Economia
Terzo settore in cerca di fiducia: solo il 48% degli enti supera i 30mila euro l’anno
Di Beatrice Telesio di Toritto
(Articolo pubblicato su L’Economista, inserto de Il Riformista)
Uno dei temi più interessanti legati all’innovazione nei pagamenti digitali riguarda il mondo delle donazioni e della raccolta fondi, soprattutto nel terzo settore. Un comparto che, pur rappresentando la quarta economia italiana per prodotto interno lordo, resta ancora frammentato e poco digitalizzato. «Il terzo settore è uno dei pilastri portanti della società italiana, ma affronta molteplici sfide», spiega Rossella Cardone, Group Director ESG & Sustainability di Nexi, presente al Salone dei pagamenti di Milano. «Strumenti digitali e in particolare i pagamenti elettronici possono aiutare il settore a superare gran parte degli ostacoli, facilitando la raccolta fondi e rafforzando la relazione di fiducia con i donatori».
Da questa impostazione nasce Dona Italia, il programma sviluppato da Nexi insieme ad alcune organizzazioni non profit per facilitare la raccolta fondi attraverso soluzioni digitali. Il progetto si basa su un QR Code a forma di cuore che consente di accedere direttamente, tramite smartphone, alla pagina di donazione dell’ente selezionato. Un’idea pensata non solo per le grandi organizzazioni, ma soprattutto le realtà di piccole dimensioni, che rappresentano circa l’80% del terzo settore e che, sottolinea Cardone, devono ancora compiere il salto decisivo verso la digitalizzazione.
Il nodo centrale resta la fiducia, essenziale nella relazione tra chi dona e chi riceve. Trasparenza, tracciabilità e semplicità diventano quindi le condizioni essenziali perché il gesto solidale si traduca in partecipazione consapevole. Solo così cittadini e organizzazioni possono costruire un legame duraturo, fondato sulla possibilità di verificare in modo concreto come vengono impiegate le risorse.
Uno studio promosso da Nexi insieme all’Istituto Italiano Donazioni fotografa inoltre una situazione complessa: il 48% degli enti del terzo settore ha entrate inferiori ai 30.000 euro l’anno, un limite che riduce la possibilità di investire in innovazione e tecnologie. Al tempo stesso, le donazioni nel Paese sono in calo dal 2008 e la fascia di età dei donatori si concentra tra i 45 e i 75 anni. Serve un cambio di passo, sottolinea Cardone, «il digitale può essere la chiave per avvicinare i giovani al mondo della solidarietà», rendendo la donazione un gesto semplice, immediato e in sintonia con le abitudini della vita quotidiana.
Accanto alla spinta tecnologica, Nexi lavora anche sul fronte dell’educazione finanziaria, considerata da Cardone un elemento ormai imprescindibile per sostenere la transizione digitale. L’utilizzo diffuso dei pagamenti elettronici richiede infatti una maggiore consapevolezza dei propri comportamenti, dei rischi e delle opportunità legate alla sicurezza online. Da questa esigenza nasce il progetto “Non Cliccare Qui”, un programma rivolto in particolare ai più giovani, pensato per rafforzare la cultura digitale e fornire strumenti concreti contro le frodi e il phishing.
In un contesto in cui la solidarietà rappresenta un motore importante dell’economia sociale, ma è spesso rallentata da burocrazia e limiti infrastrutturali, iniziative come Dona Italia contribuiscono a modernizzare il sistema delle donazioni. La tecnologia, in questo senso, non sostituisce l’intermediazione umana, ma ne aumenta l’efficienza, semplificando i processi, migliorando la trasparenza e ampliando la platea dei potenziali donatori.





