Innovazione

Minori online: l’UE lancia il test per la verifica dell’età

15
Luglio 2025
Di Virginia Caimmi

La Commissione europea ha pubblicato la prima versione del modello europeo per la verifica dell’età, segnando un passo decisivo verso un’Internet più sicura per i minori. Si tratta di una soluzione tecnica open-source, pensata per essere interoperabile, intuitiva e, soprattutto, rispettosa della privacy degli utenti. Scopo principale è permettere agli utenti di dimostrare di avere più di 18 anni per accedere a contenuti soggetti a limiti di età senza dover rivelare informazioni personali superflue. L’iniziativa si inserisce nell’ambito dell’attuazione dell’articolo 28 del Digital Services Act (DSA), che impone alle piattaforme digitali accessibili ai minori di adottare misure per garantire sicurezza, privacy e protezione.

Con l’avvio di una fase pilota, la Commissione testerà e personalizzerà ulteriormente la soluzione, in collaborazione con alcuni Stati membri, e con il coinvolgimento attivo di piattaforme online e utenti finali. L’Italia,  assieme a Danimarca, Francia, Grecia e Spagna, sarà tra i primi Paesi ad adottare il sistema, con l’obiettivo di integrarlo nei rispettivi portafogli digitali nazionali o di pubblicare applicazioni dedicate sugli app store. Anche gli operatori privati potranno accedere liberamente al software e sviluppare soluzioni proprie basate sul modello. Il progetto pilota ha già preso il via a fine giugno, con il supporto dei Centri Internet Sicuri dell’Unione europea, e continuerà con una fase di sperimentazione approfondita che include anche i fornitori di contenuti per adulti. 

Uno degli aspetti più innovativi della soluzione è la sua struttura fortemente incentrata sulla protezione dei dati. Quando l’utente attiverà l’applicazione, l’emittente – ad esempio un’autorità pubblica – verificherà la sua età utilizzando dati personali come la data di nascita. Tuttavia, il servizio online riceverà solo la conferma che l’utente ha più di 18 anni, senza alcun altro dettaglio. Le informazioni sulla verifica e sull’utilizzo saranno tenute separate, impedendo qualsiasi tracciamento trasversale. Ogni “verifica dell’età” sarà utilizzabile una sola volta, rendendo impossibile il monitoraggio del comportamento dell’utente su più piattaforme. Inoltre, sono in corso lavori per integrare sistemi di “zero-knowledge proof”, che consentiranno di effettuare verifiche completamente scollegate da qualsiasi identificativo. Durante la fase pilota, il sistema sarà ulteriormente arricchito con nuove funzionalità. Gli utenti avranno a disposizione modalità alternative per dimostrare la propria età, anche senza eID, e gli Stati membri potranno adattare la soluzione alle specificità nazionali, traducendola nelle lingue locali o integrandola con elementi visivi e funzionali propri. 

Il progetto si collega strettamente a un’altra iniziativa chiave della Commissione: l’adozione delle Linee guida per la protezione dei minori online, pubblicate anch’esse oggi, il 14 luglio. Le linee guida offrono una serie di raccomandazioni alle piattaforme per ridurre i rischi legati a contenuti dannosi, comportamenti problematici e pratiche commerciali manipolative. Tra le misure proposte, la configurazione predefinita degli account dei minori in modalità privata, la modifica degli algoritmi per evitare contenuti inappropriati, l’introduzione di strumenti per bloccare o silenziare altri utenti, e la disattivazione di funzionalità che incoraggiano un uso eccessivo dei servizi digitali. Viene inoltre raccomandata l’adozione di metodi di verifica dell’età che siano affidabili, non invasivi e rispettosi dei diritti dei bambini, indicando proprio il modello europeo appena pubblicato come esempio di riferimento, anche in vista dell’arrivo del Portafoglio Europeo di Identità Digitale (EUDIW), previsto entro la fine del 2026.

Lo sviluppo del modello di verifica è stato affidato al consorzio T-Scy, composto da Scytales AB (Svezia) e T-Systems International GmbH (Germania), nell’ambito di un contratto biennale con la Commissione europea. Il lavoro della Commissione è stato accompagnato da un ampio processo di consultazione pubblica e coinvolgimento dei portatori di interesse. Alla consultazione  condotta tra maggio e giugno 2025 hanno partecipato 331 soggetti, tra cui cittadini, organizzazioni non governative, aziende, associazioni di categoria, autorità pubbliche e università. Sono state inoltre raccolte oltre 150 testimonianze dirette di giovani da tutta l’Unione, attraverso focus group coordinati da European Schoolnet e dai Safer Internet Centres nazionali. I ragazzi hanno evidenziato questioni fondamentali come la gestione del tempo online, il benessere mentale, la trasparenza delle segnalazioni e la necessità di sentirsi coinvolti nei processi decisionali che li riguardano. A queste attività si sono aggiunti contributi raccolti attraverso una call for evidence lanciata tra luglio e settembre 2024, diversi workshop con stakeholder – tra cui quelli dell’ottobre 2024 e del giugno 2025 – e il costante dialogo con il Comitato europeo per i servizi digitali, in particolare con il gruppo di lavoro sulla protezione dei minori.

Con questa nuova infrastruttura digitale e il quadro normativo di accompagnamento, l’Unione europea si pone all’avanguardia nella costruzione di uno spazio digitale che tuteli realmente i più giovani. Un sistema dove la protezione della privacy non è sacrificata alla sicurezza, ma ne diventa la condizione essenziale.