Economia
Dazi, informativa Urso: si rischia un calo dell’export del 10%
Di Giuliana Mastri
Durante l’informativa parlamentare sui dazi tenutasi oggi davanti a Camera e Senato, il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, ha espresso preoccupazione per la situazione dei rapporti commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea. Il dialogo tra le due sponde dell’Atlantico appare attualmente complicato, anche a causa delle posizioni disomogenee espresse dai Paesi europei, mentre Washington sembra restia ad aprire un confronto con la Commissione europea. In uno scenario di dazi reciproci fissati al 20%, gli studi del ministero stimano una riduzione del 10% dell’export italiano verso gli USA; un impatto più contenuto, pari al 6,5%, si avrebbe invece se le tariffe venissero ridotte della metà.
Settori a rischio maggiore
Secondo Urso, le ripercussioni maggiori non riguarderebbero tanto il comparto automobilistico nel suo insieme – caratterizzato da un export incentrato sui veicoli di fascia alta, e con Stellantis che ha base proprio negli Stati Uniti – quanto piuttosto l’intera filiera della componentistica, inclusa quella legata al settore auto. Particolarmente vulnerabile, secondo il ministro, è il segmento delle componenti destinate alle auto di lusso tedesche. Un altro settore sotto osservazione è quello farmaceutico, voce rilevante dell’export italiano negli USA, che potrebbe subire un contraccolpo nel caso venisse attuato il piano annunciato da Donald Trump in materia di farmaci.
Urso ha inoltre ribadito la contrarietà del governo italiano all’adozione di contromisure ritorsive, affermando che «avremmo solo finito per danneggiare noi stessi se avessimo seguito chi proponeva di rispondere con misure speculari, innescando una pericolosa escalation».
Export in crescita e appello alla cautela
Il ministro ha però segnalato un dato positivo: nonostante le tensioni commerciali, le esportazioni italiane verso gli Stati Uniti sono cresciute nei primi tre mesi dell’anno, registrando un incremento dell’11,8% rispetto allo stesso periodo del 2024. Questo aumento, ha spiegato, potrebbe essere in parte legato a un fenomeno di accumulo preventivo da parte degli importatori americani, ma rifletterebbe anche la solidità e l’attrattività del Made in Italy, che continua a essere molto apprezzato oltreoceano, a differenza di quanto accaduto per altri Paesi europei.
In chiusura, Urso ha lanciato un appello alla prudenza e all’unità, sottolineando la necessità di evitare reazioni impulsive e di sostenere con decisione e spirito costruttivo l’azione della Commissione europea nelle trattative in corso.





