medica Francesca Cerruti agli amministratori delegati di Arsenale, A2A e Ryanair, fino a Massimiliano Giansanti, presidente di Copa e di Confagricoltura.

Essere lì, oggi, non è solo una questione di forma. È una scelta di campo, al di là delle etichette e del galateo politico, e nonostante le rassicurazioni di Tajani, che continua a negare l’esistenza di correnti, definite «un cancro» con un lessico sturziano. Nessuna preclusione, ha ribadito il ministro degli Esteri ai cronisti: chi vuole candidarsi è libero di farlo. Traduzione non ufficiale: la partita è aperta.