Salute

Influenza cino-australiana alle porte, al via vaccino

03
Novembre 2017
Di Redazione

Il Censis ha presentato una ricerca sulle conoscenze, gli atteggiamenti e i comportamenti degli italiani over 50 sull’influenza e sulla propensione alla vaccinazione antinfluenzale. Dall’indagine è emerso che gli italiani non temono l’influenza: solo il 43% degli over 50 sa che può avere complicanze letali.

Nonostante sia una delle patologie più conosciute, la maggior parte delle persone non ne comprende le possibili complicanze. Dalla ricerca, che è stata condotta su mille italiani di 50 anni emerge che il 14,7% tende a minimizzarne i rischi mentre il 48,9% pensa che può essere una malattia anche molto grave, ma solo il 43% sa che sono possibili complicanze anche letali.  Dati da non sottovalutare, come informano anche i virologi che prevedono che dai 12 ai 15 milioni gli italiani saranno costretti a letto dai virus influenzali: da 4 a 5 milioni i casi di influenza vera e propria, 8-10 milioni le sindromi provocate da altri virus respiratori. 


Il 90,9% degli italiani over 50 sa che è causata da virus che ogni anno subiscono una mutazione, dando vita a diverse forme di influenza stagionali. L’87,7% pensa che è molto contagiosa perché si trasmette per via aerea, attraverso le goccioline di saliva e le secrezioni respiratorie (tosse, starnuti). Il 71,7% sa che si trasmette anche attraverso il contatto con oggetti contaminati. Ma solo il 45,7% sa che può rimanere contagiosa per diverso tempo sin dal periodo di incubazione.

All’influenza possono essere associate diverse complicanze, di cui gli italiani over 50 sono a conoscenza in diversa misura: la bronchite (lo sa l’89,6%), la compromissione di alcune funzionalità respiratorie (85,6%), la polmonite (78,7%), la lunghezza dei tempi di recupero (74,4%), sinusiti e otiti (70,7%). L’influenza può comportare anche un aggravamento delle malattie preesistenti: il 57,7% sa che può dar luogo a complicanze cardio-circolatorie. Il 43% pensa che l’influenza può avere complicanze che possono portare alla morte (il dato sale al 48,5% tra i più istruiti). Ma solo il 3,4% ammette di avere molta paura dell’influenza.

Quando ci si accorge di aver preso l’influenza, solo il 16% contatta immediatamente il medico, il 45,8% si rivolge al medico solo se i sintomi non migliorano, il 24,4% si cura autonomamente con farmaci da banco e il 13,8% lascia che l’influenza faccia il suo corso senza prendere farmaci.  Quasi tutti conoscono la vaccinazione antinfluenzale (96,8%) e il 93% ritiene che sia consigliabile per i soggetti affetti da patologie dell’apparato respiratorio. Anche se è ormai noto che proprio gli anziani sono tra i soggetti che dovrebbero vaccinarsi, la copertura tra gli over 65 (per i quali la vaccinazione è offerta gratuitamente e somministrata dal medico di famiglia) è in diminuzione. Dopo un picco massimo nella stagione 2005-2006 (68,3%), si è progressivamente ridotta fino a 16 punti percentuali in meno: nella scorsa stagione 2016- 2017, infatti, ha raggiunto solo il 52%. “Questa percentuale è veramente bassa – ha sottolineato Walter Ricciardi, presidente Istituto Superiore di Sanità. Significa che migliaia di persone si prenderanno l’influenza e molti di questi purtroppo non supereranno l’inverno”. Ma di fatto la copertura vaccinale non è altissima neppure tra i cinquantenni. “I dati – ha spiegato Vaccaro – ci dicono che circa il 40% l’anno scorso si è vaccinato, un altro 40% dichiara che non si vaccinerà e poi c’è un 20% ballerino che però è recuperabile anche perché molti si sono lasciati influenzare dalle opinioni negative che aleggiano sulla sicurezza dei vaccini in generale e anche sull’efficacia di quello anti-influenzale”. Il problema è che anche se si recuperassero tutti comunque si arriverebbe sotto la soglia raccomandata del 75%.