Economia
Economia del Mare 2025: il mare torna al centro dell’agenda politica
Di Giuliana Mastri
Il Mediterraneo e le sue opportunità strategiche sono stati al centro della quarta edizione di Economia del Mare 2025, l’evento organizzato dal Sole 24 Ore dedicato alla Blue Economy. Dal palco dell’iniziativa, svoltasi a Genova, sono emersi segnali concreti di un rinnovato impegno del governo e delle istituzioni verso lo sviluppo sostenibile e competitivo dell’economia del mare.
Il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, ha annunciato una novità di rilievo: «Nel corso dell’anno il governo, tramite il ministero per le Infrastrutture, si doterà della nuova legge sulla rete portuale». Il Mediterraneo, ha ricordato il ministro, «è un mare ‘piccolo’ ma attraversato dal 20% del traffico merci mondiale». Per affrontare le sfide della competitività, secondo Musumeci, è necessario «digitalizzare e modernizzare gli scali portuali e attrezzare i porti», oltre che «sburocratizzare le procedure e supportare l’economia con risorse nostre e quelle del Pnrr».
Il ministro ha poi sottolineato la svolta politica del governo sul tema: «Ora c’è un governo che finalmente vuole fare del mare un protagonista dell’agenda politica. Finora è stato marginale, ma adesso siamo convinti che il mare possa diventare la famosa ‘carta del mazzo’ che non abbiamo mai giocato. È un obiettivo che non è da inventare, ma è solo da razionalizzare».
Un entusiasmo condiviso anche da Marco Bucci, presidente della Regione Liguria, che ha evidenziato il ruolo storico e attuale del territorio: «Noi siamo una Regione e una città che da 1200 anni ha capito che il mare è una grande via di comunicazione e serve per raggiungere gli obiettivi. Siamo orgogliosamente uno dei capisaldi della Blue Economy, da cui deriva il 15% del nostro Pil». Bucci ha poi aggiunto: «Siamo contenti che ora il governo abbia capito che occorre investire sulla Blue Economy. Noi potremmo far vivere l’Italia con la Blue Economy: se prendete una cartina geografica e guardate bene, l’Italia è come un grande molo che si infila nel Mediterraneo. Non ci pensiamo abbastanza, c’è ancora tanta strada da fare per portare l’economia del mare al livello che si merita».
Ha fatto eco alle parole dei relatori Mario Zanetti, delegato del presidente di Confindustria per l’Economia del Mare, che ha descritto il settore come un ecosistema dinamico e complesso: «L’economia del mare è un ecosistema complesso, fatto di diversi attori di diverse filiere e questo possiamo farlo diventare un elemento di opportunità e non di difficoltà». Per Zanetti, è cruciale «potenziare e migliorare le infrastrutture della logistica» e «creare porti integrati e digitalizzati», capaci di servire anche il retroterra. «Anche i vettori e le flotte sono centrali nell’economia del settore ed è fondamentale sostenerli, così come è importante il capitale umano». La sua conclusione è chiara: «Investire nell’economia del mare vuol dire investire nell’economia del Paese».
L’edizione 2025 dell’Economia del Mare ha quindi ribadito il ruolo strategico del mare per la crescita del Paese, rilanciando un’agenda politica ed economica che guarda con decisione alle potenzialità della Blue Economy.





